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1969 - IL TEMPO DELLE SCELTE: QUELLA RELIGIOSA, QUELLA SOCIALISTA

Tratto da: Adista Notizie n° 2728 del 05/04/2008

L'onda d'urto della libertà appena assaporata si infrange sempre più sugli scogli di una realtà che, vischiosamente o violentemente, cerca di riassorbire e omologare ogni 'eresia' del pensiero e della lotta sociale. È il 1969, quando l'autunno è caldo e l'inverno è rosso di sangue. È l'anno di Piazza Fontana, la strage del 12 dicembre a Milano: 16 persone uccise e 90 ferite. Contemporaneamente altre bombe pronte ad esplodere, altre invece esplose. Bombe in Piazza della Scala, sempre a Milano, e a Roma, dove un ordigno provoca 16 feriti. È la strategia della tensione: il morbo fascio-occulto della nostra democrazia, e di cui - dispersi tra settori 'deviati' dello Stato, Cia e 'strutturali' depistaggi - ancora non trovano un nome i veri mandanti.

È la risposta del sistema all'autunno che ha visto protagonista la classe operaia: mesi di lotte, occupazioni, scioperi e manifestazioni per ottenere il riconoscimento dei propri diritti.

Nell'agone politico-culturale continuano a provocare eventi i fermenti dell'anticapitalismo rivissuto attraverso la nuova congerie libertaria edantiautoritaria: un caso per tutti, la radiazione dal Pci del gruppo del Manifesto. E la realtà ecclesiale condivide - volente o nolente - la storia comune, continuando il suo travaglio postconciliare all'interno del più generale travaglio sociale. In Europa c’è il caso dei vescovi olandesi che chiedono al papa di rivedere la posizione cattolica sul celibato ecclesiastico. In Italia, l'Azione Cattolica guidata da Vittorio Bachelet risponde al mutamento storico varando un nuovo Statuto che, ispirato dalla "scelta religiosa", segna il definitivo e ufficiale abbandono da parte della più grande associazione laicale cattolica dell'idea di cristianità, esteriore ed imposta a colpi di 'comitati civici' e simili. Anche le Acli di Labor portano a compimento il loro attraversamento del guado storico-sociale e con il Congresso di giugno sanciscono la fine del collateralismo con la Dc e l'attestazione del movimento aclista su posizioni e analisi sociali anticapitalistiche.

Nel frattempo, vivissima resta la partecipazione critica e la manifestazione del dissenso rispetto al potere, sacro o profano che sia. Si riuniscono comitati di studenti e operai, coordinamenti di baraccati, assemblee di degenti degli ospedali psichiatrici, comitati dei terremotati del Belice: un'intensa mobilitazione sociale che vede insieme associazioni, gruppi spontanei, circoli, redazioni di bollettini e riviste espressione dell'impegno di base. Continuano le manifestazioni in chiesa e per la Chiesa: cristiani di base occupano la basilica di San Pietro leggendo il Vangelo e distribuendo volantini dell'Isolotto; cento laici e due suore occupano il Duomo di Milano sempre leggendo il Vangelo e pregando; nove sacerdoti piemontesi pubblicano una dichiarazione sulla crisi del prete e chiedono la fine del celibato; l'11 febbraio viene 'celebrato' in diverse parti del Paese con proteste anti-concordatarie spesso di fronte o dentro le chiese.

Ma insieme al risveglio, lo spirito critico e la partecipazione, ecco arrivare subito la repressione. Un esempio 'civile-clericale' e uno 'clericale-clericale'. Quello civile rimanda al processo Fabbrini, condannato a 2 mesi in appello per aver contestato al parroco durante la messa la definizione del popolo ebraico come "popolo deicida".

L'esempio clericale riguarda l'allontanamento da Roma del teologo salesiano Giulio Girardi, punito dai superiori a causa del suo pensiero teologale e della sua analisi sociale 'contaminata' dal marxismo che costituiscono, di per sé, la richiesta alla Chiesa di una inversione di rotta verso la radicalità evangelica. Molte le attestazioni di solidarietà, in Italia e all’estero. Tra queste, anche quella del card. Franz Köenig. (maria rita rendeù)

 

XI CONGRESSO ACLI: VINCE LABOR, PERDE LA DC

 

799) TORINO (Adista)- A Torino il grande palazzo del lavoro, tipico frutto dell'attuale società: spendacciona ed ignara delle larghe sacche di miseria, ha assistito un po’ sorniona all'appassionato dibattito che ha impegnato i circa 700 delegati aclisti. Non si è scomposto e non si è stracciato le vesti come ha fatto la stampa del sistema che lo ha costruito, ma è rimasto freddo e solo con la sua "imponenza", forse un poco incredulo. Eppure quegli uomini tanto piccoli di fronte a tanta inutile grandezza erano per la classe lavoratrice uno spiraglio per nuove ipotesi di lavoro.

