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CELIBATO OPZIONALE, DONNE PRETE, DIVORZIATI RISPOSATI: LE RICHIESTE DEI RELIGIOSI CANADESI AL PAPA

Tratto da: Adista Documenti n° 24 del 25/03/2006

DOC-1717. MONTREAL-ADISTA. La Chiesa deve rivedere la sua rigida posizione in materia di morale sessuale e ripensare ad un pieno coinvolgimento dei divorziati risposati, degli omosessuali, delle donne, ad un celibato opzionale dei preti e all'ordinazione femminile; solo così, superando regole ormai desuete e dando la priorità alle problematiche quotidiane dei fedeli, potrà diventare davvero profetica, come auspicato dal Concilio Vaticano II. Sono dirompenti le richieste che la Conferenza dei Religiosi Canadesi (Crc) esprime in un lungo documento rivolto ai vescovi del Paese, elaborato in occasione della loro prossima visita ad limina in Vaticano, in programma per maggio.

Il documento - elaborato in forma di lettera ai vescovi - è il frutto di un sondaggio effettuato tra i religiosi durante la scorsa primavera, nel quale sono stati isolati "i grandi denominatori comuni", come spiega sul quotidiano canadese La presse p. Alain Ambeault, presidente della Crc (che raccoglie 213 congregazioni religiose con più di 22.000 sacerdoti, compresi francescani, domenicani e gesuiti). Al sondaggio ha risposto il 60% circa dei membri, e il Consiglio d'amministrazione dell'organismo ha poi approvato a dicembre il documento all'unanimità: "Si tratta di un passo eccezionale - prosegue il presidente - reso necessario dal fossato esistente tra la realtà e il linguaggio della Chiesa. Siamo stati sorpresi dall'unanimità espressa dalle congregazioni in tutto il Paese".

La lettera, tra le altre cose, auspica il ritorno della pratica dell'assoluzione collettiva (rigidamente limitata a casi eccezionali dal Vaticano nel 1996 e poi dalla lettera apostolica motu proprio del 2002 Misericordia Dei), ed un maggiore coinvolgimento dei laici nelle celebrazioni liturgiche e nei processi decisionali della Chiesa. "Non pensiamo che il Vaticano cambierà la sua posizione", afferma Ambeault, "ma pensiamo che possa esserci maggiore autonomia per le Chiese nazionali, per un approccio che sia più adatto ai loro fedeli". "Abbiamo la ferma convinzione - scrive lo stesso presidente della Crc in una lettera ai membri dell'organismo - che questo messaggio ai vescovi rifletta il pensiero dei vertici delle comunità religiose e della maggioranza dei religiosi e delle religiose canadesi". Pertanto, si legge sul sito Internet della Crc, il desiderio è quello che "i nostri vescovi siano portatori di ciò che il popolo di Dio esprime".

Di seguito pubblichiamo ampi stralci della lettera dei religiosi ai vescovi, in una nostra traduzione dal francese (ludovica eugenio)

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