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Berlusconi e Welby: due pesi, due misure

Berlusconi e Welby: due pesi, due misure

Tratto da: Adista Notizie n° 22 del 24/06/2023

Sulla personalità di Berlusconi, e sulla sua azione politica pluridecennale, sono possibili (possibili di diritto, oltre che di fatto) i giudizi più disparati. Su un aspetto della sua poliedrica figura non dovrebbero esserci dubbi: nonostante occasionali dichiarazioni verbali, la sua vicenda esistenziale si è snodata in totale contraddizione con le norme (sensate o insensate che siano) della Chiesa cattolica. Senza scomodare il (recente) passato in cui la gerarchia ecclesiastica ha rifiutato i funerali religiosi a chi aveva avuto la tessera del Partito comunista italiano o a chi aveva convissuto more uxorio con un partner (un eventuale matrimonio “civile” in Municipio non modificava e non modifica di una virgola lo stato di “pubblici peccatori” cui viene vietato l’accesso ai sacramenti), è ancora vivo nella memoria di chi era adulto nel 2006 il ricordo della decisione del cardinal vicario di Roma, Camillo Ruini, di negare i funerali religiosi a Piergiorgio Welby che, dopo anni di sofferenze inenarrabili, aveva chiesto e ottenuto lo spegnimento delle macchine che lo tenevano in vita artificialmente e la somministrazione di medicinali sedativi.

Ebbene, questa stessa Chiesa oggi celebra solenni funerali religiosi a un cittadino italiano che è stato sposato una prima volta con Carla Elvira Lucia Dall’Oglio, poi divorziato, poi risposato “civilmente” una seconda volta con Veronica Lario, poi divorziato di nuovo e ha convissuto pubblicamente prima con Francesca Pascale e poi con Marta Fascina (con la quale ha celebrato la parodia sfarzosa di un matrimonio). Ovviamente mi limito ai dati oggettivi e indiscussi, tacendo sugli scandali a sfondo sessuale che hanno suscitato la pena di tante donne e l’invidia di tanti maschi.

In una recente lettera ai suoi lettori, in cui segnala un suo pezzo sull’edizione on line de Il Fatto quotidiano, il prete e giornalista don Paolo Farinella riferisce che il cardinale Bagnasco, alla domanda del perché come presidente dei vescovi italiani non criticasse i comportamenti immorali dell’allora Cavaliere, ebbe a rispondergli confidenzialmente che «doveva rispettare il protocollo» (urly.it/3vwvx).

In queste stesse ore il cardinal Ruini dichiara all’Avvenire che Berlusconi «Era persona di grande intelligenza e generosità. Ha avuto meriti storici per l’Italia, soprattutto avendo impedito al partito ex comunista di andare al potere nel 1994. E anche per l’instaurazione del bipolarismo. Inoltre – ha aggiunto Ruini – ha operato molto bene in politica estera». Il cardinale non ha nascosto i suoi sentimenti: «Sono stato uno dei suoi amici. Domani (15 giugno, ndr) celebrerò la santa Messa per lui, perché il Signore nella sua misericordia lo accolga nella sua eterna pienezza di vita» (urly.it/3vwvz).

Quando si trattò di negare i funerali religiosi a Welby, Ruini chiarì che sarebbe stato come legittimare l’eutanasia: perché oggi, celebrarli per Berlusconi, non sarebbe come legittimare il concubinato? Ma non è una novità nella storia bimillenaria della Chiesa cattolica: un peso e una misura per i potenti, un altro peso e un’altra misura per i fedeli “comuni”. La novità sta altrove: che per i primi duemila anni la maggior parte dei fedeli sono rimasti “fedeli” pur vedendone di tutti i colori (tranne, ovviamente, i tanti scismi che hanno sottratto milioni di persone alla Chiesa di Roma), mentre adesso le chiese si vanno svuotando a ritmo crescente. La gente “comune” può anche ammirare la coerenza di un Cavaliere che gioca, dall’esordio alla morte, il ruolo di illusionista; ma non quel clero che gli riserva gli onori dei santi e dei martiri.

Augusto Cavadi con-dirige, con la moglie Adriana Saieva, la Casa dell'equità e della bellezza di Palermo. Ha scritto recentemente "Dio visto da Sud. La Sicilia crocevia di religioni e agnosticismi" (2021) e "O religione o ateismo? La spiritualità 'laica' come fondamento comune" (2021) 

 

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