E le speranze, per fortuna, non sono state del tutto deluse. Tralasciamo i convenevoli di apertura e, passando subito alla relazione del Comitato esecutivo uscente, letta da Livio Labor, si può dire che la stessa è stata una chiara analisi dell'attuale situazione sociale. La denuncia del sistema, la critica ai partiti, l'ansia di ricercare "il nuovo" sono state ben evidenziate. Con logica consequenzialità è stato chiesto di sancire la fine del collateralismo con la Dc, anzi con tutti i partiti presenti e futuri, nonché l'inizio della pratica del voto libero degli aclisti.

Il modo con cui l'assemblea congressuale ha seguito ed applaudito la relazione ha fatto capire, anche a chi ancora sperava, che una certa svolta storica si stava per compiere in quel palazzo, più stucchevole che brutto.

La "minoranza democristiana" la poteva contare anche un bambino di prima elementare; per farsi notare un po’ di più doveva attendere il tempo della discussione... non è mancata all'appuntamento, sempre ben sostenuta ed incoraggiata dalla stampa padronale. Per questo, dopo aver registrato per dovere di cronaca la presenza di un 15 per cento di democristiani aclisti, sorvoleremo sui loro interventi, frutto, per dirla alla Geo Brenna, di "rachitismo culturale". Il primo intervento di rilievo è stato quello di Giorgio Pazzini.

Ha illustrato le posizioni avanzate del suo gruppo, già anticipate dall'Adista e non è andato oltre. Evidentemente la necessità di fare muro contro la reazione della minoranza ha avuto la meglio sull'altra necessità: quella di presentare una piattaforma ancora più avanzata.

Un altro uomo di punta, Domenico Rosati, dopo aver usato "fioretti, spade e clave" per ridicolizzare la minoranza, ha centrato il suo intervento affermando "che il potere reale del movimento operaio e quindi del movimento operaio cristiano - cioè il nostro autentico ruolo politico - non è nei partiti o coi partiti, ma nella società, nelle fabbriche, nelle campagne, nelle comunità locali, nelle molteplici forme associative che il movimento operaio promuove e libera come espressione di autonomia e di crescita del tessuto civile".

Sottolineando vari aspetti, sullo stesso argomento si sono espressi Borroni, Moreazzi ed altri.

Una certa qual delusione ha dato al congresso il movimento giovanile delle Acli presente solo con un anodino intervento del delegato nazionale senza quella scapigliata intraprendenza registrata a Viareggio. In questo clima l'intervento del futuro presidente Gabaglio è sembrato uno dei più aperti, anche se tra le righe si leggeva la preoccupazione di recuperare gli incerti per portare avanti, con la più larga maggioranza, un discorso nuovo. Il suo discorso è stato da un delegato definito "onesto, dignitoso e coscientemente moderato".

Tra gli ospiti intervenuti ci corre l'obbligo di segnalare quello di Macario, segretario della Fim-Cisl, inteso a sollecitare la fine di ogni funzione di supporto del movimento aclista anche nei confronti della stessa Cisl, per una più rapida realizzazione della unità sindacale.Con la replica di Labor, che nonostante tutto con il suo "saluto" ha commosso l'assemblea, è calato il sipario sull'XI Con. Naz. delle Acli.

(da Adista n. 67 dell’1 luglio 1969)

 

NON STRONCATE IL DIALOGO: APPELLO IN DIFESA DI DON GIULIO GIRARDI

 

DOC 71) Pubblichiamo i nomi delle 140 personalità che hanno sottoscritto il seguente documento di solidarietà con don Giulio Girardi, da noi già pubblicato nel numero 87 e che riteniamo utile sottoporre di nuovo all'attenzione:

"L'allontanamento di don Giulio Girardi dalla cattedra tanto degnamente occupata fin qui presso l'Ateneo Salesiano di Roma è causa di viva preoccupazione per quanti come noi - cristiani e laici, credenti e non credenti - conoscono e apprezzano il sostanziale contributo fornito dal suo insegnamento e dalle sue opere all'avvio di un dialogo tra cristiani e marxisti che non sia mero compromesso di potere, né tentativo empirico di collaborazione operativa, ma approfondimento e riscoperta dei rispettivi valori di fronte alle responsabilità derivanti da un comune impegno storico. In assenza di ogni altra attendibile motivazione, tale allontanamento dalla sede dei suoi studi e del suo prezioso ministero e dal centro del mondo cattolico assume infatti ai nostri occhi il valore di una improvvisa e inattesa sconfessione da parte dell'autorità ecclesiastica dell'attività da lui svolta, sconfessione che ci appare suscettibile di recare grave pregiudizio all'ulteriore svolgimento di un dialogo promettente e già fecondo di risultati. Lo stesso tentativo di ridurre l'episodio ad un provvedimento di ordinaria amministrazione, mentre contribuisce obiettivamente ad alimentare interessate specu-lazioni, costituisce per noi ulteriore motivo di amarezza rive-lando il permanere nella Chiesa post-conciliare di una prassi e di un costume scarsamente sensibili ai diritti della informazione, in contrasto con le attese del mondo contemporaneo e con le legittime richieste di una società ecclesiale matura".

