Nessun articolo nel carrello

«Svuotare un diritto»: sull’aborto in Umbria parla Giancarla Codrignani

«Svuotare un diritto»: sull’aborto in Umbria parla Giancarla Codrignani

Tratto da: Adista Notizie n° 25 del 27/06/2020

40313 ROMA-ADISTA. Ha suscitato un polverone la notizia che la Regione Umbria, guidata da Donatella Tesei della Lega, ha deciso di cancellare la delibera regionale che permetteva di effettuare l’aborto farmacologico con la pillola Ru486 senza il ricovero in ospedale. Una scelta che la governatrice ha motivato spiegando di averlo fatto per tutelare la salute delle pazienti e, soprattutto, seguendo le linee guida ministeriali. Sollecitato dalla reazione delle tante associazioni regionali in difesa dei diritti delle donne, il ministro della Salute Roberto Speranza ha aperto un’inchiesta per approfondire la questione, chiedendo un consulto al Consiglio Superiore di Sanità. L'obiettivo è capire se la salute della donna sia tutelata anche con il semplice day hospital o se invece siano necessari tre giorni di ricovero in ospedale come stabiliva l'ultimo parere in materia. Quel che è certo è che l’iniziativa della presidente di Regione è stata accolta come l’ennesimo tentativo di attaccare il diritto all’aborto. La sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, si è detta «stupita» dalla scelta della Regione Umbria «di indicare in tre giorni di ricovero ospedaliero le condizioni per il ricorso alla IVG farmacologica», auspicando che, previo aggiornamento delle linee di indirizzo, «si possa favorire, sempre ove possibile, il ricorso alla IVG farmacologica come in uso nella gran parte dei Paesi europei, cioè in regime di Day Hospital o ambulatoriale». Ha spiegato Zampa: «Sono trascorsi dieci anni esatti da quando, su richiesta del Consiglio Superiore di Sanità, una apposita Commissione emanò le linee guida ministeriali per l’utilizzo della RU486. In questi dieci anni nessun evento avverso ha evidenziato la necessità di ricoveri ospedalieri per l’utilizzo della cosiddetta “pillola abortiva”». Ne abbiamo parlato con Giancarla Codrignani, giornalista, saggista, ex parlamentare della Sinistra Indipendente, amica di Adista, da sempre in prima linea in difesa dei diritti delle donne.

La presidente Tesei ha dichiarato che con questa decisione «non si vuole rendere più difficile e a ostacoli la pratica in questione, ma la si vuole invece rendere più sicura, nel rispetto e nella tutela dei diritti acquisiti e delle scelte personali, che non sono in discussione». Come commenti?

Penso che l’iniziativa debba essere inserita in un disegno politico complessivo che, nella sostanza, attacca il diritto all’aborto. La decisione della Regione Umbria è del tutto strumentale e mira ad utilizzare un aspetto della legge per abusarne. A mio parere, servirebbe invece andare nella direzione contraria, cioè nel senso di una maggiore educazione alla vita sessuale. Se oggi si tende oggi a ricorrere alla pillola con troppa facilità, questo è dovuto al fatto che si è verificata una svalutazione culturale dei rapporti sessuali. Si parla poco delle responsabilità che ne derivano e non si mettono in luce anche i rischi per la salute. Bisogna insomma tornare a discutere della qualità del sesso, senza mai cadere nel “culto dell’embrione”, ma portando i più giovani a riflettere sul senso profondo dello stare insieme, anche dello scambio sessuale. Bisogna insomma che il piacere sia degno delle persone che lo provano.

C’è chi ha fatto notare che la scelta della Regione, imponendo il ricovero in ospedale, potrebbe spingere molte donne a rinunciare all’aborto farmacologico anche per paura del contagio da Covid-19…

Non credo che la paura del Covid sia al momento così determinante. Piuttosto, occorrerebbe discutere quali siano state le ricadute del lockdown sul corpo delle donne, a quali rischi siano state sottoposte in una fase di relegazione forzata.

In Italia oggi l’interruzione volontaria di gravidanza attraverso la pillola RU 486, introdotta nel 2009, si attua solo nel 18% dei casi, contro il 66 della Francia, il 95% della Svezia. L’Umbria è ferma al 5%. Come mai?

Come dicevo, il problema è che non c’è mai stata una vera educazione, soprattutto nelle scuole, sui metodi per abortire e prima ancora sull’uso dei contraccettivi.

C’è un disegno politico e culturale di stampo leghista dietro a iniziative come questa?

Certamente, ed è lo stesso che ha ispirato i vari decreti sulla sicurezza. Si strumentalizza una paura per erodere le libertà individuali e di gruppo. Una cosa è essere sicuri, e un’altra è avere un’arma in casa. In altre parole, penso che la strategia di fondo sia la stessa che ha guidato Orbán a privare di potere il Parlamento ungherese: piegare il diritto ad un disegno politico che punta a svuotarlo. Non è una questione che riguarda solo le donne e il loro corpo, è un problema di tutti che riguarda il futuro della nostra democrazia.

* gianni del bufalo, foto [del 2014] tratta da flickr, immagine originale e licenza

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.