“DISCUTERE FA BENE ALLA CHIESA”. LE RICHIESTE DI RIFORMA DIVENTANO UN CORO
Tratto da: Adista Documenti n° 54 del 13/07/2008
DOC-2018. ROMA-ADISTA. A 91 anni, il benedettino dom Clemente Isnard, vescovo emerito di Nova Friburgo, nello Stato brasiliano di Rio de Janeiro, ha conservato uno spirito giovane e battagliero. Così, nel suo ultimo libro, Reflexões de um Bispo sobre as Instituições eclesiásticas atuais, pubblicato non senza pressioni e polemiche, egli osa affrontare temi su cui in tanti preferiscono tacere, esprimendosi a favore dell’ordinazione dei viri probati (uomini sposati di provata fede) e del sacerdozio femminile; proponendo un nuovo tipo di elezione episcopale, con la partecipazione del clero, delle religiose e dei laici (un numero significativo di uomini e donne impegnati nella Chiesa, giovani e anziani); facendo propria la proposta del card. Aloysio Lorscheider di dissolvere il collegio cardinalizio e di incaricare dell’elezione del papa i presidenti delle Conferenze episcopali; sottolineando la necessità di eliminare la figura del vescovo ausiliare e di affidare una missione pastorale ai vescovi emeriti e alle religiose. La discussione attorno a questi temi, ha spiegato, farà solo bene alla Chiesa. E se pure si dovesse aspettare mille anni per realizzare le riforme necessarie, sarebbe comunque necessario “essere insistenti”.
Un’insistenza di cui non fa mostra, peraltro, il solo dom Clemente Isnard: più l’istituzione ecclesiastica si chiude e si irrigidisce, anzi, più le richieste di riforma sembrano moltiplicarsi. L’elenco di quanti, solo negli ultimi tempi, hanno evidenziato la necessità ed urgenza di un rinnovamento della Chiesa o anche solo avanzato proposte specifiche di riforma, come nel caso del celibato ecclesiale o della questione dei divorziati risposati, è lunghissimo: da mons. Helmut Krätzl, vescovo ausiliare di Vienna (v. Adista 18/08) a mons. Geoffrey Robinson, per vent'anni vescovo ausiliare di Sidney (v. Adista 70/07); dal presidente della Conferenza episcopale tedesca, l’arcivescovo di Friburgo Robert Zollitsch (v. Adista n. 17/08), al cardinale francese Roger Etchegaray, presidente emerito del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, e al cardinale inglese Cormac Murphy O’Connor, arcivescovo di Westminster e primate di Inghilterra e Galles (v. Adista 20/08); dai frati domenicani olandesi (v. Adista n. 67/07) alla Commissione di presbiteri del Brasile; dal teologo della Liberazione brasiliano Jung Mo Sung al religioso cappuccino Ortensio da Spinetoli (v. ancora Adista n. 20/08); da Robert Blair Kaiser, saggista e veterano della stampa religiosa statunitense (v. Adista n. 70/07) al gesuita p. Thomas J. Reese (v. Adista n. 44/08).
E non si stanca di indicare alla Chiesa vie di rinnovamento il card. Carlo Maria Martini, che, nel suo ultimo libro Colloqui notturni a Gerusalemme, recentemente edito in Germania dalla casa editrice Herder (v. Adista n. 41/08), ha ancora una volta rivolto alla Chiesa un appello per una rapida e profonda riforma, pronunciandosi a favore della possibilità di ordinare viri probati o di riconsiderare il sacerdozio femminile, sul quale riconosce la lungimiranza delle Chiese protestanti, o di affrontare in modo diverso i temi della sessualità e della famiglia.
Dopo aver dato spazio a tante di queste voci sulle pagine di Adista, riportiamo ora qui di seguito, in una nostra traduzione dal portoghese, la lettera aperta di dom Clemente Isnard, in cui il vescovo racconta le peripezie legate alla pubblicazione del suo libro, e, in una nostra traduzione dallo spagnolo, un articolo in cui il teologo spagnolo José María Castillo sottolinea come, ai fini di una reale riforma della Chiesa, si renda necessario “rivedere la sua teologia sacramentale. E rivederla a partire dalla sua ecclesiologia”. (c. f.)
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