Nessun articolo nel carrello

IL LAVORO AI TEMPI DEL NON LAVORO. UN LIBRO DI PIERRE CARNITI

Tratto da: Adista Notizie n° 28 del 27/07/2013

37263. ROMA-ADISTA. Intanto l’autore, uno dei nomi più significativi di quella parte del cattolicesimo democratico più sensibile ai temi sociali e del lavoro: Pierre Carniti, classe 1936, dal 1970 segretario nazionale dei metalmeccanici della Cisl, dal 1979 al 1985 alla guida di tutta la confederazione cattolica (dopo essere stato segretario aggiunto sotto il suo storico alleato in Cisl, Luigi Macario).

Tra coloro che sottoscrissero la lettera sull’Espresso (13 giugno 1971) sul caso Pinelli, in cui si accusavano omissioni e depistaggi di diversi funzionari, commissario Calabresi in testa, di cui si chiedeva la destituzione, Carniti fu a Reggio Calabria, nella storica manifestazione del 22 ottobre del 1972, organizzata a fianco dei lavoratori calabresi, nella città dei “boia chi molla” di Ciccio Franco, quando per la prima volta furono gli operai del Nord e del Centro a scendere a manifestare al Sud, e non viceversa. E fu anche tra quei cattolici che nel 1974 animarono il comitato per il “No” al referendum abrogativo della legge sul divorzio, contro l’asse clerico-fascista Fanfani-Msi-gerarchia ecclesiastica.

Carniti fu però anche il più tenace sostenitore dell’“accordo di San Valentino”, sottoscritto il 14 febbraio 1984 da Uil e Cisl con il governo Craxi, che infliggeva un primo durissimo colpo al sistema perequativo della cosiddetta “scala mobile”, per cui all'aumento dell'inflazione corrispondeva automaticamente e immediatamente un aumento dei salari. Per Carniti quell’accordo serviva a combattere l’inflazione, all’epoca a livelli molto alti (11% circa, ma nello stesso periodo il Pil dell’Italia cresceva ancora ad un ritmo del 3-4% l’anno). Per la Cgil, allora guidata da Luciano Lama, (pur con il forte dissenso della componente socialista all’interno della Cgil) e l'allora segretario del Pci Enrico Berlinguer, era invece un inaccettabile attacco ai diritti sindacali, un punto di non ritorno. Cgil e Pci si opposero così in tutti i modi all'accordo. Promossero anche un referendum, che si celebrò il 9 e 10 giugno 1985, ma nel quale prevalsero – seppure di poco (53%) – i “no” alla modifica dell’accordo.Quell’anno, dopo il vittorioso referendum, Carniti lasciava (anche per ragioni di salute) la guida della Cisl, divenendo tra i pochissimi leader sindacali a non intraprendere una luminosa carriera politica (è stato infatti “solo” deputato europeo per due legislature, prima per il Partito Socialista Italiano poi come indipendente nelle file dei Democratici di Sinistra dal 1989 al 1999, per poi ritirarsi dalla politica attiva). Fu però promotore con Ermanno Gorrieri del Movimento dei Cristiano Sociali, poi confluiti, dopo il celebre congresso della “Cosa 2” del 1998, dentro i Democratici di Sinistra, per aderire successivamente, nel 2007, al progetto del Partito Democratico.Se da molti anni Carniti ha scelto una posizione defilata, non manca però di intervenire nel dibattito pubblico.

Attraverso interviste, come le tante fattegli all’epoca della riforma Fornero e della querelle intorno all’art. 18, quando bollò il dibattito come «puro delirio», «paranoia di alcuni politici e imprenditori che a tratti si acutizza».Ma Carniti ha detto spesso la sua anche attraverso i suoi scritti. Una summa dell’esperienza e della sua visione dell’economia, del lavoro, della società e dei legami di solidarietà al suo interno si ritrova nel suo ultimo lavoro, Risacca. Il lavoro senza lavoro (Altrimedia edizioni, 2013, euro 14: il libro può essere acquistato anche presso Adista, scrivendo all’indirizzo abbonamenti@adista.it. I ricavi della diffusione di questo volume contribuiranno a sostenere “Dignità del Lavoro”, cooperativa sociale che promuove l’inserimento lavorativo delle persone socialmente svantaggiate).

