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“CONTRO LA POLITICA CONSERVATRICE DEL VATICANO” MANIFESTAZIONE A LUCERNA DI CATTOLICI SVIZZERI

Tratto da: Adista Notizie n° 34 del 28/03/2009

34925. LUCERNA-ADISTA. “Auftreten statt austreten”, resistere, prendere posizione, far sentire la propria voce piuttosto che arrendersi e ritirarsi: con questo motto tra 1.500 e 2.000 cattolici hanno manifestato l’8 marzo a Lucerna, nello spazio antistante la chiesa dei gesuiti,  “contro la politica conservatrice del Vaticano” - in particolare contro la revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani - ma anche contro la tentazione di tanti cattolici delusi di uscire dalla Chiesa. Una manifestazione particolarmente sentita e riuscita in un Paese, la Svizzera, in cui i cattolici raramente scendono per strada; l’ultima dimostrazione di questo genere risale al 1990, quando forte fu la protesta per la nomina a vescovo di Coira dell’ultraconservatore mons. Wolfgang Haas, dell’Opus Dei.

In vista della manifestazione era stato diffuso un appello, che è stato sottoscritto da una parte dell’intellighenzia cattolica svizzera: parlamentari, giuristi, teologi, sacerdoti, tra i quali alcuni nomi di spicco, come quello del teologo di Friburgo Leo Karrer, della domenicana Ingrid Grave e della ex consigliera nazionale Pia Hollenstein. "Critichiamo in modo particolare l'apertura del Vaticano nei confronti del movimento reazionario cattolico della Confraternita San Pio X e alcune nomine di vescovi conservatori", hanno affermato gli organizzatori della manifestazione. "Invitiamo i vertici a impegnarsi a favore di una Chiesa aperta, che dialoga con la società e che propone un modo di essere cristiani che non allontani i giovani". A partire dall'esperienza del Concilio Vaticano II e dei sinodi postconciliari diocesani come Sinodo 72, capisaldi della protesta sono la difesa dei diritti umani anche nella Chiesa, un maggiore ruolo decisionale per i laici e parità di trattamento per le donne, la prosecuzione del dialogo ecumenico e interreligioso e il rispetto per il pluralismo in ambito ecclesiale. La politica del Vaticano, hanno affermato i promotori, porta ad una Chiesa "autoritaria, dogmatica e lontana dalle preoccupazioni della gente".

Nel corso della manifestazione, il francescano Anton Rotzetter ha espresso parole molto dure in relazione agli ultimi sviluppi nei rapporti con i lefebvriani. Il papa, ha detto, "ha rimesso in questione le acquisizioni del Vaticano II. Eppure ci furono 4.500 voti al Concilio Vaticano II per stabilire questi avanzamenti della Chiesa cattolica. Oggi, la revoca delle scomunica dei vescovi integristi è uno scandalo". E ancora: "No, il Concilio Vaticano II non è negoziabile, né la tolleranza, né la nuova liturgia, né l'ecumenismo, né il dialogo con gli ebrei o con altre religioni".

Anche l'ex consigliera nazionale Rosemarie Zapfl ha insistito sul significato del Concilio, individuando nella mancanza di amore uno dei problemi maggiori della Chiesa di oggi. Malgrado tutto, ha affermato la presidente del consiglio parrocchiale di Lucerna Irène Studer-Rohr, “non vogliamo ritirarci perché crediamo nel Vangelo”.

Parallelamente alla manifestazione di protesta, si è svolto, nella St. Peterskirche, un “pomeriggio di preghiera per il papa e per l’unità nella Chiesa”, organizzato dall’associazione Pro Ecclesia Schweiz. Circa 200 cattolici si sono inginocchiati davanti al Santissimo sacramento, hanno recitato il rosario e hanno pregato per due ore per la nuova evangelizzazione, per le vocazioni sacerdotali e per una fede più forte.

Per saggiare, probabilmente,  gli umori della base cattolica, p. Martin Werlen, abate di Einsiedeln, in qualità di rappresentante della Conferenza episcopale svizzera, ha presenziato ad entrambe le manifestazioni, leggendo lo stesso discorso: "Nel dolore delle scorse settimane – ha detto in conclusione – una cosa in particolare mi fa gioire: è chiaro che a molte persone del nostro Paese non è indifferente ciò che fa la Chiesa. Molti di voi, cari partecipanti, si impegnano giorno dopo giorno nella Chiesa e nella società. Pertanto vorrei chiudere con un ringraziamento e con l'invito a prendere posizione e a non ritirarvi".

Decisa la presa di distanza dalla manifestazione anti‑romana della Nunziatura apostolica: "Il fatto che diversi gruppi di cattolici tanto ‘conservatori’ quanto ‘liberali’ interpretino il Concilio Vaticano II come una rottura con la tradizione è motivo di molta pena e di una profonda sofferenza", ha scritto in un comunicato il nunzio p. Francesco Canalini. “La formazione di gruppi di pressione che vogliono imporre pubblicamente la loro interpretazione concernente diversi punti della dottrina e della disciplina ecclesiastica non è in armonia con la vita della Chiesa cattolica”. “Nella situazione attuale - conclude - è più che mai urgente che i fedeli della Chiesa cattolica manifestino la loro piena fiducia al Santo Padre, preghino senza sosta per Lui (Atti, 12, 15) e vivano in comunione col successore di Pietro, al quale il Cristo Signore ha affidato la guida visibile della Sua Chiesa nel corso della storia (Mt 16,17-19)”.

Sostegno ai manifestanti, invece, è stato espresso dal teologo svizzero Hans Küng che, come presidente della Fondazione Herbert Haag, era a Lucerna per assegnare il premio “per la libertà nella Chiesa” all'ex presidente del Tribunale federale Giusep Nay, al teologo friburghese Leo Karrer e all'olandese Hermann Häring. (ludovica eugenio)

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