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Rifugiati: un progetto di cooperazione sulle vie complementari di accesso alla protezione

Rifugiati: un progetto di cooperazione sulle vie complementari di accesso alla protezione

«Favorire la collaborazione» tra organismi e associazioni che nei Paesi europei sono impegnati a promuovere e organizzare l’accesso dei rifugiati alla protezione internazionale «attraverso vie complementari, come ad esempio corridoi umanitari, ricongiungimenti familiari, programmi di mobilità studentesca per beneficiari di protezione internazionale».

Parte il progetto triennale di cooperazione internazionale per i migranti rifugiati, cofinanziato dalla Commissione Europea, dal titolo “SAFE-foSter cooperAtion For improving access to protEction”, che dal 2021 al 2023 vedrà coinvolta, insieme all’associazione capofila Forum Réfugiés-Cosi, una fitta rete di realtà laiche e cristiane: Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei), Oxfam Italia, Fédération de l’Entraide Protestante (Fep), Croce Rossa francese (Crf), Croce Rossa italiana (Cri), Inter-Cultural Association of Greater Victoria (Ica, Canada), l’Unione delle Università del Mediterraneo.

Nel rapporto Projected Global Resettlement Needs 2021, l'Agenzia Onu per i Rifugiati stima «che nel mondo ci siano 1.44 milioni di rifugiati che necessitano di essere reinsediati. In questo contesto, l’incremento delle opportunità di ingresso legale e sicuro in Paesi terzi rappresenta un’urgenza, sia per supportare i Paesi di primo asilo che si fanno carico di numeri estremamente alti di rifugiati, che per espandere gli spazi di protezione per le persone che ne hanno bisogno». Il progetto SAFE intende dunque incrementare e coordinare le modalità alternative di ingresso al territorio europeo, reinsediamento e integrazione, per quei rifugiati altrimenti costretti a percorrere vie di fuga insicure e illegali o, peggio, che si vedrebbero privati di protezione internazionale. Esperienze, piccole, sperimentali e locali, che già in diversi Paesi europei hanno dato prova di grande efficacia: come, per esempio, il progetto dei “corridoi umanitari”, promosso in via sperimentale da Fcei e Comunità di Sant’Egidio e in seguito anche dalla Conferenza episcopale italiana, sempre in partnership con Sant’Egidio e sempre in coordinamento con le istituzioni.

Le organizzazioni promotrici si sono già incontrate, il 4 e il 19 maggio, insieme ad altre decine di organizzazioni di tutto il mondo impegnate nella promozione di vie complementari, in alcuni workshop di confronto e programmazione sui metodi per identificare i partecipanti al programma e organizzare partenza, arrivo, sistemazione e monitoraggio.

Si legge infine che «a livello nazionale, in Italia, il progetto intende anche sviluppare, su iniziativa della Fcei e di Oxfam Italia, una proposta di legge per introdurre il sistema della sponsorship privata nel nostro ordinamento». (giampaolo petrucci)

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