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Un granello di polvere negli ingranaggi del sistema. Il mondo delle banche e delle armi spiegato ai più giovani

Tratto da: Adista Documenti n° 37 del 26/10/2013

DOC-2567. ROMA-ADISTA. È il sogno di un mondo libero dal perverso «binomio finanza-armi», dalla schiacciante supremazia delle leggi assolute del Mercato, dall’illusione distruttiva di una crescita illimitata, quello che appassiona il giovane protagonista del libro Marcelo di fronte ad un mondo di banchieri e guerrafondai (ed. autorinediti, settembre 2013), nuova opera dell’economista olandese Wim Dierckxsens (coordinatore delle ricerche sulle alternative al neoliberalismo per il Forum Mondiale delle Alternative e ricercatore del Dipartimento Ecumenico di Ricerche, Dei, in Costa Rica), pubblicata (come già quella precedente dello stesso autore Susanna e il mondo del denaro, v. Adista Segni Nuovi n. 92/11) dall’Associazione Sulla Strada, impegnata in Guatemala in progetti integrati di scuola, salute, arte e lavoro, di cultura e spiritualità maya e cristiana (tutti i proventi della vendita del libro, che può essere richiesto all’indirizzo info@sullastradaonlus.com oppure al telefono 0744-992760 ad un'offerta minima di 10 euro, saranno destinati ai progetti dell’associazione a favore, in Guatemala, dei bambini indigeni costretti a lavorare in condizioni disumane nelle fabbriche di fuochi d’artificio e, in Italia, della casa famiglia “Il Tiglio”).

Scritto per i ragazzi e le ragazze dai 15 anni in su, il libro di Dierckxsens, che conta sulla prefazione di Alex Zanotelli e sulla postfazione di Tonio Dell’Olio, affronta, attraverso lo sguardo inquieto e curioso del quattordicenne costaricense Marcelo, le complesse questioni legate al dominio del capitale finanziario globalizzato e lo fa nello stile semplice e colloquiale, ma non per questo meno rigoroso, proprio dell’autore. Sotto la guida del nonno paterno, Marcelo inizia il suo processo di scoperta e di maturazione, addentrandosi nei temi dell’industria di guerra, della logica della guerra globale permanente, della liberalizzazione del sistema finanziario, della spietata lotta di interessi per il controllo del mondo, dei limiti di un modello basato sulla crescita illimitata, del bisogno conseguente di affidarsi alle guerre per conquistare il controllo. I temi, cioè, dello sfruttamento - dell’essere umano e della natura - come «la regola fondamentale» dell’attuale sistema («è – scrive Carlo Sansonetti nella presentazione – come mungere una vacca fino all’esaurimento, fino a doverla poi gettare via, ormai improduttiva»). E del nesso strettissimo tra guerra e finanza, su cui si sofferma anche Alex Zanotelli, evidenziando nell’introduzione come nel 2012, nel mondo, siano stati spesi per le armi 1.753 miliardi di dollari: 26 miliardi di euro solo in Italia, pari a 70 milioni di euro al giorno (a cui bisogna aggiungere i circa 15 miliardi di euro già stanziati per l’acquisto degli F35).

E, per questa via, Marcelo comprende - e i lettori anche meno giovani insieme a lui - il disegno del capitale di trasformare tutti in «pedine da eliminare quando conviene», il pericolo che il mondo intero resti «sottomesso a queste piovre giganti» che sono le forze della globalizzazione finanziaria, l’urgenza di una trasformazione «dall’economia di guerra a un’economia civile», la propria determinazione a coinvolgersi in questa lotta. Ed è su questo necessario coinvolgimento che pone l’accento con forza Tonio Dell’Olio (responsabile della sezione internazionale dell’associazione “Libera”), nella sua postfazione scritta proprio sotto forma di lettera al protagonista del libro, sollecitandolo - e sollecitando con lui tutti i giovani del mondo - a diventare «un pulviscolo di polvere che si mette dentro gli ingranaggi del mondo dei banchieri e dei signori della guerra».

Un invito che Wim Dierckxsens non ha voluto lasciar cadere, affrontando (al di fuori delle pagine del libro) il problema del “che fare” in una risposta di Marcelo «al suo amico italiano», in cui il ragazzo affida le sue speranze di cambiamento ai processi di trasformazione in atto nel Sud del mondo e in particolare nella sua America Latina, al sorgere di nuove visioni teoriche (a partire da quella del Buen Vivir) e di nuove pratiche politiche come primi timidi passi verso «un’altra civiltà».Di seguito il testo della postfazione di Tonio Dell’Olio. (claudia fanti) 

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