
Big Pharma e vaccini: grandi profitti, grandi pericoli
Il primo semestre del 2021 ha portato nelle casse di Moderna e Pfizer/BioNTech oltre 26 miliardi di dollari, con aliquote di imposta del 7% per Moderna e 15% per Pfizer: «Profitti astronomici» e «imposte irrisorie» sono gli effetti più evidenti dei monopoli delle Big Pharma sui vaccini. Inoltre, il 90% delle dosi è stato venduto ai Paesi ricchi, mentre in quelli a basso reddito è stato vaccinato appena l’1,4% della popolazione. La carrellata di dati, con l’importante significato politico che ne consegue, è stata diffusa da Oxfam Italia ed Emergency in un comunicato odierno, nel quale l’organizzazione umanitaria lancia un «appello urgente per un immediato cambio di rotta in vista dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e del summit sulla pandemia convocato dal Presidente Usa, Joe Biden».
«A fronte di un investimento pubblico complessivo nel 2020 di oltre 8,3 miliardi di dollari a carico dei contribuenti americani ed europei per lo sviluppo dei vaccini – aggiungono Oxfam ed Emergency – le 3 aziende hanno registrato nel primo semestre dell’anno ricavi per 26 miliardi di dollari, con un margine di profitto superiore al 69% nel caso di Moderna e BioNTech, mentre resta non formalmente verificabile quello di Pfizer. I ricavi sono da capogiro, grazie alla vendita di oltre il 90% delle dosi prodotte al miglior offerente tra i paesi ricchi e rincari del prezzo per dose, fino a 24 volte il costo stimato di produzione».
Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia, e Rossella Miccio, presidente di Emergency, denunciano «il modello di business» delle Big Pharma, che porta profitti agli azionisti alle spalle dei Paesi Poveri, «che stanno affrontando un nuovo picco di contagi e decessi, senza vaccini, cure e trattamenti». Il fatto, spiegano Albiani e Miccio, è che ai colossi farmaceutici non interessa trovare una soluzione per soddisfare la domanda mondiale, ma solo «massimizzare i propri utili», in un momento drammatico per l’intero pianeta, «esercitando un potere monopolistico, non condividendo tecnologie e know-how e applicando cospicui sovrapprezzi»,
Le due organizzazioni umanitarie invitano i governi e l’Onu ad esprimersi «a favore della sospensione dei brevetti» e a mettere mano a un «sistema fiscale distorto ed iniquo che consente a corporation con ricavi miliardari di pagare, in proporzione, molto meno di quanto versano al fisco le famiglie».
Alla base della denuncia di Oxfam ed Emergency non c’è solo una motivazione di ordine morale (per quanto enorme) ma anche di salute globale: «Se il Covid continua a circolare in altre parti del mondo, può dar luogo a varianti più contagiose o aggressive» che portrebbero vanificare gli sforzi fatti sino ad ora. «Per tenere veramente sotto controllo questo virus, dobbiamo porre fine ai monopoli sui vaccini, condividere tecnologia e know-how, così da poter aumentare la produzione in tutto il mondo e vaccinare quante più persone possibile. I paesi ricchi che iniziano la somministrazione delle terze dosi mentre la maggior parte dei paesi fatica a garantire le prime dosi al proprio personale sanitario, evidenziano la drammatica iniquità nel modo di condurre la nostra battaglia contro il virus».
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