Nessun articolo nel carrello

FUORIROTTA - 2002

Tratto da: Adista Notizie n° 79 del 17/11/2007

Per il governo Berlusconi il clima inizia a surriscaldarsi. E non solo per le dimissioni (5 gennaio), del ministro degli Esteri in quota Confindustria Ruggiero. C’è, anzitutto, il fronte “caldissimo” della giustizia. Il 12 gennaio, aprendo l’anno giudiziario, il procuratore di Milano Borrelli invita a “resistere, resistere, resistere”. Un grido raccolto dal movimento dei “girotondi” che il 26 gennaio si dà il suo primo appuntamento al Tribunale di Milano. Bersaglio del movimento, oltre alla destra, anche l’insipienza dei leader dell'Ulivo, attaccati esplicitamente (2 febbraio) dal regista Moretti. Il 23 febbraio, in 40mila partecipano al Palavobis di Milano alla manifestazione di MicroMega per il decennale di Mani Pulite. E ancora, il 10 marzo, girotondi in tutta Italia intorno alle sedi Rai contro il monopolio televisivo berlusconiano. A turbare i sonni dell’esecutivo c’è anche la guerra in Afghanistan, dove il 15 gennaio giunge il primo gruppo di soldati italiani (negli stessi giorni, arrivano i primi prigionieri nella famigerata base di Guantánamo). E la questione sociale, con la proposta del governo di abrogare l'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. Cofferati guida la mobilitazione della Cgil contro il provvedimento (Cisl e Uil assumono una posizione conciliante e infatti, il 5 luglio, firmano col governo il cosiddetto "Patto per l'Italia", su lavoro, fisco e Mezzogiorno). Il 23 marzo, la Cgil organizza a Roma una grande manifestazione. Che rischia di naufragare all’ultimo momento: le Brigate Rosse (19 marzo) uccidono infatti, a Bologna, l'economista e consulente del ministero del Lavoro Marco Biagi (ma qualcosa di poco chiaro aleggia sulle “nuove Br”, come emerge dalla strana morte, il 4 aprile, di Michele Landi, perito informatico nel caso D'Antona). La destra specula, puntando il dito contro il clima di contestazione alimentato dal sindacato. Ma il piano fallisce: in piazza sfilano 3 milioni di persone. Oltre che sull’art. 18, il governo è impegnato a dare il via libera all’assunzione a tempo indeterminato di 20mila insegnanti di religione (scelti dalle Curie, ma pagati dallo Stato), a varare la legge Bossi-Fini sull'immigrazione, ad approvare quella sul legittimo sospetto (che aumenta le possibilità di prescrizione dei reati), a modificare - assieme al centrosinistra - la Costituzione per consentire il ritorno in Italia dei Savoia.Il mondo, intanto, è in fibrillazione. Mentre soffiano venti di guerra in Iraq, in Argentina scoppia una crisi economica senza precedenti. Lo Stato (gennaio) dichiara di non essere più in grado di pagare ai suoi creditori le cedole delle obbligazioni emesse: è la bancarotta, cui segue un periodo di rivolte sociali. Finisce (18 gennaio) dopo 10 anni e 50mila morti la guerra civile in Sierra Leone. Dopo la Conferenza di Tokyo sulla ricostruzione dell'Afghanistan (20 gennaio), cui partecipano 60 Paesi e 22 organismi internazionali, il 13 giugno viene nominato presidente pro-tempore dell’Afghanistan il filo-Usa Hamid Karzai. Il 5 febbraio, a Porto Alegre (Brasile), si conclude il secondo Forum Sociale Mondiale (a Firenze dal 6 al 10 novembre si tiene quello Europeo). Il 28 marzo ha inizio l'operazione israeliana "Muraglia di difesa", cioè la rioccupazione di gran parte dei territori assegnati in precedenza all’autogoverno palestinese: rimarranno uccisi solo nel 2002 più di 2mila palestinesi e 600 israeliani e lo stesso Arafat sarà a più riprese tenuto sotto assedio dalle forze israeliane all’interno del suo quartier generale a Ramallah. L’11 aprile, un colpo di Stato rovescia il presidente del Venezuela Hugo Chavez. Ma le manifestazioni di massa in suo favore lo rimettono in sella in appena 2 giorni. Nelle presidenziali francesi (21 aprile) il leader dell’estrema destra Jean-Marie Le Pen arriva a sorpresa al ballottaggio. Ma il rigurgito fascista è momentaneamente respinto e il 5 maggio Jacques Chirac viene riconfermato presidente con l'82,2% dei voti. In Germania, l’elettorato premia l’opposizione di Schröeder ad una possibile guerra all’Iraq e il 22 settembre lo riconferma premier. Il 23 ottobre, in Russia, 41 guerriglieri ceceni occupano il teatro Dubrovka di Mosca e prendono in ostaggio più di 800 persone. Tre giorni dopo un blitz delle forze speciali russe causa la morte di tutti i guerriglieri e di 129 ostaggi. Il 27 ottobre, Lula, con il 61% dei voti, diventa presidente del Brasile.

Con le condizioni di salute del papa che peggiorano (ma Wojtyla, con la beatificazione del fondatore dell’Opus Dei Escrivà de Balaguer, la canonizzazine di padre Pio, la visita al Parlamento italiano, si concede ugualmente qualche “bagno” mediatico), è la Curia, quell’anno, a fare in toto le veci del pontefice. Con il solito zelo: in febbraio, il frate minore svizzero Josef Imbach è costretto a lasciare l’insegnamento. La Cdf non accetta che in un suo libro Imbach metta in discussione la storicità degli eventi miracolosi narrati nel Nuovo Testamento. Con un Monitum del 5 luglio il card. Ratzinger preannuncia la scomunica - a meno di un ravvedimento (che non ci sarà) - di 7 donne che il 29 luglio, su un battello in navigazione sul Danubio, tra Austria e Germania, si erano fatte ordinare prete. Tema simile, analoga risposta: il 17 ottobre, la Commissione teologica internazionale (presieduta da Ratzinger) sostiene che le donne non possono diventare diacono. L'8 dicembre 2002, il Pontificio Consiglio per la Famiglia presenta un Lexicon sui problemi più discussi all'interno della Chiesa (contraccezione, divorzio, omosessualità, rapporto tra princìpi cristiani e legislazione civile), in cui si ribadiscono le tesi più conservatrici del magistero. Il card. Medina Estévez, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, in una lettera del 16 maggio sostiene che è "assolutamente sconsigliabile", "imprudente" e "rischiosa" l'ordinazione degli omosessuali. In Italia (dicembre), l’abate di Montevergine toglie la parrocchia a don Vitaliano Della Sala. (v. g.)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.