Nessun articolo nel carrello

La natura e la grazia

La natura e la grazia

Newsletter del 6 luglio 2021


Carissimi,

mentre l’Europa vive spensierata i suoi campionati di calcio senza preoccuparsi della pandemia, notizie drammatiche irrompono dall’altro lato dell’Atlantico sul fronte del clima, aprendo un nuovo terreno di lotta, quasi a volerci ricordare che, dopo una storia fatta di guerre, l’umanità si trova ora di fronte a due guerre che potrebbero essere le ultime, e sollecitano a decisioni radicali. Della prima, la guerra atomica, sappiamo già da tempo che non potrebbe essere vinta.  Per questo è stato solennemente stabilito e ripetuto fino al recente incontro dei “Due Grandi”, Biden e Putin a Ginevra, che non dovrà mai essere combattuta. Ma ora sappiamo che nemmeno la seconda potrà essere vinta, che non la vincerà nessuno. È la guerra climatica. Lo sappiamo da quando è giunta la notizia che Lytton, cittadina a 200 km da Vancouver in Canada, è in fiamme, la temperatura è giunta a 49,5 gradi, a fronte di un livello medio nello stesso periodo dell’anno di 24 gradi. Cinquecento sono i morti solo per questo, mentre a Verkhoyansk, nella Russia artica, si sono  toccati, lo scorso 21 giugno, i 40 gradi.

Analisti e scienziati di tutti i tipi hanno tirato fuori studi, rilevazioni e statistiche da cui si ricava che stia accadendo qualcosa di mai visto prima, qualcosa che non solo sembrava improbabile, ma del tutto impossibile secondo la climatologia passata. La Nasa ha diffuso uno studio da cui emerge che l’atmosfera terrestre ha immagazzinato una quantità “senza precedenti” di calore, raddoppiata in quasi quindici anni.

La conclusione che se ne può trarre è che quell’aumento controllato del calore globale a cui era affidata la lotta al disastro ecologico incombente e su cui erano imbastite le strategie gradualiste come quelle adottate negli accordi di Parigi (che prevedevano perfino l’acquisto di quote di inquinamento aggiuntive da parte dei Paesi più ricchi) non è possibile,  la battaglia è già stata perduta, ci sarebbe voluto un ribaltamento dei comportamenti collettivi, non una retorica riformista. I dolori sono oggi inevitabili

Il problema politico che però oggi si pone è che, al contrario di quanto si può dire della guerra atomica, questa seconda guerra non può non essere combattuta, anzi proprio perché sconfitti dobbiamo decidere di assumercela come priorità assoluta, e dovremmo mettere nella seconda tutte le energie e le risorse che certamente investiremmo nella prima.

Purtroppo però è proprio la risposta politica che manca. L’orgia degli incontri diplomatici delle ultime settimane, tanto esibita quanto inconcludente, lo dimostra. Lo schema proposto è sempre lo stesso, il mondo non è concepito come un sistema di soggetti in relazione tra loro di cui va organizzata al meglio la vita sulla terra, ma come una giungla appena un po’ civilizzata dopo l’invenzione hobbesiana dello Stato moderno, di cui va gestito il conflitto e in cui va coltivata l’inimicizia.

Ciò non accade per caso. A monte c’è una cultura, che è quella intronizzata dall’Occidente, ed è la cultura dialettica, che sempre contempla due termini l’un contro l’altro armati, che in sé hanno la guerra come possibilità reale.

È in questo schema che il “concerto delle Nazioni” che si è esibito nelle recenti rappresentazioni diplomatiche ha riproposto il conflitto Russia-Occidente come paradigma permanente, mentre  già incombe il nuovo modello che introduce come obbligatoria, chissà perché, una conflittualità trilaterale che consacri come terzo  nemico la Cina. L’intervista con cui il segretario di Stato americano Blinken è venuto a spiegare agli italiani la politica di Biden è stata chiarissima: con la Cina si potrà anche discutere di diritti umani, ciò che conta è che resti aperto il conflitto con lei in un mondo diviso.   

Invece il mondo è uno solo, La natura e la grazia ci chiamano a tutt’altra risposta, a un rovesciamento. Sarebbe piuttosto questo il momento di passare dalla dialettica all’armonia, da Hegel a Confucio, come del resto ci invitano a fare gli stessi cinesi, celebrando i cent’anni dalla fondazione del loro partito comunista e nonostante il pensiero di Mao.

Sarebbe questo infatti il momento di passare dalla lotta per l’egemonia alla costruzione di un mondo inclusivo per tutti. Si può fare. È questo l’appello che viene da guerre che nessuno può più vincere, è questo l’appello che viene da papa Francesco e dai suoi fratelli di altre religioni che insieme  ci stanno proponendo un’immagine inedita di un Dio che tutti unisce in sé nell’amore. E la politica e il diritto dovrebbero fare la loro parte, facendo dei popoli frantumati un solo popolo con una sola Costituzione in cui si possano riconoscere  tutti.

Intanto, dopo l’operazione che ha subito il 4 luglio, “Chiesa di tutti Chiesa dei poveri” fa i più fervidi auguri al papa Francesco, il tenerissimo complice del ritorno di Dio sulla terra.

Con i più cordiali saluti 

www.chiesadituttichiesadeipoveri.it

*Foto tratta da googfreephotos.com, immagine originale e licenza

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.