
Comunità energetiche: fedi unite per l’ecologia
Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 43 del 14/12/2024
Introduzione
Il concetto di ecologia integrale propone un approccio olistico che riconosce le interconnessioni tra ambiente, economia, società e aspetti spirituali dell'esistenza umana. In un mondo sempre più afflitto da sfide ambientali, questa visione assume un'importanza fondamentale. Nell'Islam, l'ecologia integrale è intimamente legata al principio della custodia della Terra, il quale comporta una profonda responsabilità nei confronti della creazione. Affrontare il cambiamento climatico non è solo una questione scientifica, ma anche un imperativo etico e spirituale. La cooperazione tra diverse fedi rappresenta una strategia chiave per mobilitare risorse e idee innovative. Un esempio emblematico di questa collaborazione è il Patto firmato a Roma nel 2023, che ha visto la Grande Moschea di Roma e la Pontificia Università Antonianum dei frati francescani unirsi per costituire la prima comunità energetica interreligiosa, destinata alla produzione di energia solare.
Dialogo interreligioso: un necessario ponte
Nell’Islam, il concetto di custodia è radicato nell’idea di "khalifah", il ruolo di guardiani della Terra che ogni individuo ha. Questo dovere implica non solo il rispetto per la creazione, ma anche un impegno attivo per preservare l’ambiente. Il Corano riporta vari versetti che incoraggiano la sostenibilità, la giustizia sociale e il rispetto per tutte le forme di vita. La relazione tra l'umanità e la natura è vista come un legame sacro, e il danneggiamento dell’ambiente è considerato una violazione di questo legame.
Il cambiamento climatico è una delle sfide principali della nostra epoca e rappresenta una minaccia non solo per l'ambiente ma anche per la vita di milioni di persone. Le nazioni musulmane, come tutte le altre, devono affrontare questa crisi globale attraverso politiche sostenibili e pratiche che riflettano i valori ecologici dell'islam. Tuttavia, si deve anche riconoscere che le soluzioni efficaci richiedono la cooperazione tra diverse fedi e comunità.
L'importanza della collaborazione per affrontare il cambiamento climatico
Nel contesto attuale, la cooperazione è diventata essenziale per affrontare opportunamente i vari aspetti del cambiamento climatico. Le diverse religioni e culture possono contribuire a una comprensione più ricca delle sfide ecologiche, mobilitando le loro comunità verso azioni collettive. Il dialogo interreligioso è fondamentale per costruire una società più giusta e sostenibile. Esso offre uno spazio per il confronto e la condivisione di esperienze, creando opportunità di apprendimento reciproco.
Le religioni possono fare leva sui loro insegnamenti condivisi per promuovere una coscienza ecologica, molti testi religiosi parlano dello sfruttamento irresponsabile delle risorse naturali e delle conseguenze dei peccati contro la creazione. Le fedi possono lavorare insieme per affrontare i problemi ambientali, instaurando un dialogo che pone l’accento non solo sulle differenze, ma anche sui valori comuni che uniscono le diverse tradizioni.
Il dialogo interreligioso aiuta a formare una rete di solidarietà. Attraverso questo scambio, le comunità religiose possono sensibilizzare i loro membri sull'importanza della sostenibilità e sulle azioni concrete da intraprendere. Inoltre, questo dialogo può facilitare il rafforzamento di politiche globali e locali che incoraggiano pratiche ecocompatibili.
La prima comunità energetica interreligiosa: un modello di collaborazione tra fedi
La creazione della prima comunità energetica interreligiosa, frutto del patto firmato il 13 marzo 2023 tra la Pontificia Università Antonianum (PUA) e il Centro Islamico Culturale d’Italia della Grande Moschea di Roma, rappresenta un importante passo verso un futuro sostenibile e inclusivo. Questo progetto segna un omaggio al pontificato di papa Francesco, riconoscendo l'importanza delle sue encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti, nonché del Documento sulla Fratellanza umana, firmato insieme al Grande Imam di al-Azhar Al-Tayyeb. L'iniziativa si propone di creare un modello di cooperazione interreligiosa che non solo affronta le sfide ecologiche, ma promuove anche la pace e la comprensione reciproca.
