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EMERGENZA DEMOCRATICA E RAZZISMO: DAL MONDO CATTOLICO, ANCORA CRITICHE AL GOVERNO

Tratto da: Adista Notizie n° 71 del 18/10/2008

34630. ROMA-ADISTA. “C’è un nemico ‘sostanziale’ che l’Italia ha individuato. Ci sono uomini e donne considerati un po’ meno degli altri. Siamo sulla terribile strada che offende la dignità umana. Eppure, ci si affretta a dire che non siamo razzisti, si tratta solo di sgradevoli episodi. Sempre più, in realtà, straniero è uguale a delinquente, come se il crimine fosse iscritto nel loro codice genetico”. L’editoriale pubblicato sull’ultimo numero di Famiglia Cristiana (40/2008) lancia l’ennesimo allarme contro ciò che viene definito “l’oscuramento del principio di uguaglianza”.

Sono parole pesanti come macigni quelle usate dal settimanale dei paolini: “In giro si respira troppo odio, alimentato da un linguaggio che mortifica e offende”. “Il ‘pugno di ferro’ e la ‘tolleranza zero’, prima o poi, si trasformano in un crudele e terribile boomerang, che accresce ancor più l’insicurezza e la paura”. “Come cittadini, ma soprattutto come cristiani – si legge ancora nell’editoriale - è triste assistere inerti e silenziosi (o zittiti) di fronte al tarlo del razzismo, corrosivo dell’umana e civile convivenza. Non ci riguarda? O forse, come il fariseo del Vangelo, ringraziamo Dio di non essere nati rom o negri? Chi è oggi il ‘nostro prossimo’? Ci dice ancora qualcosa la parabola del ‘buon samaritano’? Cristiani sì, ma viviamo come se il Vangelo non esista, quasi che sui ‘valori’ si possa patteggiare o chiedere un forte sconto per paura, convenienza o disciplina di partito. Per i cristiani, i valori dell’accoglienza e della carità non sono negoziabili, perché saremo giudicati sul comandamento dell’amore”. E tra i cristiani ci sono naturalmente i politici cattolici “ovunque schierati”: “È troppo - domanda il settimanale dei paolini citando padre Bartolomeo Sorge - chiedere loro di “‘dire qualcosa di veramente cristiano’, evitando il rischio ‘d’essere zittiti o di divenire insignificanti all’interno di formazioni dove un vero confronto è spesso impossibile o infruttuoso’?” La delega in bianco “non è lecita a nessuno, ma per i cristiani è un vero ‘peccato d’omissione’”.

Del resto è stato lo stesso Vaticano, per bocca del card. Renato Raffaele Martino e dell’arcivescovo Agostino Marchetto – rispettivamente presidente e segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti – a puntare il dito contro il clima di crescente xenofobia che caratterizza i Paesi occidentali ed in particolare l’Italia. Lo scorso 8 ottobre, nel corso della conferenza stampa di presentazione del messaggio di Benedetto XVI per la 95esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (che si celebrerà il prossimo 18 gennaio), il primo ha denunciato come l’immigrazione sia spesso vissuta dai Paesi ospitanti “come una sorta di invasione”: “questo clima di chiusura rende ancora più triste e amara la vicenda umana di molti immigrati, spingendoli altresì a condizioni di irregolarità”. Il problema però, ha aggiunto il card. Martino “non si risolverà chiudendo le frontiere, ma accogliendo, con giusto regolamento, equilibrato e solidale, i flussi migratori da parte degli Stati”.

Sulla stessa linea anche mons. Marchetto, che – nel corso della medesima conferenza stampa – ha osservato come “l’atteggiamento di solidarietà” cui è chiamato il cristiano “contraddice gli attuali comportamenti di discriminazione, xenofobia e razzismo”.

Sempre sul n. 40 di Famiglia Cristiana un altro e ancor più diretto attacco al governo Berusconi. Ad essere messo sotto accusa non sono in questo caso le singole, per quanto controverse, misure in materia di immigrazione o sicurezza, bensì l’intero stile di governo incarnato dall’attuale esecutivo, stile molto distante da quello proprio di una democrazia avanzata, matura e ben salda sui propri fondamenti. “Siamo forse di fronte – scrive Beppe Del Colle - al tentativo di trasformare la Repubblica in cui ‘la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nella forma e nei limiti della Costituzione’ (art. 2 comma 2 della stessa Carta), ma in cui i poteri sono bilanciati fra Parlamento (cioè i partiti) e Governo in modo tale che nessuno dei due possa prevaricare sull’altro, in una forma di Stato in cui quell’equilibrio si sbilancia a favore del Governo”. A ciò si somma il tentativo da parte della maggioranza di “garantirsi sempre di più nei confronti di un altro potere istituzionale, la magistratura”, come “dimostra il ‘lodo’ proposto per estendere ai ministri l’immunità giudiziaria delle quattro più alte autorità dello Stato appena approvata dal Parlamento (ma contestata da un tribunale milanese alla Corte costituzionale)”.

“In realtà – conclude preoccupato Del Colle - ciò che è in discussione è la democrazia parlamentare come la conosciamo da decenni. Una discussione, cominciata da Tangentopoli, ha prodotto una maggioranza popolare attirata dal ‘decisionismo’ di un leader carismatico ostile a quel tipo di democrazia, che intende sostituire passando ‘dal bipolarismo al bipartitismo’ e confermando in pieno l’attuale legge elettorale con liste bloccate senza preferenze e un’alta soglia di sbarramento”. (emilio carnevali)

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