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CADE A PEZZI LA COMUNIONE ANGLICANA. SEMPRE PIÙ PROFONDI I DISSIDI TRA NORD E SUD

Tratto da: Adista Notizie n° 73 del 21/10/2006

33592. LONDRA-ADISTA. La cattedrale di Canterbury - centro morale dell'anglicanesimo in tutto il mondo - sta cadendo a pezzi. La Chiesa d'Inghilterra ha lanciato il 9 ottobre un appello disperato per trovare i 50 milioni di sterline (oltre 75 milioni di euro) necessari per lavori di restauro urgente: altrimenti "gli effetti potrebbero essere disastrosi".

Ma il degrado della sua chiesa è solo l'ultimo dei problemi per l'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams. Egli è il leader riconosciuto (anche se con pochi poteri effettivi) di una Comunione Anglicana in preda ad una crisi ogni giorno più grave che la sta portando, secondo le sue parole, a navigare in "territori inesplorati". Per molti, però, la denominazione in cui si riconoscono oltre 70 milioni di cristiani sta semplicemente continuando un lento, ma inevitabile, scivolamento verso lo scisma.

La crisi, apparentemente inarrestabile, ruota attorno al ruolo degli omosessuali e delle donne nella vita ecclesiale e vede contrapposte le Chiese dei Paesi sviluppati, liberal e generalmente più "inclusive", e quelle tradizionaliste del Sud del mondo, che accusano il Nord ricco e occidentalizzato di decadenza morale e di tradire i valori del Vangelo.

Così come la cattedrale, tutta la struttura della Comunione Anglicana rischia di crollare tanto che è in forse persino la prossima Conferenza di Lambeth – l'incontro decennale che riunisce ogni dieci anni i più importanti vescovi anglicani di tutto il mondo – che dovrebbe tenersi nel 2008. I primati del Sud del mondo, riuniti nel gruppo del Global South, minacciano di non prendere parte alla conferenza se ci sarà anche Gene Robinson, il vescovo apertamente gay del New Hampshire, o qualcuno di quei vescovi che nel 2003 l'hanno consacrato. Il gruppo del Global South si era formato nel 2003 proprio in polemica con questa ordinazione, accusando l'Ecusa (la Conferenza episcopale anglicana degli Stati Uniti) di aver rotto una moratoria sulle ordinazioni che il Windsor Report del 1998 aveva imposto finché gli anglicani si interrogavano sul posto da dare agli omosessuali nella vita della Chiesa.

La crisi si è poi ulteriormente aggravata quando l'Ecusa ha eletto nel giugno scorso una donna come proprio presidente, Catherine Jefferts Schori (v. Adista n. 51/06). Alcune Chiese anglicane permettono l'ordinazione sacerdotale e anche episcopale delle donne mentre altre si oppongono fermamente ad essa: ma fino ad oggi si era evitata una rottura definitiva, grazie ad un fragile equilibrio che si è rotto con l'elezione della Schori. La presidente ha infatti un ruolo di "supervisione" su tutti i vescovi americani: una realtà che sette diocesi non hanno accettato, chiedendo ai primati del Global South una "supervisione alternativa". Dopo un incontro in Rwanda, i primati conservatori hanno accettato, dicendo di comprendere perfettamente le "gravi conseguenze" del loro gesto ma affermando che "mancheremmo alla nostra testimonianza apostolica se non fornissimo questo servizio a coloro che tengono saldi gli impegni della fede anglicana storica".

Sono questi i primi passi che arriveranno a creare due Chiese anglicane sullo stesso territorio: un fatto non senza precedenti nell'anglicanesimo ma che di fatto spianerebbe la strada alle minoranze conservatrici presenti in altri paesi, ad esempio la Gran Bretagna, e che aprirebbe una valanga di contestazioni e processi sulla divisione degli ingenti beni, principalmente immobiliari, dell'Ecusa. Ma il vero paradosso sarebbe un altro: le due Chiese parallele non sarebbero "in comunione" tra di loro, pur restandolo entrambe con l'arcivescovo di Canterbury. Williams, da parte sua, ha ribadito che tutti i vescovi anglicani saranno invitati a Lambeth 2008 e spera di riuscire a tenere unite in qualche modo le diverse anime dell'anglicanesimo mondiale almeno fino a quella data, quando potranno parlarsi francamente ed arrivare eventualmente anche allo scisma. Ma difficilmente i vescovi più accesi del Global South, a cominciare dal presidente Peter Akinola, primate della Nigeria, accetteranno di sedersi fianco a fianco con Robinson o la Schori.

Non è d'accordo con Akinola, però, una delle figure più influenti dell'anglicanesimo mondiale: il premio Nobel per la pace Desmond Tutu che, licenziando la sua biografia ufficiale in occasione dei suoi 75 anni, si è detto "rattristato" per la posizione dei suoi confratelli africani contro l'ordinazione degli omosessuali. (a. s.)

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