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ORA È UFFICIALE: SULL'INGRESSO DELLA TURCHIA IN EUROPA IL VATICANO HA CAMBIATO IDEA

Tratto da: Adista Notizie n° 3 del 13/01/2007

33693. PARIGI-ADISTA. Questa volta è ufficiale: il Vaticano appoggia l'ingresso della Turchia in Europa e lo fa per bocca della sua massima autorità dopo il papa, il capo della diplomazia vaticana card. Tarcisio Bertone. In un'intervista rilasciata al quindicinale francese La Documentation catholique, l'ex-arcivescovo di Genova, pur ribadendo che la Santa Sede non ha "alcun potere particolare per favorire l'entrata della Turchia in Europa o per opporre un veto", afferma che "sembra chiaro che, senza la Turchia, l'Europa non potrebbe più beneficiare di quel ponte tra l'Oriente e l'Occidente che la Turchia è sempre stata nel corso della storia". Ma le parole del Segretario di Stato non sono dettate soltanto da considerazioni storiche: "Oggi", aggiunge infatti, "la Turchia conosce un sistema di laicità e un ordinamento che tende verso la democrazia. È nell'interesse dell'Europa aiutarla a essere una vera democrazia per consolidare sempre più un sistema di valori. Lasciare la Turchia fuori dall'Europa rischia, invece, di favorire il fondamentalismo islamico all'interno del Paese".

Bertone prospetta un modello di integrazione europea a due livelli, "con una prima cerchia di Paesi storicamente europei, quelli oggi già riuniti nella zona euro, e un secondo livello per coloro che sono più distanti". Una precisazione che forse non susciterà l'entusiasmo di Ankara – la diplomazia turca ha sempre ripetuto di non aspettarsi dai negoziati di adesione niente di meno di un ingresso a pieno titolo nel club europeo – ma che non cancella il fatto di un definitivo cambio di rotta a livello ufficiale. Lo scenario evocato da Bertone è però sufficientemente vago, vista anche l'incertezza più generale sul futuro del processo di integrazione europea, da lasciare tutte le porte aperte per Ankara.

L'intervista concessa alla rivista francese mette la parola fine alle polemiche iniziate nell'agosto 2004, quando, ancora cardinale, Ratzinger espresse in un'intervista a Le Figaro Magazine la sua contrarietà all'ingresso della Turchia in Europa. Affermazione ripetuta il mese dopo in un discorso agli operatori pastorali della diocesi di Velletri: "Storicamente e culturalmente", aveva detto in quell'occasione, "la Turchia ha poco da spartire con l'Europa: perciò sarebbe un errore grande inglobarla nell'Unione Europea. Meglio sarebbe se la Turchia facesse da ponte tra Europa e mondo arabo oppure formasse un suo continente culturale insieme con esso".

Polemiche che erano tornate di attualità dopo il famigerato discorso di Ratisbona e alla vigilia della visita papale in Turchia (v. Adista nn. 65, 68, 83/06). Proprio in quell'occasione, nell'incontro organizzato all'ultimo minuto all'aeroporto di Ankara tra il papa e il premier turco Recep Tayyip Erdogan, Benedetto XVI aveva fatto un primo dietrofront: un gesto di apertura che aveva spianato la strada di un viaggio che si annunciava molto complesso (v. Adista n. 87/06).

La posizione vaticana era però tutt'altro che ufficiale. Il sì di Benedetto XVI alla Turchia nell'Unione Europea era stato riferito soltanto dallo stesso Erdogan. Anzi, erano arrivate le caute smentite del sottosegretario di Stato agli Affari esteri, mons. Dominique Mamberti ("Non risulta che la Santa Sede abbia espresso una posizione ‘ufficiale' in merito") e del direttore della Sala Stampa p. Federico Lombardi ("La Santa Sede non ha il potere né lo specifico compito politico di intervenire sul punto preciso riguardante l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea", con la precisazione però che il Vaticano "vede positivamente e incoraggia il cammino di dialogo e di avvicinamento e inserimento in Europa sulla base di valori e principi comuni"). C'era stato persino chi aveva insinuato che il premier turco avesse travisato, strumentalizzandole, le parole del papa, o addirittura inventato il cambio di rotta vaticano. L'intervista di Bertone arriva invece a chiarire il campo di questo ingarbugliato nodo diplomatico. (alessandro speciale)

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