LA CHIESA DI BUSH CONTRO LA GUERRA DI BUSH. NEGLI USA, I METODISTI LANCIANO UNA CAMPAGNA PACIFISTA
Tratto da: Adista Notizie n° 69 del 07/10/2006
33570. WASHINGTON-ADISTA. Una settimana di proteste e atti di disobbedienza civile per l'immediato ritiro delle truppe dall'Iraq e la sottoscrizione di un appello per la pace: a farsi promotore di questa campagna non è stato un movimento pacifista ma la Chiesa Metodista Unita, ovvero la confessione a cui appartiene il presidente statunitense George W. Bush.
La "Dichiarazione di Pace", questo il titolo dell'iniziativa, si è svolta in 150 città statunitensi nella forma di una settimana di mobilitazione (dal 21 al 28 settembre), partendo da un appello all'azione nonviolenta per porre fine alla guerra in Iraq. Grazie all'adesione di più di 500 gruppi, la metà dei quali rappresentati da organismi di matrice religiosa, nonché di otto membri del Congresso, si è trattato di un importante atto "di testimonianza morale per dare un nuovo corso al nostro Paese", come ha detto il vescovo metodista Susan Morrison. Articolata in più di 400 eventi - marce e manifestazioni, celebrazioni interreligiose, veglie e processioni, fino ad atti di disobbedienza civile nonviolenta presso le sedi locali del Congresso e basi militari un po' in tutto il Paese - la Campagna ha avuto il suo momento culminante nell'atto della firma pubblica dell'appello da parte dei Metodisti Uniti e di altri presenti, davanti alla Casa Bianca, e della consegna a mano del documento.
"Il presidente mente sul possesso di armi di distruzione di massa da parte dell'Iraq e ha lanciato un'offensiva ‘illegale'", hanno detto alcuni relatori durante la manifestazione di Washington. "La nostra richiesta in quanto movimento è di finire la guerra ora", ha affermato la Morrison, perché la situazione attuale in Iraq è "un incendio senza fine che consuma vite, risorse e le fragili possibilità di pace". La manifestazione non si è svolta senza incidenti: trentaquattro manifestanti - nessuno dei quali appartenente alla Chiesa Metodista Unita - che cercavano di consegnare la Dichiarazione a Bush in persona, sono stati arrestati e accusati di condotta turbolenta.
Il clero metodista ha firmato la Dichiarazione per porre fine alla guerra e ha confermato il proprio impegno esplicito per trasformare l'appello in un progetto concreto per la pace. Protestare contro la guerra, ha affermato Jim Winkler, uno dei vertici della Chiesa Metodista Unita, non è diverso rispetto al resto del lavoro che la Chiesa svolge per promuovere altre mobilitazioni di carattere sociale. La Chiesa ha espresso posizioni profetiche sui diritti civili, sui diritti delle donne e sul disarmo nucleare prima che il Congresso agisse, ha spiegato.
Membri della gerarchia dei Metodisti Uniti si sono incontrati ogni settimana con membri del Congresso proprio sul tema della guerra in Iraq: "Vediamo sempre più repubblicani a disagio rispetto al mantenimento della rotta", ha detto Mark Harrison, responsabile del programma "Pace con giustizia". Secondo il vescovo Morrison, la presenza Usa in Iraq sta "solo aggravando la situazione"; "l'Iraq è ora in guerra civile - concorda Winkler – perché noi siamo lì".
Come la posizione del più illustre tra i suoi aderenti dimostra, non tutti i Metodisti la pensano in questo modo: le differenze di opinione d'altronde vanno rispettate, afferma uno dei vertici della Chiesa metodista di Washington. "Questo però non cambia il fatto che i leader ecclesiali hanno una responsabilità profetica". (ludovica eugenio)
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