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LA PREOCCUPAZIONE DEI PRETI NATI DOPO IL VATICANO II

Tratto da: Adista Documenti n° 80 del 11/11/2006

Ai nostri vescovi, al Presidente della Conferenza episcopale francese e al Nunzio apostolico a Parigi

In un articolo del 12 ottobre (p. 24), il quotidiano La Croix dà notizia dell'imminente pubblicazione da parte del nostro papa Benedetto XVI di un motu proprio che renderebbe accessibile a tutti il rito tridentino della celebrazione eucaristica. L'indomani, una reazione di mons. Le Gall , su quello stesso giornale, conferma questa informazione e le questioni che potrebbe sollevare.

Accanto ai commenti e ad altre reazioni che noi speriamo numerose, soprattutto da parte dei nostri confratelli più anziani che ci hanno formati e con cui oggi collaboriamo, noi, preti nati dopo il Concilio Vaticano II, vogliamo apportare il nostro particolare contributo.

1. Affermiamo il nostro attaccamento al rito di Paolo VI. Fin dal nostro battesimo, esso ci accompagna nel nostro cammino di fede ed è al servizio della nostra ricerca di Dio. Non cessiamo di constatarne le ricchezze tanto sul piano spirituale quanto sul piano apostolico e missionario, in particolare nei confronti delle giovani generazioni.

2. È ancora poco tempo (meno di 15 anni) che ci siamo impegnati nel ministero presbiterale. A nostro agio con lo spirito del nostro tempo, abbiamo scelto di essere testimoni del Vangelo in quanto preti e abbiamo riconosciuto nella vita della Chiesa un equilibrio tra la fedeltà a Cristo e l'attualità del mondo. Correre il rischio di rompere questo equilibrio con la decisione simbolica di proporre un ritorno ad un antico rito è qualcosa che destabilizza e minaccia l'unità del gruppo di giovani preti già caratterizzati da sensibilità molto diverse.

3. Da qualche anno si sente un discorso a getto continuo sugli "abusi" o gli "eccessi" della liturgia nata dal Concilio Vaticano II, che però non precisa mai di cosa si tratti. Certo, siamo al corrente delle esitazioni nella messa in opera della riforma liturgica, di alcuni errori, ma tutto questo ci sembra storia antica. Di qualunque cosa si tratti, non può essere l'asse del governo della nostra Chiesa.

4. Oggi, non mancano le difficoltà nel rendere accessibile ai nostri contemporanei il messaggio cristiano. Noi avvertiamo come il bisogno più urgente quello di ricevere dal nostro papa Benedetto XVI segni di incoraggiamento ad inserirci nel mondo così com'è, per portarvi la testimonianza di una vita autenticamente cristiana, invece che a rituffarci in una vita liturgica di un'altra epoca.

Preti nati dopo il Vaticano II

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