
Crisi climatica: un report Oxfam fa luce sui fondi ai Paesi poveri
La crisi climatica avanza e fa danni sempre meno contenibili, in Italia e nel mondo, ma «le emissioni globali continuano ad aumentare» e «i Paesi più ricchi e inquinanti sono indietro di tre anni nel rispetto dell’impegno di stanziare 100 miliardi all’anno in aiuti ai Paesi più poveri, gli ultimi responsabili e le prime vittime del caos climatico in atto. Le cifre annunciate sugli aiuti erogati sono inoltre di gran lunga inferiori rispetto a quelle reali».
A denunciare il fatto, il Climate Finance Shadow Report 2023, diffuso in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente (5 giugno) e del vertice di Bonn, che si apre sempre il 5 giugno, promosso dall’United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC).
Il Report rivela che oltre la metà dei «finanziamenti sono erogati sotto forma di prestiti al loro valore nominale, aumentando il peso del debito estero in economie già fragili e fortemente indebitate, soprattutto in un periodo in cui i tassi di interesse stanno salendo alle stelle». «Tutto questo è profondamente ingiusto», ha dichiarato Nafkote Dabi (policy advisor di Oxfam sulla crisi climatica) in un nota diramata ieri. «I Paesi ricchi trattano con disprezzo i Paesi più poveri e rendono inefficaci i negoziati sul clima, facendo un gioco pericoloso in cui saremo tutti perdenti».
Ai delegati riuniti a Bonn, Oxfam chiede un aumento reale dei fondi destinati alla latta al cambiamento climatico e l’erogazione sottoforma di sovvenzioni e non di prestiti.
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