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PROTESTE ALLA “CATTOLICA” PER I MANIFESTI NEOFASCISTI CONSENTITI DALL’UNIVERSITÀ

Tratto da: Adista Notizie n° 73 del 25/10/2008

34646. MILANO-ADISTA. Chissà se Giuseppe Lazzati, deportato nei lager nazisti in Polonia e in Germania dal settembre 1943 fino all’aprile 1945 e poi rettore dell’Università Cattolica di Milano dal 1968 al 1983, avrebbe concesso, come avviene oggi, l’autorizzazione all’affissione, all’interno dell’ateneo, dei manifesti neofascisti firmati Cuib (Comitato universitario iniziative di base), un gruppo di estrema destra attivo alla Cattolica da oltre un anno e mezzo.

Bandiere nere e croci celtiche; soldati in divisa fascista sotto lo slogan “Arrendersi? Mai. 8 settembre 1943”; saluti di benvenuto ai nuovi iscritti che recitano “Matricola: la destra radicale ti saluta”; “W l’anti-antifascismo”: sono questi alcuni dei più recenti manifesti esposti nel chiostro dell’università, regolarmente ‘vistati’ dalla direzione dell’ateneo milanese (ogni sera i custodi fotografano i manifesti e il giorno dopo la direzione li visiona e decide se approvarli oppure ordinarne la rimozione). Autori dell’iniziativa diversi studenti della Cattolica, quasi tutti iscritti o simpatizzanti di Forza Nuova e della Fiamma Tricolore, che hanno dato vita al Cuib (acronimo che prende il nome da un movimento fascista rumeno degli anni ‘20 e ‘30), un gruppo che ha avuto il riconoscimento ufficiale da parte dell’università nel febbraio del 2007, dopo aver seguito la regolare trafila: raccolta di 200 firme di studenti e presentazione di uno statuto che la direzione ha approvato. In un anno e mezzo di vita il Cuib ha fatto parlare di sé in almeno due occasioni: prima accogliendo Romano Prodi, quando era ancora presidente del Consiglio, con i saluti romani; e poi disturbando e insultando l’ex leader del ‘68 milanese, Mario Capanna, durante un incontro in università. Iniziative di grande impatto mediatico, anche se poi, dicono diversi studenti della Cattolica, attività ordinarie all’interno dell’ateneo il Cuib non ne porta avanti, a differenza di molti altri gruppi universitari.

“La Cattolica ha dato il suo ok, non vedo quale sia il problema”, spiega Angelo Balletta, uno dei responsabili del Cuib. “Questi manifesti esprimono le nostre idee in maniera del tutto tranquilla, non vogliamo offendere nessuno”. Tesi contestata dagli studenti di sinistra di Unità lotta e democrazia: “Questa è apologia di fascismo – replica il responsabile Gabriele Pieroni –. E la cosa grave è che la Cattolica permetta l’affissione di queste immagini. Dopo anni di tensioni fra i gruppi studenteschi siamo arrivati a un accordo per cui nessuna lista può strappare i cartelloni degli altri. La decisione spetta all’ateneo che però si sta dimostrando molto tollerante verso qualcuno, meno verso altri, in particolare con loro, visto che l’università chiese di togliere la fotografia del papa con un preservativo” (il riferimento è ad un manifesto dell’Uld in cui era ritratto Benedetto XVI nel momento dell’elevazione eucaristica con l’ostia sostituita da un profilattico). Da parte di molti studenti cattolici c’è un forte disagio: “Ci dispiace molto constatare che la nostra università abbia autorizzato l’affissione di questi manifesti e consenta ad un gruppo neofascista, che non andrebbe assolutamente legittimato, di fare attività dentro l’ateneo”.

La Cattolica non rilascia alcuna dichiarazione ufficiale, precisa solo che il contenuto dei volantini appesi sui muri non esprime la posizione dell’ateneo ma quelle degli studenti, che hanno la piena libertà di affissione purché il contenuto dei manifesti non sia “offensivo o penalmente rilevante”. Gli unici manifesti non concessi dal regolamento sono quelli partitici e quelli diretti esplicitamente contro alcune persone. E infatti un manifesto firmato Cuib è stato recentemente rimosso: ritraeva il presidente della Camera Gianfranco Fini vestito da partigiano, all’indomani delle sue dichiarazioni ‘antifasciste’ - il fascismo “abolì libertà fondamentali, fu dittatura”, aveva detto Fini - alla festa di Azioni giovani, a Roma, nello scorso mese di settembre. Il manifesto offendeva la terza carica dello Stato - secondo la direzione della Cattolica - e quindi venne asportato. Quelli di queste settimane, invece, possono restare. (luca kocci)

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