
Ripristino della natura: si conclude positivamente il tormentato iter del Regolamento UE
Una data storica: lo scorso 17 giugno, nel corso della riunione del Consiglio Ambiente (rappresentanza dei ministri dell'Ambiente dei Paesi membri dell’Unione Europea) che si è svolto a Lussemburgo, il Nature Restoration Law – la proposta di Regolamento europeo che prevede il ripristino degli ecosistemi degradati terrestri, marini, agricoli e urbani del 20% (30% in zone più a rischio) entro il 2023 e del 100% entro il 2050 – è stato approvato in via definitiva, dopo mesi di stallo causati dall’ostruzionismo delle destre europee e di alcuni Paesi come l’Italia meloniana, oppositori incalliti contrari al Green Deal e sordi agli appelli di scienziati, popoli e società civili organizzate. La proposta di Regolamento aveva bisogno di una maggioranza qualificata (65% dei Paesi al Consiglio) già il 25 marzo scorso, quando in Consiglio UE Ambiente era previsto un voto puramente formale sul provvedimento già passato in Parlamento dopo oltre un anno di braccio di ferro. Il 22 marzo, però, la presidenza belga del Consiglio constatava la mancanza di tale maggioranza qualificata (venuta meno per l’improvviso dietrofront dell’Ungheria) e, onde evitare la secca bocciatura del Nature Restoration Law, decideva di rinviare il voto a data da destinarsi (v. Adista Notizie n. 13/24). Quella di marzo è stata una doccia fredda per gli ambientalisti europei, già pronti a stappare la fatidica bottiglia, che a quel punto hanno fatto due più due: e cioè, con l’approssimarsi delle elezioni europee di giugno e dunque con l’“onda nera” che presumibilmente stava per abbattersi sul Vecchio continente, rinviare il voto alla nuova legislatura sarebbe equivalso a condurlo definitivamente su un binario morto.
Ma poi, appunto, è arrivata l’ennesima sorpresa, questa volta buona: l’Austria, tra i Paesi ostili al Regolamento in discussione, ha improvvisamente cambiato idea, portando la maggioranza in Consiglio al 66%. Il 18 giugno, il portale ambientalista Lifegate attribuisce questo colpo di scena alla decisione autonoma e contro il proprio governo, «quasi da dissidente», della ministra per il Clima e l’Ambiente Leonore Gewessler, che fa parte dei Verdi austriaci.
La Nature Restoration Law entrerà dunque in Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, legge vincolante in quanto Regolamento, che i governi dovranno al più presto attuare nei Paesi membri.
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* Foto di Sonja Lindberg da Pixabay
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