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RICORSO AL TAR CONTRO IL MINISTRO FIORONI: I SOLDI ALLE PRIVATE VIOLANO LA COSTITUZIONE

Tratto da: Adista Notizie n° 85 del 08/12/2007

34173. ROMA-ADISTA. I governi cambiano, i finanziamenti pubblici alla scuola privata restano, anzi aumentano, seguendo la strada aperta da Luigi Berlinguer, proseguita da Letizia Moratti e ora completata dal ministro Giuseppe Fioroni, che compie un ulteriore passo: non solo altri soldi – 100 milioni di euro in più – ma il riconoscimento della "funzione pubblica" svolta dalle scuole private.

È per tentare di contrastare questo disegno che l’associazione nazionale "Per la scuola della Repubblica" (insieme alla Consulta torinese per la laicità delle istituzioni, all’associazione "31 ottobre" e ad altre organizzazioni di base) ha presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il Decreto ministeriale 21 maggio 2007 con cui il ministro della Pubblica Istruzione Fioroni, in applicazione della scorsa legge Finanziaria, definisce i criteri per l’assegnazione dei fondi statali alle scuole paritarie, "in palese violazione dell’articolo 33 della Costituzione – spiega Antonia Sani, coordinatrice nazionale dell’associazione "Per la scuola della Repubblica" – che riconosce il diritto di istituire scuole private, ma senza oneri per lo Stato".

Il Decreto di Fioroni è la logica evoluzione del percorso avviato da Luigi Berlinguer, ministro della Pubblica Istruzione durante i governi Prodi e D’Alema del 1996-2000, il quale ‘inventò’ le "scuole paritarie" (cioè delle scuole private ‘di serie A’ che, rispettando alcuni vincoli ministeriali, venivano di fatto equiparate a quelle statali, v. Adista nn. 58-59/1999 e 27/2000) e stabilì che "il sistema nazionale dell’istruzione" era "costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private" (legge n. 62/2000). Poi arrivò l’era Moratti, ministro dell’Istruzione durante il quinquennio di Berlusconi, che si limitò ad utilizzare la legge Berlinguer per finanziarie profumatamente le scuole private. Ed ora Fioroni che aggiorna la "parità scolastica" berlingueriana. E, al concetto di "sistema nazionale dell’istruzione", aggiunge quello di "funzione pubblica": "i contributi – si legge nel decreto – sono erogati al fine di sostenere la funzione pubblica svolta dalle scuole paritarie nell’ambito del sistema nazionale di istruzione".

Una duplice violazione della Costituzione, secondo l’associazione "Per la scuola della Repubblica": si avvalora il principio che in Italia l’istruzione pubblica sia garantita in egual modo dalle scuole statali e dalle scuole private - mentre la Costituzione tiene ben distinte e separate le due istituzioni - e, di conseguenza, si finanziano le scuole private che invece, in base alla Carta, possono essere istituite liberamente ma "senza oneri per lo Stato". La Costituzione "prevede un sistema scolastico statale per tutti ed, in aggiunta, le scuole non statali per coloro che vogliono istituirle e frequentarle", spiegano i ricorrenti. "Quindi esclude un modello di sistema integrato in cui la domanda sociale dell’istruzione è soddisfatta dall’insieme delle scuole statali e non statali, ma prevede l’autosufficienza e l’obbligatorietà del sistema statale ed il carattere aggiuntivo e facoltativo delle scuole non statali. La ratio di tale dualismo è evidente: la scuola statale deve garantire la libertà di insegnamento e pertanto deve essere pluralista e garantita a tutti; la scuola privata può essere di orientamento e quindi non può essere proposta in sostituzione di quella statale, ma deve essere liberamente scelta" e non può avere funzione di "supplenza". Una ratio già stravolta dalla legge Berlinguer e ora totalmente cancellata dal decreto Fioroni, in base al quale alle scuole private paritarie è riconosciuta "la stessa funzione pubblica delle scuole statali" e quindi "possono accedere al finanziamento pubblico non più per una funzione di supplenza, ma per la funzione pubblica che, al pari delle scuole statali, esse svolgono".

I finanziamenti statali diretti, che ammonterebbero complessivamente a di 478milioni di euro, vengono ripartiti a pioggia su tutte le scuole. La parte del leone la fanno le scuole paritarie materne, a cui andranno poco meno di 20mila euro per ogni classe; seguono le scuole secondarie di primo grado che incassano 2.500 euro ciascuna e, in base alle risorse disponibili, 1.000 euro per ogni classe in base ad una graduatoria nazionale (predisposta in ragione dei seguenti criteri: numero degli alunni, presenza di diversamente abili, numero di studenti stranieri); alle scuole secondarie di II grado andranno invece, fino ad esaurimento delle risorse, 4mila euro ciascuna e 2mila euro per ogni classe, anche qui sulla base di una graduatoria.

Eppure le scuole cattoliche sono già pronte ad aprire un altro fronte. Denunciano infatti che a loro non toccherà nemmeno un centesimo dei 200 milioni di euro già stanziati dal ministero della Pubblica Istruzione per pagare i nuovi corsi per il recupero dei "debiti formativi" alle superiori. "Come al solito si fanno due pesi e due misure – dice don Giancarlo Battistuzzi, vicepresidente della Fidae –. Nell’attuale maggioranza di governo ci sono forze politiche che hanno tutto l’interesse a far chiudere la scuole cattoliche". "Il ministero prevede il pagamento di 50 euro l’ora agli insegnanti per corsi di 15 ore. Se in un liceo classico ho due studenti che devono recuperare greco significa che ognuno di loro dovrebbe dare alla scuola altri 25 euro l’ora. Come possiamo chiedere alle famiglie, che già pagano le tasse e le rette scolastiche, uno sforzo così gravoso? La legge 62/2000 parla di scuola pubblica comprendendo sia quella statale sia quella paritaria, poi però quando c’è da suddividere le risorse a noi non spetta mai niente". L’Ages (Associazione genitori scuole cattoliche) è sul piede di guerra e minaccia di ricorrere alla Corte Costituzionale. E don Battistuzzi assicura: "Se i genitori punteranno i piedi, noi saremo con loro". (luca kocci)

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