La premessa è che, nel futuro, lavoro per tutti non ci sarà. Lo dice bene del resto il sottotitolo del libro, che segue la metafora della corrente di ritorno che si dirige dalla riva verso il largo ad elevata velocità trascinando con sé tutto ciò che incontra. Il pessimismo (realismo?) di Carniti emerge quindi sin dalla copertina. All’interno del volume, l’ex leader della Cisl mette in guardia (come già Marx) da falsi miti come quello dell’innovazione tecnologica, funzionale ad abbassare ulteriormente il costo del lavoro e premessa quindi di nuovi cali occupazionali, piuttosto che panacea invocata da tanti per uscire dalla disoccupazione. Questa visione concreta e disincantata si lega però, come suggerisce Chiara Saraceno nella sua prefazione al libro, ad un «indomito idealismo». Ecco allora il capitolo in cui si confutano le teorie liberiste sulla flessibilità del lavoro, si sottolinea l’arretratezza del nostro Paese su giustizia, burocrazia, ricerca, infrastrutture come concausa dell’aumento della disoccupazione; si segnala la scandalosa forbice tra retribuzione medie dei lavoratori e stipendi dei top manager, come la punta dell’iceberg di una società ormai fondata sulla diseguaglianza. Si arriva così alla citazione del New Deal di Roosvelt, esperienza che significò anche un controllo governativo sui salari e che, secondo Carniti, perseguiva l’idea di una società che crescesse in maniera «tendenzialmente egualitaria» per prevenire tensioni e conflitti sociali. Quella stagione, riconosce l’ex leader della Cisl, come sempre accade nella storia non si può ripetere, ma «dovrebbe condurre alla presa di coscienza che la battaglia contro la disoccupazione difficilmente potrà conseguire dei risultati concreti se non sarà accompagnata anche da una parallela e concreta lotta alle diseguaglianze di reddito, di diritti, di opportunità».La personale ricetta di Carniti per contrastare la “risacca” si articola in due proposte.

La prima riguarda la riduzione dell’orario di lavoro. Non i «35 anni 35 ore», slogan di una celebre (e vana) campagna di Rifondazione Comunista negli anni ’90, quanto l’idea di una ripartizione del tempo di lavoro rimasto, attraverso accordi, anche temporanei, sulla scia di ciò che è avvenuto in Paesi come Francia e Germania, cui aggiungere l’impulso al «part-time volontario» (la contraddizione, però, è che in entrambi i casi il monte salariale viene mantenuto inalterato, diviso solo tra più soggetti), l’uso del «pensionamento flessibile», nonché un «servizio civile obbligatorio» per i giovani (8-10 mesi per 5-600 euro di retribuzione mensile).

La seconda proposta è condensata in quella che Carniti chiama «nuova configurazione»: un progetto di «economia solidale», basato sull’avvio «del maggior numero possibile di start up, cioè di nuove micro imprese» soprattutto in settori innovativi, agevolati dalla diffusione della banda larga. Così come potrebbero essere incentivate «l’avvio di nuove attività produttive, potenzialmente di successo». Contemporaneamente, andrebbero incentivate esperienze di «lavoro associato. Vale a dire forme di organizzazione del lavoro autogestito». Così come non andrebbero perse le esperienze del piccolo artigianato, del lavoro artistico e creativo, del settore cooperativo. Tutte strade che, secondo Carniti, darebbero nuovo valore al lavoro inteso come “relazione”. «Invece negli ultimi due secoli, dal capitalismo al marxismo, si è sempre visto il lavoro esclusivamente come fattore di produzione». (valerio gigante)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.