
New Age, Chiesa e rischi di derive. Chi è il coach del coach?
Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 10 del 16/03/2024
È sempre più diffuso, soprattutto nelle diocesi e nelle comunità religiose francesi, il ricorso a percorsi di accompagnamento e coaching cristiano dal sapore new age, come Alpha e Talenthéo, fondati da Florence (esperta di finanza, coach certificata) e Marc de Leyritz (banchiere, già professore di Strategia d’impresa all’Institut d’Études Politiques di Parigi, anch’egli coach certificato). Da tempo organismi come il francese Centro contro la Manipolazione Mentale (CCMM) mettono in guardia contro l’uso senza riserve di tecniche motivazionali nate nel contesto della New Age e importate dagli Stati Uniti (v. Regards sur..., n. 35/2019). Ora, Talenthéo, rete di 80 coach professionali cristiani la cui missione è «accompagnare positivamente preti, vescovi e religiosi nella loro crescita», sotto la guida di Béatrix de Bréauté, ha organizzato un Colloquio internazionale su “Le visite canoniche e apostoliche nel mondo religioso e secolare, ministero di vigilanza” (Institut Catholique de Paris, 8-9 marzo).
P. Dominique Auzenet, prete della diocesi di Le Mans e fondatore del sito SOS Discernement, in cui segnala e monitora casi di derive settarie e manipolazione mentale, analizza il fenomeno e la questione delle visite apostoliche presso comunità problematiche in un articolo (“Qui coachera les coaches qui coachent l’Eglise?”, 3/3/2024) che ripubblichiamo con il suo consenso in una nostra traduzione dal francese.
Louis Daufresne, a Radio Notre-Dame, presenta un'intervista che potete ascoltare: «Cosa intendiamo per ministero della vigilanza? È una domanda intrigante. La parola vigilanza fa venire in mente gli avvisi meteo. Di che tipo di tempesta stiamo parlando? La Chiesa ha vissuto molte tempeste, e sappiamo che San Paolo si è ribaltato tre volte e che la barca di Pietro imbarca acqua da tutte le parti, come ha sottolineato Benedetto XVI. Il ministero della vigilanza corrisponde al funzionamento delle visite apostoliche e canoniche, che di fatto sono per la Chiesa ciò che le revisioni contabili sono per le imprese. Ma è molto più complesso, perché la vita di questa istituzione non può essere riassunta in obiettivi commerciali o fogli di calcolo Excel. Come evitare gli abusi e rispettare il bene delle persone, sia nel mondo religioso che in quello secolare?».
Béatrix de Bréauté, in un'intervista rilasciata a Céline Hoyeau sul sito La Croix, sottolinea giustamente l'importanza delle visite canoniche, che non datano da oggi: «Mi sembra che, nella gerarchia della Chiesa, quei mezzi di vigilanza e di ascolto delle parole, rappresentati dalle visite canoniche e apostoliche, siano chiamati a dispiegarsi in modo più stimolante e con maggiore impatto. In effetti, secoli prima dell'introduzione delle revisioni contabili nelle aziende o nelle istituzioni, la Chiesa aveva compreso l'importanza del fatto che un governo fosse accompagnato. Ha creato un sistema di regolamentazione del governo degli istituti che ha lo scopo di stimolare e incoraggiare. Tuttavia, le visite canoniche, cioè regolari, possono essere inefficaci. Inoltre, non sempre sono ben accolte».
È vero che nei processi in corso si registrano disfunzioni di ogni genere. Qualche esempio recente: i disaccordi interni all'équipe incaricata di condurre la visita ai Foyer de Charité hanno portato alle dimissioni di mons. Dubost; l'équipe incaricata della visita canonica all'Alliance des Cœurs Unis è al tempo stesso giudice e parte in causa, dal momento che l'esperto nominato d'ufficio, padre Gilbert Narcisse, domenicano, non ha alcun titolo per valutare una deriva settaria e che l’altra esperta, la signora Haushalter, è amica della chiaroveggente Virginie dell’Alliance (si veda la nota in calce all'articolo). È un po' un pasticcio... Cosa fare, allora?
Cito Béatrix de Bréauté: «Ci sembra che sia giunto il momento di pensare a dare maggiore legittimità ed efficacia a queste visite, al servizio della fecondità degli istituti, delle comunità e delle diocesi. I protocolli per le visite sono a macchia di leopardo; diffonderne la prassi sarebbe un bene per la vita della Chiesa. Si potrebbe anche pensare a come migliorare la formazione, l'accompagnamento e la supervisione dei visitatori, per garantire che gli incontri avvengano in un contesto favorevole e di reciproca fiducia fraterna. Cercare di migliorare la nostra pratica di accompagnamento delle relazioni e del governo della Chiesa è profondamente evangelico».
E chi ci aiuterà a farlo? Talenthéo, naturalmente, che organizza il Colloquio. L'intenzione della conferenza è senza dubbio lodevole... ma non si dice né con quali mezzi né con quali strumenti. Eppure gli strumenti utilizzati non sono neutri (PNL, NVC, ecc.) e sono ben lontani dall'aver dimostrato una reale efficacia a medio termine... Molti dei relatori del Colloquio sono stati formati da Talenthéo e hanno già integrato le tecniche di coaching nella loro visione del mondo...
