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OTTO PER MILLE ANCHE ALLA SCUOLA STATALE? MA CON LA PROPOSTA DEL PD, IL ROSPO NON DIVENTA PRINCIPE

Tratto da: Adista Notizie n° 12 del 31/03/2012

36597. ROMA-ADISTA. La scuola statale è in difficoltà perché le mancano svariati miliardi di euro sottratti dai governi degli ultimi anni sotto forma di tagli di insegnanti, riduzione dell’orario settimanale di lezione e risparmi sulle strutture? Allora finanziamola con l’otto per mille.

È la proposta del Partito Democratico che ha presentato un ordine del giorno, approvato dalla Camera, per aggiungere anche la scuola fra i destinatari dell’otto per mille che i contribuenti decidono di assegnare allo Stato. Si tratta, chiede il Pd, di modificare la legge 222 del 1985 – che regola anche il meccanismo dell’otto per mille – in modo da consentire ai contribuenti di «indicare esplicitamente la scuola pubblica come destinataria di una quota fiscale dell’otto per mille» (al momento la legge prevede che sia la presidenza del Consiglio a ripartire le quote fra quattro possibili “causali”: fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati e conservazione di beni culturali).

Una proposta che sembra avanzata, ma che invece è fortemente regressiva, denuncia l’associazione nazionale “Per la Scuola della Repubblica»: la scuola deve essere finanziata con un consistente investimento statale, non con le “elemosine” dei cittadini. Ma è l’intero meccanismo dell’otto per mille ad essere messo in discussione dall’associazione, da sempre il prima fila per la difesa della scuola statale e per la laicità dello Stato: quello dell’otto per mille, spiega “Per la scuola della Repubblica”, è «un provvedimento nato in coda al Nuovo Concordato per garantire alla Chiesa un sostentamento del clero non più previsto dal Nuovo Concordato. Ne è derivata una normativa del tutto truffaldina, in quanto la ripartizione delle quote di coloro che nulla hanno espresso avviene sulla base del maggior numero di scelte espresse (quelle a favore della Chiesa cattolica, vista la grande pubblicità messa in atto) anziché “restare” al naturale destinatario delle imposte, lo Stato». Allora basterebbe questo, denuncia l’associazione, perché «un partito democratico e laico, come il Pd afferma di essere, prenda le distanze da una simile legge, di cui andrebbe piuttosto chiesta l’abrogazione!». Ma è «ancor più grave» pensare di finanziare con questo sistema l’istruzione pubblica, che è «funzione precipua e indelegabile della Repubblica». La scuola dello Stato – prosegue l’associazione – non è un servizio, ma  una funzione fondamentale dello Stato e «i fondi per metterla in sicurezza devono essere strutturali, non certo affidati al gettito capriccioso di quote variabili, soggette alla libera scelta dei contribuenti», come è appunto l’otto per mille. (l. k.)

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