
Carlin Petrini su "Vita Pastorale": dopo la pandemia un «cambio di rotta epocale»
Sul numero di luglio del mensile dei paolini Vita Pastorale, il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini, invoca un «cambio di rotta epocale» dopo la pandemia. Nel sul articolo, Petrini punta il dito contro il modello di sviluppo fondato sul «primato del profitto», che negli ultimi 50 anni ha promosso consumismo e competizione, concentrando il potere senza generare benessere diffuso.
In qualche modo, la pandemia ha scoperchiato in vaso, ribadisce Petrini, ed è «giunto il momento di cambiare in maniera radicale il nostro modo di agire e di pensare», anche perché il virus dimostra che «la natura è pronta a ribellarsi a noi, e che questo potrebbe essere solo il primo di una serie di eventi con cui manifesta la sua volontà».
Il virus, e la sua rapida diffusione su scala planetaria, ha anche ribadito, secondo il fondatore di Slow Food, «la profonda interconnessione delle parti e l’identico ruolo con cui la natura identifica tutti gli esseri umani: coabitanti di una casa comune». Per questa ragione occorre rinsaldare valori come «fratellanza, comunità e uguaglianza sociale», «che non hanno mai trovato un risvolto concreto e duraturo all’interno della società».
Altra suggestione della pandemia da cogliere è «la riappropriazione di un ritmo di vita meno frenetico, più umano, che ci riavvicina a quelli che sono i tempi della natura». «Non dimentichiamoci che la cattiva gestione delle nostre vite», spiega Petrini, «genera a cascata effetti nocivi, a volte distruttivi, per tutti gli esseri viventi».
Petrini parla dunque della ripartenza post-Covid nello spirito di una «rigenerazione ecologica» che faccia fruttare la lezione del virus. Come insegna papa Francesco dalla Laudato si’ in poi, l’urgenza di «un’ecologia integrale che rigeneri ogni area del nostro pensiero e del nostro agire: da quella ambientale a quella sociale, da quella economica a quella culturale; partendo proprio dalle azioni quotidiane».
Quelle per il bene comune e per la salvaguardia della “casa comune” sono scelte che riguardano istituzioni, gruppi e singoli cittadini. Petrini cita l’esempio virtuoso delle oltre 70 Comunità Laudato si’ italiane, «promotrici degli insegnamenti di papa Francesco, sollecitando dal basso quella rivoluzione di cui tanto necessitiamo. Mi piace vedere queste realtà come portatrici di una radicalità gentile ben salda al principio di uguaglianza e al rispetto della natura, in grado di creare alleanze e condivisioni: io sono certo che questa sia la strada giusta e confido nel fatto che molte altre iniziative di questo genere possano nascere».
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