
America, l'Unicef denuncia: la giungla del Darién un inferno per migranti e bambini
Il “tappo del Darién” è una foresta tropicale che separa la Colombia da Panama - l’America del Sud da quella Centrale - ed è la via obbligata per i migranti che desiderano raggiungere gli Stati Uniti. Nell’ultimo periodo, il numero di bambini che attraversano l’area è aumentato spaventosamente: finora quest’anno sono stati 19.000. A denunciare il fenomeno, fornendone cifre e dimensioni, è stato, l’11 ottobre scorso, Jean Gough, Direttore regionale dell’Unicef per l’America Latina e i Caraibi.
Un migrante su 5 che attraversa il confine tra la Colombia e Panama, rileva Gough, è un bambino, spesso sotto i 5 anni. "Ogni bambino che attraversa il tappo del Darién a piedi è un sopravvissuto", continua, secondo quanto si legge in un comunicato stampa dell’Unicef.
Per le famiglie entrare nella foresta equivale a fare ingresso in un girone infernale, minacciate dal pericolo di abusi sessuali, tratta ed estorsione da parte delle gang criminali, per non parlare del rischio di contrarre diarrea, malattie respiratorie e disidratazione. "Nel profondo della giungla, la rapina, lo stupro e la tratta di esseri umani sono pericolosi quanto gli animali selvatici, gli insetti e l'assoluta mancanza di acqua potabile. Settimana dopo settimana, altri bambini muoiono, perdono i loro genitori o vengono separati dai loro parenti durante questo pericoloso viaggio. È spaventoso che gruppi criminali si approfittino di questi bambini quando sono più vulnerabili", racconta Gough. In molti si trovano quindi a continuare il viaggio da soli. L’Unicef stima che dall’inizio di quest’anno più di 150 di loro siano arrivati a Panama non accompagnati dai genitori.
"Mai prima d'ora i nostri team sul campo hanno visto così tanti bambini piccoli attraversare il Darién - spesso non accompagnati. Un afflusso in così rapida crescita verso nord dal Sud America dovrebbe essere immediatamente trattato come una grave crisi umanitaria da tutta la regione, oltre Panama", afferma Jean Gough. I migranti, di più di 50 nazionalità, percorrono, per arrivare negli Stati Uniti, una rotta che parte dall’Africa e dall’Asia Meridionale In particolare, la metà di loro proviene da Haiti, che quest’estate, oltre al colpo di Stato e all’omicidio del presidente Jovenel MoÏse, ha dovuto affrontare un terremoto di magnitudo 7.2, che ha provocato 2.200 morti e più di 12.000 feriti, la distruzione di quasi 53.000 case e il danneggiamento di altre 77.000 . Il 30 agosto l’Unicef individuava tra le conseguenze del terremoto una crisi umanitaria che aggiunge ai 4.4 milioni già bisognosi di assistenza 650.000 persone, inclusi 260.000 bambini.
Lo stesso 11 ottobre L’Unicef ha presentato il Rapporto annuale sull’infanzia intitolato “La condizione dell'infanzia nel mondo 2021: Nella mia mente - Tutelare la salute mentale”.
*Foto di Adriana García presa da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
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