Il documento è firmato dai professori universitari:

Sabino S. Acquaviva, Padova; Maurilio Adriani, Firenze; Attilio Agnoletto, Trieste; Giuseppe Alberigo, Bologna; Beniamino Andreatta, Bologna; Gian Maria Bertin, Bologna; Mario Bertini, del S.C., Roma; Gustavo Bontadini, del S.C. Milano; Giuseppe Caputo, Bologna; Carlo Cardia, Roma; Umberto Cerroni, Lecce; Pasquale Colella, Roma; Sisto Dalla Palma, del S.C. Milano; Vito De Filippis, Napoli; Alberto Dell'Agli, Napoli; Pia Donzelli, Napoli; Renzo Fellin, Padova; Francesco Grella, Napoli; Giorgio Jossa, Napoli; Lombardo Radice, Roma; Ida Magli, Pro Deo di Roma; Virgilio Melchiorre, del S. C. Milano; Ferdinando Ormea, del S.C. Roma; Paolo Picozza, Roma; Mario Porzio, Cagliari; Pietro Prini, Roma; Giorgio Prodi, Bologna; Paolo Prodi, Bologna; Andrea Proto Pisani, Siena; Silvio Ramat, Firenze; Michele Ranchetti, Firenze; Tullio Tentori, Roma; Federico Tortorelli, Napoli;

e inoltre da:

(...) Ernesto Balducci, Firenze; Carlo Betocchi, Firenze; Piero Bigongiari, Firenze; Luigi Borroni, pres. cetr. Acli, Roma; Ludek Broz, dir. "Communio viatorum", Praga; Roberto Cantagalli, Firenze; Ferdinando Brunelli, Roma; Georges Casalis, dir. "Christianisme social", Parigi; Liliana Cavani, Roma; Centro impegno cristiano "Giovanni VIII", (...) Vittorio Citterich, Roma; Raffaele Crovi; Milano; Paolo De Benedetti, Milano; (...); Maro Delepeire, "La Ruevue nouvelle" Bruxelles; Felix Santos Delgado, dir. "Quadernos para el Dialogo" Madrid; Libero Della Briotta, deputato; (...) Robert De Montvalon, dir. "Terre entière" Parigi; Camillo De Piaz, Milano; (...) Giuseppe De Rita, Roma; Luigi Dini, Napoli; Rodolfo Doni, Firenze; Enzo Enriques Agnoletti, dir. "Il Ponte", Firenze; Nazareno Fabbretti, Voghera; Nando Fabro, dir. "Il Gallo", Genova; (...) Giorgio Giovannoni, dir. "Note di Cultura", Firenze; (...) Mario Gozzini, Firenze; Carla Grandi, Trento; Piero Gribaudi, Torino; (...) Laura Ingrao, Roma; Adele Maria Jemolo, Roma; Raniero La Valle, Bologna; Filippo Luciani, Ass. prov. Acli, Napoli; (...) Luciano Martini, dir. "Testimonianze", Firenze; Ettore Masina, Milano; Gianfranco Masserdotto, Trento; Guido Mazza, pres. prov. Acli, Sondrio; Umberto Melotti, dir. "Terzo mondo", Milano; (...) GianPaolo Meucci, Firenze; Stefano Minelli, dir. "Humanitas", Brescia; (...) Gunther Nenning, dir. "Neues Forum", Vienna; Valerio Ochetto, Roma; sen. Adriano Ossicini, Roma; Geno Pampaloni, Firenze; (...) Luca Pavolini, Roma; Lucia Pigni Maccia, Milano; Luisa e Paolo Pombeni, Trento; Maria Puccinelli, ist. sup. Sanità, Roma; Folco Quilici, Roma; (...) Mario Rossi, Roma; Alceste Santini, dir. "Religioni Oggi", Roma; (...) Ignazio Silone, Roma; Giulio Spini, dir. "Quaderni di dibattito politico"; (...) David M. Turoldo, centro studi ecumenici "Giovanni XXIII", Sotto il Monte; Jerzy Turowicz, Znak, Cracovia; Maria Vingiani, Roma; Mario Vitt, Trento; Alberto Valentini; Paolo Volpe, Jaca Book, Milano; Bernardino Zanella, C.S. ecumenici "Giovanni XXIII", Sotto il Monte; Adriana Zarri, Roma; Antonio Zavoli e Circolo "Maritain" di Rimini; Giancarlo Zizola, Roma.

(da Adista n. 88 del 25 ottobre 1969)

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