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C’è ancora un “Dio con noi”?

C’è ancora un “Dio con noi”?

Newsletter n.286 del 21 dicembre 2022


Cari Amici,

stiamo per celebrare un Natale di guerra come non ce ne sono mai stati a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Certo, c’erano stati il Vietnam, il Golfo e la Jugoslavia, ma non furono tali da compromettere e devastare tutto ciò in cui avevamo sperato e per cui stavamo combattendo, o almeno non ce ne siamo resi conto. Ma questa guerra d’Ucraina sembra invece voler travolgere tutto, pace, ragione, amore per il prossimo, politica, Costituzioni, e il futuro stesso del mondo.

La sua conclusione appare lontana. Il negoziato, che potrebbe convenire alla Russia per uscire dalla catastrofe che le sta procurando una guerra incauta e sbagliata, è escluso invece dall’Ucraina. Questa, che per l’incondizionato appoggio della NATO, dell’Europa e di tutto l’Occidente, sente l’odore della vittoria, addirittura ha vietato il negoziato per legge. E sulla vittoria, incurante del sacrificio del suo popolo, è disposta a giocare tutto. I suoi capi da ultimo lo hanno detto in modo esplicito. Zelensky ha dichiarato: “Solo lo smantellamento delle capacità terroristiche russe, la liberazione di tutti i nostri territori e l’obbligo di rendere conto degli assassini porterà la pace”.  A sua volta Mykhailo Podolyak (negoziatore ucraino, consigliere di Zelensky, uno dei rappresentanti dell'Ucraina ai negoziati di pace russo-ucraini ), il 12 dicembre ha scritto su twitter: “C’è solo un modo per porre fine alla guerra: sconfitte militari della Russia sul campo di battaglia + esaurimento dell’economia russa per le sanzioni + isolamento della Russia sui mercati mondiali + sabotaggio interno nella Federazione Russa = vittoria dell’Ucraina e ripristino della sicurezza globale” . L’implicito progetto  del rovesciamento di Putin realizzerebbe l’auspicio  espresso a suo tempo da Biden a Varsavia, secondo il quale il presidente russo non poteva restare al potere.

Il pericolo di queste affermazioni sta nel fatto che esse, ponendo esplicitamente come obiettivo l’annientamento della Russia, non solo del suo sistema politico ma dello Stato stesso e del popolo, sfidano il rischio della guerra mondiale, ivi compresa la bomba atomica.

Se questi sono gli scenari, si può vedere qual è il grado di irresponsabilità cui siamo giunti e come sia grave che di fronte alle ultime esternazioni della classe dirigente ucraina nessun monito e nessuna riserva siano giunti da parte dei poteri politici e militari dell’Occidente, a cominciare da noi. Anzi ci si meraviglia perché i Russi continuano a bombardare l’Ucraina, cioè a fare la guerra in cui, chissà perché, muoiono  “anche donne e bambini” e d’inverno fa freddo, se pur ancora essi non decidono di invadere Kiev. Ma allora in che mondo ci stiamo preparando a vivere se non a morire?

Tuttavia noi crediamo che il mondo non si può perdere e la stessa gravità della crisi ci riconduce al Natale, ci porta a ricorrere alla fede anche più tradizionale e a invocare la salvezza che viene da Dio, nonostante le idee moderne di salvezza, quelle che corrono oggi, in quest’età “post-teista”, e che fanno di Dio e del suo intervento per noi una bella favola del passato. Ma se Dio non può intervenire, se il “paradigma” della provvidenza è finito, e la laicità consiste nel fatto che dobbiamo cavarcela da soli, perché il Papa ci inviterebbe a pregare per la pace? Eppure è proprio la filosofia del Novecento che ci ha lasciato detto che ormai “solo un Dio ci può salvare”.

Cordiali saluti,


www.chiesadituttichiesadeipoveri.it

*Foto di kalhh da Pixabay

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