Il patto siglato è il frutto di un incontro tra i leader delle due istituzioni, svoltosi in occasione dell’anniversario dell’elezione di papa Francesco. Questo momento è simbolico e significativo, poiché mette in luce il dialogo interreligioso come strumento fondamentale per superare le divisioni e promuovere un mondo più sostenibile. La scelta di avviare un progetto condiviso nel campo dell’energia rinnovabile è un passo concreto per tradurre in azione quei valori di solidarietà e rispetto per la creazione espressi nei documenti pontifici.
L'iniziativa ha come prima tappa l'installazione di pannelli solari sui tetti della Pontificia Università Antonianum, della Grande Moschea di Roma e della Curia Generalizia dell'Ordine dei Frati Minori. Questo non è solo un passo verso la sostenibilità energetica, ma anche una dimostrazione concreta della possibilità di collaborazione tra diverse tradizioni religiose.
L'installazione dei pannelli solari rappresenta un impegno per l'uso di fonti di energia rinnovabile, riducendo l'impatto ambientale e contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico. La produzione di energia da fonti rinnovabili non è solo una questione di sostenibilità, ma è anche un valore spirituale condiviso tra le diverse fedi, che vedono nella tutela dell'ambiente una responsabilità morale fondamentale.
Diffondere la cultura del dialogo e della collaborazione
Il messaggio principale di questo progetto è chiaro: adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione come condotta e la conoscenza reciproca come metodo e criterio. Questo approccio è essenziale per costruire relazioni di fiducia e rispetto tra le comunità, superando stereotipi e pregiudizi. Il dialogo tra le diverse confessioni religiose non è solo un'opzione, ma una necessità in un mondo sempre più polarizzato. La firma del patto rappresenta un riconoscimento delle responsabilità condivise che le comunità religiose hanno nel promuovere pace e giustizia sociale. Attraverso il dialogo, è possibile affrontare questioni comuni, quali la povertà energetica e le disuguaglianze ambientali, generando un impatto positivo nelle comunità.
La creazione di una comunità energetica interreligiosa dimostra che è possibile affrontare le crisi globali, come il cambiamento climatico e la precarietà energetica, attraverso l'unità e la cooperazione. L'energia così prodotta non sarà solo una risorsa economica, ma diventerà un simbolo di pace e fraternità. Condividere l'energia, in questo caso, diventa un atto di solidarietà e di cura reciproca, contribuendo a un modello di sviluppo sostenibile e responsabile.
Conclusione
L’ecologia integrale nell'Islam offre una prospettiva importante per affrontare le crisi ecologiche del nostro tempo. La necessità di cooperazione interreligiosa nel combattere il cambiamento climatico è più urgente che mai. La firma del Patto per la Comunità Energetica Interreligiosa a Roma rappresenta un passo significativo verso un futuro in cui diverse fedi possono lavorare insieme in armonia per la custodia della Terra e il benessere delle comunità.
Il patto firmato a Roma rappresenta un esempio luminoso di come diverse fedi e comunità possano unirsi per un obiettivo comune: la sostenibilità. La prima comunità energetica interreligiosa ha il potenziale di diventare un modello replicabile in altre città e contesti, dimostrando che il dialogo interreligioso e la collaborazione possono realmente affrontare le sfide del cambiamento climatico.
Attraverso il dialogo interreligioso e l'impegno collettivo, possiamo affrontare il cambiamento climatico e costruire un modello di sostenibilità che non solo rispetti la nostra diversità culturale e religiosa, ma la utilizzi come una fonte di forza per un bene comune più grande. In un tempo in cui il mondo affronta sfide senza precedenti, la collaborazione fra fedi diverse emerge non solo come necessità, ma come opportunità per rifondare le nostre relazioni con l’ambiente e con gli uni e gli altri.
Nader Akkad è cittadino italiano di origine siriana, ingegnere e docente universitario con una passione per l'insegnamento e la ricerca. Dal 2019, ricopre il ruolo di imam e consigliere affari religiosi presso la Grande Moschea di Roma, esperto di mariologia islamica, ecologia integrale, con un forte impegno nel dialogo interculturale e interreligioso con la Conferenza Episcopale Italiana (Cei).
*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!