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Vescovi di Cuba: gli anticastristi devono poter manifestare

Vescovi di Cuba: gli anticastristi devono poter manifestare

A Cuba, le autorità hanno negato agli attivisti anticastristi il permesso di realizzare il 15 novembre una “marcia per il cambiamento” in più città dell'isola. Hanno accertato, con prove rese pubbliche, l’«intenzione destabilizzatrice» anticostituzionale dell’iniziativa. Il rischio è che gli organizzatori dell’evento riescano a mobilitare lo stesso quella parte di popolazione insofferente del socialismo cubano e soprattutto della situazione economica, sempre difficile per l’embargo imposto a Cuba dagli Stati Uniti da oltre 60 anni. 

L'11 novembre i vescovi cubani hanno preso la parola mettendosi dalla parte degli organizzatori dell'inziativa. Di seguito il loro "messaggio".

Nelle ultime settimane abbiamo assistito, tra di noi, all'aumento di un clima di tensione e di scontro che non è salutare e non giova a nessuno. Per questo vogliamo fraternamente condividere con voi alcune considerazioni che scaturiscono dal nostro cuore di cubani e pastori del Popolo di Dio:

Ogni persona merita stima e riconoscimento della propria dignità, per la propria condizione di essere umano e figlio di Dio, di essere cittadino libero, soggetto di diritti e doveri. Di conseguenza, ogni cubano dovrebbe poter esprimere e condividere liberamente e con rispetto le proprie opinioni personali, i propri pensieri o le proprie convinzioni, anche quando differiscono dalla maggioranza.

 Qualsiasi atto di violenza tra di noi, fisico, verbale o psicologico, ferisce gravemente l'anima della nazione cubana e contribuisce ancor di più al dolore, alla sofferenza e alla tristezza delle nostre famiglie. Un'anima ferita non è in condizione di costruire un futuro di speranza. La violenza contraddice la volontà di Dio, poiché Cristo ha assicurato: "Beati coloro che lavorano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio" (Mt. 5,9).

 Riteniamo che sia sempre più urgente coinvolgere i cubani in un progetto nazionale che faccia collaborare e motivi tutti; che tenga conto delle differenze, senza esclusioni o marginalizzazioni.

 Crediamo che sia necessario mettere in atto meccanismi in cui, senza timore di intimidazioni e rappresaglie, tutti possano essere ascoltati e l'insoddisfazione sia incanalata di fronte alle dure realtà quotidiane che travolgono tanti, soprattutto i più poveri e vulnerabili.

 È fondamentale attuare i necessari cambiamenti, tanto desiderati, che favoriscano una vita dignitosa e felice per tutti i bambini, qui, in questa nostra terra.

Quanto sarebbero grate tante famiglie cubane e la Chiesa, e quanta tensione sociale diminuirebbe, se ci fosse un gesto di indulgenza per chi è ancora detenuto dagli eventi della scorsa estate!

Ancora una volta esortiamo tutti a non lesinare sforzi affinché siano lastricate le vie della comprensione, della riconciliazione e della pace; in modo tale che le varie proposte sul destino presente e futuro del nostro Paese, trovino uno spazio di prudenza, tolleranza e concordia, e si stabilisca un dialogo armonico e civile in cui si possano trovare le migliori soluzioni ai problemi che ci riguardano. . 

Alla Vergine della Carità del Rame, Madre e Patrona di Cuba, affidiamo questo momento difficile della storia della nostra Nazione, affinché la luce che scaturisce dalla pace e dall'amore prevalga sulle nubi oscure dell'odio e dell'inimicizia.

*La cattedrale San Cristóbal de l'Avana. Foto tratta da wikipedia.org, immagine originale e licenza

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