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IL VANGELO TRADITO: LETTERA APERTA DELLE ORSOLINE DI CASA RUT SU “PACCHETTO SICUREZZA” E SILENZI DELLA CHIESA

Tratto da: Adista Notizie n° 88 del 13/12/2008

34742. CASERTA-ADISTA. “Possiamo ancora dirci cristiani”, istituzioni politiche e Chiesa, se le prime aggrediscono i più poveri – soprattutto i migranti – con provvedimenti legislativi e azioni sempre più repressive, e la Chiesa resta immobile e in silenzio? È la domanda che suor Rita Giaretta, insieme alle sorelle di Casa Rut, ha rivolto ai “rappresentanti delle istituzioni politiche e della Chiesa” con una lettera aperta diffusa in occasione dell’avvio del periodo di Avvento del nuovo anno liturgico.

“Con orientamenti e scelte politiche volutamente e accuratamente preparati, quali l’imminente approvazione in Parlamento, che sta avvenendo nel grande silenzio di troppi, tra cui la Chiesa, del cosiddetto ‘pacchetto sicurezza’, nel quale emerge il ‘nemico’ (l’immigrato, lo straniero, il povero, il diverso) da combattere, da controllare o meglio da eliminare, ci viene impedito di esercitare il nostro diritto di vivere semplicemente il Vangelo”, scrivono le religiose. “Ci viene impedito di incarnare, con coscienza libera e matura, quella parola di vita che Dio ha affidato a tutti, in particolare ai suoi prediletti, i poveri: ‘Ero affamato e mi avete dato da mangiare, ero forestiero e mi avete accolto, ero malato… Venite benedetti del Padre mio’”.

“Si resta senza parole – proseguono – di fronte a proposte e ad azioni politiche messe conseguentemente in campo, quali la richiesta indecente, fatta da alcuni esponenti politici della zona, di chiudere il Centro Fernandes gestito dalla Caritas Diocesana di Capua” (un centro di prima accoglienza per migranti nel territorio di Castel Volturno di cui alcuni politici locali di destra hanno chiesto la chiusura perché favorirebbe l’immigrazione clandestina e la criminalità; contro tale proposta è nato un Comitato per la difesa del Fernandes che chiede a tutte le organizzazioni sociali e politiche della Provincia di Caserta di mobilitarsi per far giungere la propria solidarietà al Fernandes inviando al Comune di Castel Volturno fax e e-mail con il testo “Sono per e con il Centro Fernandes”). Si resta senza parole, aggiungono, si fronte all’“azione repressiva voluta e concordata, a dire del primo cittadino, con il ministro dell’Interno che ha portato - dopo un blitz, all’alba, delle Forze dell’Ordine - allo sgombero e all’inagibilità dell’American Palace con la conseguente deportazione di un numero consistente di cittadini migranti” (v. Adista n. 85/08). “Non importa se c’erano donne e bambini, non importa se c’erano tanti poveri lavoratori a giornata, sottopagati e sfruttati, non importa se c’erano solo persone che hanno avuto l’unica sfortuna di nascere al di là del mare, in una terra ricca ma che non riesce ad essere madre per i suoi tanti figli perché impoverita e devastata da noi occidentali che abbiamo bisogno di conservare i nostri tanti privilegi”.

“Come cittadina e come religiosa tali azioni mi indignano e mi inquietano”, scrive suor Rita Giaretta, che si chiede: “Ma noi possiamo ancora dirci cristiani? Quale progetto culturale sta abitando i nostri comportamenti, le nostre scelte e le nostre azioni? Quale futuro per il nostro Paese?”. So bene “cosa significa ‘sporcarsi’ le mani per diventare ‘compagnia’ di tante persone, di tante donne, violate nella loro dignità e costruire con loro percorsi di liberazione e di vero riscatto; so cosa vuol dire abitare il territorio e sentire e accogliere il peso che sta diventando dramma per tanti anziani, per tante famiglie, per tanti giovani tutti resi più poveri e insicuri da questa crisi che sta attanagliando anche il nostro Paese”. E proprio per questo dico che “il vero nemico da combattere non è l’immigrato ma un sistema perverso che ha ‘legalizzato’ le tante e dilaganti forme di ingiustizia, di prepotenza, di corruzione e di egoismo nel nostro Paese che sta producendo, inesorabilmente, sempre più poveri, sempre più ‘Lazzari’ a mendicare. E dall’altro versante un accumulo sfacciato di ricchezza e di beni in mano a pochi, che sono sempre troppi. Dentro questa logica pervasiva c’è il tradimento del Vangelo e della vita”. “Allora vi prego – conclude la lettera –, lasciateci rivendicare il diritto di essere e di vivere da cittadine e cittadini onesti, lasciateci rivendicare il solo diritto di vivere semplicemente il Vangelo della vita e della speranza”. (l. k.)

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