ROM ALLE PRIMARIE: «NESSUNO PUÒ NEGARCI IL DIRITTO DI VOTO»
Tratto da: Adista Notizie n° 15 del 20/04/2013
37124. ROMA-ADISTA. Ha reagito con indignazione e dolore la comunità rom di via Candoni alle accuse dell’esponente della direzione regionale del Pd Cristiana Alicata e del candidato sindaco del Movimento 5 Stelle Marcello De Vito riguardo a un presunto voto di scambio alle primarie del Partito Democratico del 7 aprile scorso (v. Adista Segni Nuovi n. 15/13). Inverosimile, per i due esponenti politici, che i rom possano esercitare il loro diritto di voto come tutti gli altri cittadini: «Le solite incredibili file di nomadi: sono voti comprati», aveva scritto in un post la renziana Alicata; «Che bello i rom alle primarie del Pd: hanno dichiarato apertamente che hanno avuto 10 euro per il loro voto», ha rilanciato De Vito su Facebook, senza preoccuparsi di fornire prove, e linkando al post l’immagine (poi rimossa in seguito alla diffida dell’Associazione 21 luglio) di una donna rom nell’atto di deporre la scheda nell’urna (per poi giustificarsi dicendo di aver «semplicemente preso atto di quanto detto da Cristiana Alicata» ed escludendo da parte sua qualunque «intento offensivo o razziale»).
«Come comunità rom presente da 13 anni nel XV Municipio – ha dichiarato in un comunicato la comunità di via Candoni, annunciando la propria decisione di denunciare per diffamazione e istigazione all'odio razziale Alicata e De Vito – abbiamo sempre preso parte attivamente alla politica del territorio, come tutti i rappresentanti delle forze politiche, dell'associazionismo e dei movimenti locali possono testimoniare», e come dimostra anche il fatto che «in ogni tornata elettorale i futuri candidati hanno organizzato iniziative politiche ed elettorali in questo campo sui temi dell'immigrazione e dell'inclusione sociale», l’ultima delle quali promossa, proprio dieci giorni prima del voto, da David Sassoli, a cui i rom riconoscono «interesse e sensibilità alle problematiche del campo».
Un interesse, quello degli esponenti politici, che è sempre stato visto dalla comunità «come un segnale positivo per uscire dall'invisibilità e dalla marginalità in cui siamo relegati spesso e nostro malgrado e come stimolo ad essere parte attiva e propositiva dell'elettorato e non solo e sempre un problema di emergenza sociale». Tant’è che la comunità aveva preso parte al voto, senza produrre alcuno scandalo, già alle primarie del 2009, come pure alle elezioni per il Parlamento Europeo e alle ultime elezioni comunali, impegnandosi anche in questi anni «contro il piano Nomadi di Alemanno a partire dalla campagna contro le impronte digitali ai minori che hanno coinvolto tutte le forze democratiche del territorio», fino a «rifiutare il fotosegnalamento per mano della Croce Rossa Italiana».
Nessuna sorpresa, dunque, che queste primarie fossero apparse alla comunità «un'occasione importante di partecipazione per segnare un cambiamento di linea», dopo «5 anni di devastazione, di sgomberi, fotosegnalamenti, campagne xenofobe e affollamento dei campi». Ma, esclamano, «evidentemente ci siamo sbagliati!»: «La campagna partita da una dirigente del Pd, immediatamente ripresa dal M5Stelle e da tutti i blog della destra e diffusa indegnamente da tutta la stampa è il segnale inquietante di quanto sia radicato nel senso comune il pregiudizio razzista nei confronti delle comunità rom».
Non si stupisce, la comunità, che tale pregiudizio si incontri nella destra, come pure nel Movimento 5 Stelle, da cui sono partite, «già più volte, esternazioni ambigue sul voto ai migranti», senza contare «l'apertura a movimenti apertamente xenofobi come Casa Pound». «Ci stupisce invece che tali affermazioni siano nate in seno al Pd», evidenzia la comunità chiedendo una presa di distanza pubblica da parte dei dirigenti democratici e la destituzione di Cristiana Alicata». La quale, in effetti, si è dimessa dalla sua carica all’interno del Pd, ma senza chiedere scusa a nessuno: «Il partito mi ha massacrata ma la mia denuncia farà solo del bene», ha affermato in un’intervista a Repubblica (11/4), rivendicando il merito di aver «segnalato un problema politico e morale: i voti di scambio alimentati da correnti del Pd romano». Affermazioni cui ha nuovamente replicato la comunità rom, invitando «la sig.ra Alicata a farsi un giro a via Candoni per verificare di persona le nostre condizioni»: «Così forse le sarà anche chiaro che votiamo tutti nello stesso seggio perché viviamo nello stesso posto: via Luigi Candoni 91». Ed evidenziando come tali polemiche abbiano ottenuto come unico risultato «il recupero di Alemanno e della destra, oltre ad intimidire e scoraggiare la popolazione migrante e rom ad esercitare il suo diritto al voto. Questo è il vero problema politico e morale». (claudia fanti)
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