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Oxfam: bilancio nero a un mese dal terremoto in Siria e Turchia

Oxfam: bilancio nero a un mese dal terremoto in Siria e Turchia

A un mese di distanza dal terremoto che in Siria e Turchia ha provocato almeno 50mila morti e un numero imprecisato di dispersi, Oxfam tenta di fare il bilancio della situazione, valutando gli effetti devastanti del sisma sulle popolazioni colpite.

In Turchia il terremoto «ha stravolto la vita di oltre 15 milioni di persone nelle 11 province colpite», sono andati distrutti o comunque danneggiati «oltre 400 mila gli edifici» e si contano «quasi 2 milioni di persone» che «sono state evacuate». Mancano ripari sicuri per i numerosi sfollati «e in tantissimi vivono all’aperto con la paura di rientrare nelle proprie abitazioni a causa delle continue scosse di assestamento che continuano a danneggiare edifici e infrastrutture essenziali». In particolare, colpisce la situazione drammatica vissuta dai rifugiati siriani, che a migliaia «avevano trovato salvezza in molte aree colpite dal sisma in Turchia dalla guerra iniziata 12 anni fa».

In Siria la situazione resta disperata, con «9 milioni di persone colpite dal terremoto», di cui 4,2 milioni solo ad Aleppo e 3 milioni ad Idleb. Il sisma in Siria «ha distrutto o danneggiato gravemente infrastrutture essenziali e circa 8.900 edifici, tra cui 660 scuole», racconta Oxfam. Solo ad Aleppo si contano «oltre 180 mila sfollati» ridotti allo stremo in «tendopoli sovraffollate o improvvisate con pochissimi beni di prima necessità». «Il Governo ha dichiarato Aleppo, Lattakia, Idleb e Hama zone disastrate», conclude l’organizzazione umanitaria, impegnata in Siria e Turchia per far fronte all’emergenza umanitaria scaturita dal terremoto (qui per sostenere la risposta di Oxfam).

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