Un pot-pourri di generi
Béatrix de Bréauté a Radio Notre-Dame dice che una visita canonica è come un audit. Ma mons. Touvet (vescovo coadiutore della tormentata diocesi di ToulonFrejus, ndt) sul sito del simposio dice che non lo è... Ancora una volta vediamo emergere una grave difficoltà, quella di mescolare i generi, una difficoltà ben nota in un altro contesto, quello psico-spirituale.
I lettori de La Croix la sollevano nei commenti che seguono l'articolo di Céline Hoyeau. Riporto alcuni estratti da A a D:
A - «Talenthéo e i suoi simili possono certo avere un certo talento... Ma usarlo non è gratuito, dal punto di vista finanziario! Sono d'accordo con chi ha detto: si deve evangelizzare o amministrare? È una ottima domanda. San Paolo ha detto «Mi sono fatto tutto per tutti»... È proprio questo il punto, perché per fare questo bisogna lasciare se stessi, e non "gestire, cioè camuffare, le nostre emozioni" solo per non creare problemi a nessuno... queste sono le tecniche usate oggi nel mondo del lavoro; non c'è mai stata tanta infelicità, falsità, burn-out... suicidi... La verità vi renderà liberi: sembra vero ancora oggi [...]».
B - «Per 25 anni in Francia le visite apostoliche e canoniche sono state affidate per la maggior parte a vescovi che avevano coperto gli abusi. Non sorprende quindi che non abbiano ottenuto grandi risultati. Inoltre, se il mondo degli affari è in crisi è per colpa del management. Quindi la Chiesa deve stare attenta a prenderne in prestito dei modelli. Infine, il ruolo assunto da Talenthéo nell'animazione delle diocesi testimonia la povertà della riflessione pastorale dei nostri vescovi. Devono essere in grande difficoltà per affidarsi a persone i cui orizzonti sono così limitati».
C - «Stavo cercando su internet informazioni su come partecipare al Colloquio sulle visite apostoliche e canoniche di cui si parla all'inizio di questa intervista, e ho scoperto che è organizzato da Talenthéo. Il che suscita tre osservazioni:
1. L'intervista è in realtà uno spot pubblicitario volto a pubblicizzare la conferenza di cui l'intervistato è responsabile.
2. La giornalista che conduce l'intervista non permette ai lettori di conoscere tutte le ragioni di questa inattesa iniziativa.
3. Talenthéo si trova in un conflitto di interessi, tra il proprio ruolo di organizzatore di questo Colloquio e il proprio ruolo di consulente dei decisori istituzionali, che subappaltano a Talenthéo l'intervento in caso di difficoltà di gestione.
In definitiva, è come se Talenthéo si collocasse in una posizione atta a far valere la sua concezione della governance delle comunità legate alla Chiesa in Francia.
Tuttavia, sul campo – per esempio nella nostra parrocchia, che è stata cliente di due percorsi standard di Talenthéo – resta da vedere se, al di là delle petizioni di principio (e della buona volontà degli interessati), questa società di consulenza chiede ai battezzati di "camminare insieme". Il clericalismo può cominciare anche dalla scelta di chi dà gli ordini... E non è attraverso ricette manageriali – alcune delle quali vengono denigrate nelle aziende – che potremo fare Chiesa».
D - «Non ho dubbi che Talenthéo sia nato da buone intenzioni. Ma in che direzione intendiamo aprire la strada alla Chiesa? Per trarre qualcosa di positivo dalle nuove tecniche manageriali, la Chiesa deve diventarlo essa stessa? Nella mia vita di prete ho avuto un vescovo di stampo manageriale. Era quello più universalmente odiato. Usava tattiche e cercava ricette per "gestire" la “sua” diocesi. Per esempio, mi telefonava il giorno del mio compleanno, ma suonava così falso che quasi mi rovinava la giornata. Riesco ancora a sentire il suo tono di voce suadente. Avrei preferito una risposta da uomo a uomo quando c'era un problema reale. Il papa lo ha mandato a fare il manager altrove.
Sorgono due domande: la Chiesa deve evangelizzare o amministrare? Nelle Scritture la risposta è negativa per la seconda. Talenthéo viene presentata come una rete essenziale di esperti e, ripeto, non ho dubbi sulla competenza dei suoi membri. Da qui la seconda domanda: chi valuterà gli esperti? Sotto il vecchio regime, i vescovi erano scelti tra i nobili dal tacco rosso (i nobili in Francia indossavano tacchi rossi su imitazione di Luigi XIV, ndt). Ora, invece di piccoli marchesi, avremo dei manager con i tacchi alti, così sono più “in alto”?».
Fermiamoci qui. Come vedete, un po' di umorismo non fa male.
Da tenere d'occhio!
Certo, mi viene da fare una domanda: non ci sono in ogni diocesi preti saggi, religiose o veri direttori d'azienda, pieni di esperienza, uomini e donne che si sono dimostrati capaci di un buon discernimento, senza bisogno di ricorrere alle ricette dei teorici dei "nuovi" metodi che non conoscono concretamente la vita incarnata dei sacerdoti religiosi o dei laici impegnati (a parte l'ascolto già fatto)?
Nota su Virginie. Poiché Madame de Lacoste-Lareymondie, il vero nome della chiaroveggente ufficiale di mons. Aillet, è difesa da un importante studio legale parigino di comunicazione, sarebbe saggio registrare questo articolo prima che la chiaroveggente lo porti in tribunale per far rimuovere i riferimenti a lei.
*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza
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