
Giornata contro la desertificazione: si sa già cosa fare, ma...
«Una crisi silenziosa e invisibile che colpisce tutto il Pianeta»: si celebra oggi, 17 giugno, la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità, proclamata il 30 gennaio del 1995 con una risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Come prevenire e combattere la siccità e la desertificazione? Le azioni sono ben chiare, afferma il WWF Italia elencando una serie di iniziative note e realizzabili («combattere le cause di degrado del suolo e siccità, abbattere le emissioni climalteranti, attuare i piani di adattamento al cambiamento climatico, ripristinare gli ambienti naturali degradati, fermare il consumo di suolo, gestire l’acqua attraverso politiche di risparmio, prevenzione e tenendo conto del bilancio idrico per garantire una ripartizione sostenibile di questo prezioso bene comune»). Eppure, si legge nella nota diramata in occasione della Giornata, «mancano ancora la capacità e la volontà di cooperare per fermare una crisi che rischia di rendere il Pianeta inabitabile per molte specie, inclusa quella umana», che ha bisogno per la sua sopravvivenza di terreni fertili e coltivabili. Al contrario, terreni aridi, secchi, desertificati, accrescono i fattori di rischio, la povertà, la malnutrizione, l’esigenza di migrare, paralizzando ogni tentativo di sviluppo e di benessere per le comunità. Mentre la siccità avanza ad ogni latitudine, nel mondo si stimano come desertificati 1,6 miliardi di ettari di terreno (3,2 miliardi di persone coinvolte). «Anche in Italia – avverte il WWF – vi sono zone a rischio desertificazione».
Fenomeni di siccità si registrano in tutto il mondo e, secondo modelli scientificamente comprovati, sono destinati a crescere in futuro, a causa dei cambiamenti climatici provocati dalle attività umane, del consumo di suolo, della deforestazione, di una cattiva gestione delle risorse idriche e del territorio. Questo stato di cose impone scelte politiche e amministrative coraggiose e lungimiranti.
In Italia la situazione è grave. «Nonostante il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica si fosse adoperato per far approvare il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici nel 2023, da allora nulla è stato fatto per attuarlo e nell’ultima Legge di Bilancio non si trova menzione né impegni di spesa». Occorre aggiornare il bilancio idrico ai nuovi dati (-19% di disponibilità idrica nell’ultimo trentennio) e ai nuovi, aumentati, consumi; occorre ripensare la ripartizione idrica per l’uso civile, industriale e agricolo; occorre avviare politiche di risparmio, prevenzione, manutenzione della rete, ecc. Il tutto, spiega il WWF Italia, attraverso processi partecipati che coinvolgano le comunità locali.
«La classe politica italiana da 13 anni parla di una legge sul consumo di suolo, senza riuscire a concretizzare questo obiettivo», conclude il WWF. «Non si può più rimandare l’approvazione di una norma che garantisca un uso sostenibile ed efficiente del suolo, anche in attuazione della Nature Restoration Law. La ricetta è semplice e conosciuta da anni: agire in una logica di “Bilancio zero del consumo di suolo” evitando di occupare nuove aree e promuovendo il recupero (anche ai fini dell’adattamento climatico) delle aree degradate e/o sottoutilizzate».
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