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Interrogazione parlamentare sulla rimozione delle armi nucleari a Ghedi e Aviano

Interrogazione parlamentare sulla rimozione delle armi nucleari a Ghedi e Aviano

In Italia, nelle aerobasi militari Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone), sono stoccate più testate termonucleari che in qualsiasi altro Paese d’Europa, un primato decisamente preoccupante nel momento in cui, a motivo della guerra russo-ucraina, il livello di allerta è stato innalzato a “rischio imminente di attacchi terroristici”. Il 2 ottobre 2023, su iniziativa di molte realtà pacifiste e antimilitariste locali, mobilitate per chiedere la rimozione delle armi nucleari in Italia, hanno depositato alla procura della Repubblica del tribunale di Roma una denuncia per la violazione di norme internazionali e nazionali, come il Tnp – Trattato di non proliferazione nucleare – e la legge n. 185 del 1990. Il 3 giugno, Devis Dori, di Europa Verde, ha presentato alla Camera dei Deputati una Interrogazione a risposta scritta per sapere «se il Governo intenda avviare il processo di adesione dell'Italia al Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw), e comunque adottare le iniziative di competenza più adatte al fine della rimozione delle bombe termonucleari presenti nelle basi di Ghedi e Aviano». Il testo di Dori contiene molte notizie interessanti. Lo riportiamo integralmente di seguito.

«Martedì 3 giugno 2025, seduta n. 489

DORI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

  • nelle aerobasi militari di Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone) sono stoccate circa 40 bombe termonucleari, sotto il controllo statunitense, facendo dell'Italia il Paese Nato con il maggior numero di testate nucleari Usa in Europa e l'unico Stato europeo a disporre di due basi operative nell'ambito della condivisione nucleare della alleanza;
  • Ghedi partecipa alle esercitazioni nucleari Nato Steadfast Noon e dal 1991 partecipa alle principali missioni belliche Usa e Nato, configurandosi come un obiettivo militare altamente sensibile, come lo stormo Usaf «Liberty Wing» di Aviano;
  • a seguito del conflitto russo-ucraino, la base è entrata in Force Protection Condition «Bravo», dal 2024 il livello di allerta è stato innalzato a «Charlie»: rischio imminente di attacchi terroristici;
  • il Nuclear Weapons Ban Monitor 2024, informa che le nuove bombe termonucleari B61-12 erano già in Europa. Aviano ne stoccherebbe circa 30 unità, Ghedi circa 15 unità. Questa base ospita 30 nuovi caccia F-35A;
  • tale concentrazione pone gravi interrogativi sulla sicurezza della popolazione locale, soprattutto in caso di esplosioni accidentali, attacchi terroristici o bombardamenti;
  • in conformità con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 2003, la delibera della giunta regionale della Lombardia n. 2129 del 2014 classifica l'area di Ghedi come zona sismica 2, dove possono verificarsi forti terremoti;
  • Greenpeace ipotizza che, in caso di incidente nucleare, le vittime tra i cittadini potrebbero variare tra i 2/10 milioni;
  • il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari, articolo 182 del decreto legislativo n. 101 del 2020, aggiornato il 9 marzo 2022 e recepito a livello provinciale nel 2024, disciplina unicamente le misure da adottare in caso di incidenti in impianti nucleari «oltre frontiera», non contempla scenari di emergenza nelle basi italiane;
  • la regione Lombardia, con delibera n. 1237 del 2023, ha istituito 30 microdepositi per lo stoccaggio di compresse di ioduro di potassio, utili per proteggere la tiroide dall'assorbimento di iodio radioattivo, ma inefficaci in caso di reazione nucleare incontrollata;
  • a novembre 2024, la direzione generale welfare della regione ha organizzato un corso di formazione per operatori pubblici sulle procedure per le emergenze radiologiche e nucleari, rendendo ancora più concreta la preoccupazione per un possibile attentato a Ghedi;
  • molte realtà pacifiste e antimilitariste locali si sono mobilitate per chiedere la rimozione delle armi nucleari in Italia, depositando alla procura della Repubblica del tribunale di Roma – il 2 ottobre 2023 – una denuncia per chiedere l'accertamento di responsabilità, anche in sede penale per la violazione di norme internazionali e nazionali, come il Tnp – Trattato di non proliferazione e la legge n. 185 del 1990. Tra le più attive nel Bresciano vi sono le associazioni «Donne e Uomini Contro la Guerra» e il «Centro Sociale 28 Maggio». 56 Enti locali della provincia hanno chiesto la firma del Tpnw. Iniziative analoghe sono state fatte anche per Aviano;
  • il 28 gennaio 2025, i ricercatori del Bulletin of the Atomic Scientists hanno posizionato l'Orologio dell'Apocalisse a soli 89 secondi dalla mezzanotte, indicando il massimo livello di rischio nucleare dalla sua creazione;
  • l'articolo 11 della Costituzione sancisce che l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali –:

se il Governo intenda avviare il processo di adesione dell'Italia al Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw), e comunque adottare le iniziative di competenza più adatte al fine della rimozione delle bombe termonucleari presenti nelle basi di Ghedi e Aviano, in maniera tale da garantire la sicurezza della popolazione, sostenendo la rapida definizione di piani di emergenza contro il rischio radiologico e nucleare dovuto alla presenza di armi nucleari, assicurando la massima informazione alle popolazioni interessate».

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