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FUORIROTTA 1981

Tratto da: Adista Documenti n° 30 del 21/04/2007

Dopo il fermento ecclesiale degli anni ‘70, nel 1981 la base cattolica conosce una stagione di nuovo protagonismo. A partire dal referendum sull’aborto, voluto dal Movimento per la Vita e sostenuto dalla destra politica ed ecclesiastica, ma bocciato dal 67,9% degli italiani. Nonostante i gruppi dirigenti dell’associazionismo cattolico si stringano intorno alla Cei e al Vaticano (anche se non mancano – seppure in misura minore rispetto al referendum sul divorzio - le voci di dissenso), la gerarchia subisce così uno smacco peggiore di quello patito nel ‘74. Inizia inoltre nel 1981 la grande mobilitazione contro l’installazione dei missili Cruise a Comiso (Rg) da parte della Nato (avallata dal governo italiano il 7 agosto). La scelta della cittadina iblea come base strategica nel Mediterraneo del progetto di militarizzazione nucleare dell'Europa fa nascere circa 400 "Comitati per la pace" che si coordinano su base nazionale. Comiso diviene così la capitale del pacifismo europeo, luogo di studio e di lotta, preghiera e confronto tra diverse opzioni religiose, culturali e politiche. Le iniziative, culminate il 7 novembre in una serie di cortei in tutta Italia, vedono la partecipazione di forze politiche della sinistra, associazionismo religioso cattolico (in testa Azione Cattolica, Fuci, Acli, Pax Christi, Agesci) e di altre chiese cristiane, sindacati, parrocchie, comunità di base, movimenti ambientalisti, nonviolenti, obiettori di coscienza. Un protagonismo ecclesiale che non ferma però il progetto restauratore di Wojtyla (reduce, il 13 maggio, dal-l’attentato di Alì Mehemet Agca, terrorista di destra turco con coperture e complicità mai chiarite) che, in ottobre, decide il 'commissariamento' della Compagnia di Gesù e il 22 novembre, nell'esortazione apostolica postsinodale Familiaris consortio, ribadisce che i divorziati cristiani risposati non possono fare la comunione. Qualcuno, nella gerarchia, ha intanto compreso il processo di involuzione della Chiesa postconciliare. È il cardinale padre Michele Pellegrino che ne parla, in marzo, in una celebre intervista al "Regno".

Lo scenario italiano, frattanto, è ancora attraversato dalla lotta armata. Le Br sono protagoniste di azioni eclatanti, come il rapimento del democristiano Ciro Cirillo, del generale della Nato Dozier e di Roberto Peci (ucciso per ritorsione nei confronti del fratello Patrizio, primo "pentito" della storia brigatista), ma subiscono un duro colpo con l’arresto di diversi esponenti di spicco, tra i quali Mario Moretti. Arresti che non faranno però luce sugli aspetti più oscuri della lotta armata, della strategia della tensione, né - tanto meno - del sequestro Moro. Come nessuna luce, lo si capisce già allora, verrà fatta sulla madre di tutte le stragi, quella di piazza Fontana: il 20 marzo, infatti, la Corte di Assise d'Appello di Catanzaro assolve (per insufficienza di prove) dal reato di strage tutti gli imputati. Pochi giorni prima era scoppiato un altro caso destinato a rimanere tra i misteri del dopoguerra. Il 17 marzo, nella villa di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi (Ar), la Guardia di Finanza – nell’ambito delle indagini su Michele Sindona - trova una lista contenente i nomi di 962 persone affiliate alla loggia massonica segreta P2 di cui Gelli è "maestro venerabile". Nella lista ci sono alti ufficiali delle Forze Armate e dei Carabinieri, questori, prefetti, imprenditori, presidenti di banca, deputati, magistrati, giornalisti, professionisti. Ma anche 3 ministri in carica, 2 ex ministri e un segretario di partito. Le liste vengono trasmesse dai magistrati al presidente del Consiglio Forlani che le rende però pubbliche solo il 20 maggio (lo stesso giorno in cui viene arrestato per esportazione illecita di capitali Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano). Una reticenza che lo costringerà alle dimissioni. Il 24 luglio, il nuovo esecutivo retto da Giovanni Spadolini (primo presidente del Consiglio "laico") decide lo scioglimento della P2. Il 9 dicembre viene insediata una Commissione bicamerale d'inchiesta sulla loggia presieduta da Tina Anselmi.

Fuori dai confini italiani, a gennaio, il repubblicano Ronald Reagan si insedia alla Casa Bianca e dà avvio ad una politica reazionaria ed anticomunista, specie nei confronti dei Paesi latinoamericani. Il 3 febbraio in Spagna fallisce un tentativo di colpo di Stato. Quello stesso mese, in Polonia, inizia una difficile crisi, segnata da scioperi ed agitazioni che portano alle dimissioni del primo ministro Pinkowski, cui succede il generale Wojciech Jaruzelski che, a dicembre, proclemerà lo stato di guerra e la legge marziale. In Irlanda del Nord, il 5 maggio muore il leader dell’Ira Bobby Sands, in seguito ad uno sciopero della fame iniziato nelle carceri inglesi due mesi prima. (v. g.)

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