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GENOVA SULL'ATTENTI. È UN GENERALE DI CORPO D'ARMATA IL NUOVO ARCIVESCOVO DEL CAPOLUOGO LIGURE

Tratto da: Adista Notizie n° 61 del 09/09/2006

33522. GENOVA-ADISTA. È mons. Angelo Bagnasco, Ordinario Militare per l'Italia, con il grado di generale di Corpo d'Armata, il nuovo arcivescovo di Genova. Succede al card. Tarcisio Bertone che, come annunciato dal papa lo scorso 22 giugno, è stato nominato Segretario di Stato vaticano a partire dal prossimo 15 settembre (v. Adista n. 49/06). La notizia l'ha data lo stesso card. Bertone, il 29 agosto, al termine della messa al santuario della Madonna della Guardia: "Benedetto XVI mi ha designato come suo nuovo Segretario di Stato. Assumerò l'incarico dal 15 settembre. Papa Benedetto ha voluto provvedere subito alla nomina del mio successore e lo ha scelto nella persona di sua eccellenza mons. Angelo Bagnasco", un ligure "dopo due piemontesi [Bertone e Canestri, ndr] e un lombardo [Tettamanzi, ndr]".

Mons. Bagnasco ha ‘bruciato' in extremis la candidatura del biblista mons. Luciano Monari, vescovo di Piacenza, che prima dell'estate sembrava pronto a trasferirsi sotto la Lanterna: ad aver pesato sulla sua nomina, oltre ai buoni uffici del card. Ruini – che nel 2001 lo volle presidente del Consiglio di amministrazione di Avvenire e nel 2003 lo propose ordinario militare –, anche le pressioni dagli ambienti conservatori della curia e di alcuni influenti personaggi della ‘Genova che conta' (fondazioni bancarie, enti e i principali ospedali della città, Galliera e Gaslini, per statuto presieduti dall'arcivescovo) che hanno convinto il card. Bertone a sponsorizzare la nomina di Bagnasco. Del resto la promozione di un Ordinario Militare ad una delle più importanti diocesi italiane, nonché sede cardinalizia, sembra fare seguito anche alle parole di apprezzamento per l'importante "azione pastorale degli Ordinariati militari della Chiesa Cattolica" contenute nel messaggio di papa Ratzinger per l'ultima Giornata mondiale della pace, 1 gennaio 2006 (v. Adista n. 1/06).

La speranza di don Gallo

Fra i primi a congratularsi con il neo-arcivescovo, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha inviato a mons. Bagnasco un telegramma di auguri e "fervidi auspici per la sua nuova missione", e l'ex ministro Claudio Scajola (nativo di Imperia), oltre alle istituzioni locali liguri.

Accoglienza positiva pure da buona parte del clero genovese (mons. Bagnasco è ben conosciuto per i molti incarichi ricoperti in diocesi negli anni ‘80 e ‘90) che ora si aspetta un arcivescovo che rimanga a Genova più a lungo del card. Tettamanzi (7 anni, dal 1995 al 2002) e soprattutto del card. Bertone (4 anni, dal 2002 al 2006). Voce fuori dal coro quella di don Paolo Farinella il quale parla di una "nomina-premio" che non tiene conto delle "esigenze della città": "per il ruolo che ha ricoperto (quello di Ordinario Militare, ndr) e per come l'ha ricoperto in questi anni credo non sia la persona giusta per Genova". E di don Andrea Gallo, della Comunità di san Benedetto al Porto, che però auspica la ‘conversione' del nuovo arcivescovo: "Quando fu nominato il vescovo di Olinda Recife, dom Helder Camara, in molti pensarono quello che ora pensa don Paolo. Poi però dom Camara cominciò dagli ultimi, andò nelle baracche, addirittura lasciò il suo bel palazzo vescovile e andò a vivere in un appartamento in mezzo al quartiere più popoloso, in mezzo alla gente". Allora "intanto bisogna accogliere il nuovo pastore", dice don Gallo, "poi magari occorre chiedergli che cominci dagli ultimi".

Le associazioni laicali sono soddisfatte. Lorenzo Caselli, già presidente nazionale del Meic e docente di Economia all'università di Genova, saluta il neo-arcivescovo e, dalle pagine locali di "Repubblica" (29/8) avanza subito tre proposte: "convocare un sinodo della Chiesa genovese per preparare un nuovo annuncio"; puntare e investire sulle parrocchie; creare una "Fondazione di studio di Dottrina sociale della Chiesa, dove concentrare il patrimonio di conoscenza, di solidarietà, di diversità, di confronto sui grandi disegni civili". E, sempre sulle pagine genovesi di "Repubblica" (26/8), alla vigilia dell'ufficializzazione della nomina ma quando l'arrivo Bagnasco era già ampiamente previsto, Angelo Cifatte e Silvana Caselli ("a nome di un gruppo di riflessione di 150 cattolici") scrivono: "abbiamo bisogno di un vescovo che eviti le inaugurazioni mondane ma visiti realmente la diocesi incontrando i preti e ripristinando il dialogo con il mondo laicale"; "abbiamo bisogno di un vescovo che sappia porsi come interlocutore della ‘politica' senza compromessi, ma nella libertà della sua profezia e nel rispetto della politica e dei cristiani impegnati a gestire la res publica secondo coscienza". (luca kocci)

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