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IL VATICANO SI SCOMUNICA DA SÉ

- Dichiarazione di Atrio

Tratto da: Adista Documenti n° 86 del 06/12/2008

 

Secondo la Risposta di Roy Bourgois alla Congregazione per la Dottrina della Fede, il 21 novembre dovrebbe essersi resa effettiva la scomunica con cui la Congregazione ha mi-nacciato lo scorso 21 ottobre il sacerdote statunitense, colpevole di essersi detto favorevole all’ordinazione sacerdotale delle donne, se non ritrattava la sua opinione entro un termine perentorio di 30 giorni.

Non sappiamo se il decreto o annuncio ufficiale di scomunica verrà pubblicato come in altre occasioni. Ma sono molti i cattolici e le cattoliche che, come Bourgeois, sentono "in coscienza" la necessità e l’imperativo di riconoscere e di far riconoscere l’uguaglianza assoluta tra uomini e donne nella Chiesa. Come lui, crediamo che dobbiamo essere non solo profetici verso l’esterno, denunciando e combattendo l’ingiustizia, ma anche coerenti all’interno della Chiesa, rivendicando "l’uguaglianza assoluta tra uomini e donne nella Chiesa", anche rispetto al ministero sacerdotale.

Ammiriamo la coerenza e il coraggio di Bourgeois nell’e-sporsi ad una condanna ingiusta per difendere l’uguaglianza e nel restare fedele alla propria coscienza di fronte ad una minaccia perentoria di scomunica, il cui utilizzo ci appare un abuso di potere da parte di un’autorità che si crede depositaria della verità e disconosce, e persino disprezza e punisce, il sensus fidei, quello dell’immensa maggioranza del Popolo di Dio, di centinaia di milioni di seguaci di Gesù, come confermano le statistiche.

Questa scomunica non scomunica Bourgeois, ma quanti si auto-scomunicano dalla fede del Popolo di Dio.

Per questo, di fronte a una scomunica che non riconosciamo, considerandola abusiva, antievangelica e pertanto invalida, e animati dalla testimonianza profetica di Bourgeois, sentiamo che è il momento opportuno per rivendicare con forza l’"uguaglianza assoluta della donna nella Chiesa", cercando di rendere maggiormente visibile la moltitudine di cristiane e cristiani per i quali questa "uguaglianza assoluta" è un imperativo di coscienza, assolutamente evangelico e irrinunciabile.

È chiaro che lo stesso concetto di ordinazione e di sacerdozio deve cambiare profondamente, in direzione di un nuovo ordine e di una nuova visione dei ministeri nella comunità cristiana. Ma questa riforma necessaria non giustifica la non rivendicazione dell’uguaglianza della donna, la quale deve poter ricevere, sempre, gli stessi sacramenti dell’uomo, anche quelli che necessitano di un’urgente riforma. Ora ci riferiamo solo a questa uguaglianza.

Pertanto, in occasione della testimonianza di Roy Bourgeois, Atrio apre questa "Campagna di rivendicazione dell’ugua-glianza assoluta di donne e uomini nella Chiesa" (...).

E questo è il testo di Dichiarazione di adesione alla Campagna che invitiamo a sottoscrivere:

"Anche io, come Roy Bourgeois credo che la proibizione dell'accesso della donna al sacerdozio ministeriale:

- non abbia fondamento biblico né teologico,

- rappresenti un'inaccettabile discriminazione in base al sesso,

- sia esattamente il contrario di ciò che Gesù farebbe oggi,

- e sia in realtà, semplicemente, un’espressione del patriarcalismo che dobbiamo sradicare dalla Chiesa.

Pertanto, mentre mi unisco a questa campagna di rivendicazione dell’‘uguaglianza assoluta di donne e uomini nella Chiesa’, dichiaro che la decisione vaticana di proibire sotto pena di scomunica l’espressione di questa convinzione di coscienza sia sbagliata, abusiva e antievangelica e, quindi, non meriti di essere presa in considerazione e accettata, per obiezione di coscienza".

 

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