Nessun articolo nel carrello

MESSE AL BANDO LE MINE A GRAPPOLO

- Accordo firmato

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 3 del 03/01/2009

L’attesa è durata più di un anno ma alla fine, il 3 dicembre, la “Convenzione per la messa al bando delle bombe a grappolo” è stata siglata. Presenti quasi tutti i Paesi maggiormente colpiti dalla piaga nella lista dei primi 111 firmatari: Afghanistan, Laos – che tra il 1964 e il 1973 è stato ripetutamente bombardato con 260 milioni di cluster bomb Usa – e numerosi Stati africani. E mentre si attendono ancora le firme già annunciate di alcuni Paesi europei, il Vaticano ha subito aderito ribadendo, in una nota a margine della firma, “il suo impegno a continuare a lavorare per un ordine pacifico internazionale in cui la dignità umana e i diritti fondamentali siano pienamente rispettati”.

La Santa Sede, presente ad Oslo con una delegazione guidata dal segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Dominique Mamberti, ha ricordato poi che “una sicurezza credibile è non solo possibile, ma anche e soprattutto efficace quando è basata sulla cooperazione, sulla costruzione della fiducia e su un ordine internazionale giusto”. Al contrario, ha detto ancora, “un ordine fondato sull’equilibrio della forza è fragile, instabile e fonte di conflitti”. Mons. Mamberti ha infine lanciato “un appello a tutti i Paesi, in particolare a quelli produttori, esportatori e utilizzatori potenziali di munizioni a grappolo, a unirsi ai firmatari di oggi per dire a tutte le vittime e a tutti i Paesi pesantemente colpiti da queste armi che il loro messaggio è stato udito”.

Appello però disatteso dai principali produttori di bombe a grappolo, come Stati Uniti, Cina, India, Israele e Pakistan, che hanno deciso di non firmare la Convenzione. In una nota del 2 dicembre scorso, il Dipartimento di Stato Usa ha tagliato corto, ribadendo l’irrinunciabilità delle cluster bomb nella strategia di difesa degli States. “Una proibizione delle bombe a grappolo formulata in maniera così generale – ha insisto la nota – metterà in pericolo le vite dei nostri uomini e delle nostre donne e quelle dei nostri partner nella coalizione”.

Il Trattato, entro gli otto anni previsti per la sua applicazione definitiva, impedirà l’uso, la vendita e la produzione di questi ordigni che, secondo le stime di Handicap International, hanno mutilato e ucciso, in poco più di 40 anni, oltre 100mila persone, per il 98% civili. Una bomba a grappolo, infatti, esplode disseminando su una vasta area centinaia di piccoli ordigni, che restano spesso attivi, trasformandosi così in mine antiuomo, peraltro già condannate dalla Convenzione di Ottawa del 1997. Inoltre, un quarto circa delle vittime delle cluster bomb sono bambini che, incuriositi dall’oggetto, confondono spesso le bombe inesplose per giocattoli.

Secondo la Cluster Munitions Coalition – il coordinamento di 300 associazioni della società civile internazionale ha condotto i Paesi alla stipula del Trattato – le bombe a grappolo sono state già ampiamente utilizzate da Francia, Israele, Marocco, Olanda, Russia, Gran Bretagna e Usa, nonché da Hezbollah nella guerra del 2006 contro Israele. Sono milioni, inoltre, le bombe ancora conservate nei magazzini militari di 74 Paesi.

“Il mondo è un luogo più sicuro oggi”, ha dichiarato Richard Moyes – copresidente della Coalizione contro le bombe a grappolo – a margine delle celebrazioni per la firma del Trattato: “È l’accordo umanitario più importante dell’ultimo decennio”.  

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.