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Il presidente del Cile:

Il presidente del Cile: "torneremo a lavorare per una nuova Costituzione"

Alle 20,45 di Ieri sera, quasi completato lo scrutinio che assegnava la vittoria del referendum al “rechazo” della bozza della nuova Costituzione (78% i no, 35% i sì), il presidente del Cile Gabriel Boric dal Palazzo de la Moneda ha rivolto un appello ai cittadini e «a tutte le forze politiche affinché mettano il Cile davanti a qualsiasi legittima divergenza e si accordino quanto prima sui termini e sui limiti di un nuovo processo costituzionale. Conteranno pienamente su di me per il compito di facilitare questa comprensione, di cui, tra l'altro, il Congresso nazionale deve essere il principale protagonista».

«Il popolo cileno ha parlato, e lo ha fatto a voce alta e in modo chiaro. Ci ha consegnato due messaggi. Il primo è che ama e apprezza la sua democrazia. Che si fida di lei per superare le divergenze e andare avanti, e lo conferma questo processo elettorale, che ha avuto il maggior numero di cittadini alle urne in tutta la nostra storia». Secondo Boric, «questo 4 settembre la democrazia cilena esce più solida. Questo è stato visto e riconosciuto da tutto il mondo. Un Paese che nei momenti più difficili opta per il dialogo e l'intesa per superare le sue fratture e il suo dolore. E di questi connazionali dovremmo essere profondamente orgogliosi. (…) «Il secondo messaggio del popolo cileno è che non era soddisfatto della proposta di Costituzione che la Convenzione ha presentato al Cile, e quindi ha deciso di bocciarla chiaramente alle urne».

«La decisione degli uomini e delle donne cileni – ha sottolineato – richiede che le nostre istituzioni e gli attori politici lavorino di più, con più dialogo. Con più rispetto e affetto, fino ad arrivare a una proposta che ci interpreti tutti, che ci dia fiducia, che ci unisca come Paese. E lì vanno lasciati da parte il massimalismo, la violenza e l'intolleranza con chi la pensa diversamente. Come Presidente, accetto questo messaggio con grande umiltà e lo faccio mio. Ed è che dobbiamo ascoltare la voce della gente, non solo di questo giorno, ma di tutto ciò che è accaduto in tutti questi anni intensi che abbiamo vissuto».

«Non dimentichiamo perché siamo arrivati ??qui», ha aggiunto, alludendo alle forti proteste che hanno riempito le piazze dall’autunno del 2019. «Quel malessere è ancora latente e non possiamo ignorarlo. Inoltre, quelli di noi che storicamente sono stati sostenitori di questo processo di trasformazione devono essere autocritici su ciò che è stato fatto. Uomini e donne cileni hanno chiesto una nuova opportunità di incontro. E dobbiamo essere all'altezza di questa chiamata». «Mi impegno per un nuovo itinerario costitutivo», è stata la sua promessa.

Pochi giorni prima del plebiscito, nell'intervista a Time aveva peraltro detto: il risultato del referendum dell'ottobre 2020 che chiedeva una nuova Costituzione «è obbligatorio, è ancora valido. Se alla fine vince il rigetto del nuovo testo, che è legittimo, è necessario continuare con quel mandato del popolo» e perciò tornare a votare i membri di una nuova “Convenzione costituzionale”».

*Foto Flickr

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