Dalla storia alla politica
Newsletter n.352 del 30 novembre 2024
Cari amici,
la lettera firmata da molti di voi "ai nostri contemporanei del popolo Ebraico della Diaspora" è stata inviata in data 29 novembre 2024 a tutte le comunità e le sezioni dell'ebraismo italiano, alla Presidente dell'Unione e al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. Essa è stata pubblicata dai siti del Fatto Quotidiano, del Manifesto, di Adista; altri siti l'hanno pubblicata nella versione circolata in precedenza nella fase di gestazione. Le ultime firme sono state quelle del premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel e del Presidente dell'Agorà degli Abitanti della Terra Riccardo Petrella.
Una prima risposta da parte dei destinatari è giunta dalla comunità ebraica di Napoli e dalle sezioni del Sud e delle Isole; è una replica in forte dissenso ma articolata e indizio del fatto che un dialogo può essere istituito e dunque è un riconoscimento dell'utilità di questa iniziativa. In particolare la comunità ebraica di Napoli sostiene "che l'antisemitismo non è stato determinato dalla guerra a Gaza ma semplicemente si è manifestato in modo plateale e pubblico nel momento in cui Israele è apparso vulnerabile. E questo perché, piaccia o meno, nell'immaginario collettivo Israele viene identificato con gli Ebrei, con tutti gli Ebrei, e gli Ebrei vengono identificati con Israele". Il nostro intento è appunto quello di contrastare questo antisemitismo anche mediante il riconoscimento della distinzione tra Ebrei e Israeliani.
Altro tema assai discutibile riguarda la storia che ha portato alla situazione attuale su cui sarà bene continuare la riflessione e l'indagine. La comunità di Napoli afferma "l'evidenza storica e demografica di uno Stato creato in una ex provincia dei vari regni e imperi che si sono succeduti in quella regione dove c'era spazio a sufficienza per creare due Stati, ma che invece, per il rifiuto della parte araba ad accettare uno Stato non musulmano in quei luoghi ha portato paradossalmente alla nascita dello Stato non accettato (Israele) e alla mancata indipendenza di quello per il quale tutto il mondo arabo diceva e dice di battersi": sono appunto queste tormentate origini che occorre rivisitare, perché è a partire da una corretta lettura della storia passata che si può trovare una soluzione alle tragedie del presente.
Questi primi riscontri alla lettera ci incoraggiano a proseguire in questa ricerca e in questo dialogo e con una empatia per tutte le vittime che gli amici ebrei di Napoli ci contestano di non avere espresso abbastanza nel nostro documento.
La lettera agli Ebrei, come è detto in calce alle firme, può essere liberamente riprodotta e scambiata così da promuovere e incentivare il necessario dialogo.
Nel nostro sito pubblichiamo una intensa lettura di Roberta De Monticelli sul difficile processo attraverso cui si è giunti ai mandati di arresto della Corte Penale Internazionale, e un articolo sull'iniziativa di 2500 città contro la pena capitale.
Con i più cordiali saluti,
Chiesa di Tutti Chiesa dei Poveri
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