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LA CHIESA IRLANDESE ANCORA NELLA BUFERA. DOPO LE FOSSE COMUNI, ANCHE I BAMBINI CAVIE

Tratto da: Adista Notizie n° 23 del 21/06/2014

37690. DUBLINO-ADISTA. Nell’ambito dello scandalo e dell’orrore suscitati dalla notizia del rinvenimento, presso l’istituto per ragazze madri St. Mary’s di Tuam, in Irlanda, di una fossa comune contenente i resti di 800 bambini, emergono nuovi sconvolgenti fatti: più di 2mila bambini, negli anni ’30, sono stati sottoposti, in istituti cattolici e statali irlandesi, a esperimenti medici. A rivelarlo l’Irish Daily Mail (6/6): tra il 1930 e il 1936, 2.051 figli di donne non sposate (spesso ostracizzate dalle famiglie) furono segretamente usati come cavie per farmaci in sperimentazione, tra cui un vaccino monodose contro la difterite prodotto dall’industria farmaceutica Burroughs Wellcome. Secondo quanto riporta lo storico Michael Dwyer, autore della scoperta, non vi sono testimonianze sugli effetti collaterali legati all’uso di questi vaccini. Dwyer, della Cork University’s School of History, ha scoperto i dati relativi alle vaccinazioni dei bambini nel corso di una ricerca su decine di migliaia di articoli di riviste mediche e di archivi. E ora avverte: «Ciò che ho trovato non è che la punta di un iceberg». 

Il capo del governo, Enda Kenny, ha incaricato i ministri di cercare prove dell’esistenza di ulteriori fosse comuni nel Paese: «Ho ordinato – ha detto – di verificare la portata del fenomeno e che cosa c’è dietro, per capire se si tratti di un caso isolato o se ve ne siano altri». 

Tra gli istituti dove questi esperimenti venivano effettuati compare Bessborough, nella contea di Cork, e la Sean Ross Abbey a Roscrea, nella contea di Tipperary, entrambe al centro dello scandalo delle fosse comuni, ma risultano implicati anche l’orfanotrofio della St. Joseph’s Industrial School for Boys, gestito dalla congregazione religiosa dei Presentation Brothers, e la St. Finnbarr’s Industrial School for Girls, delle Suore del Buon Pastore. Nel rapporto sono citati anche una scuola per bambini sordi e un orfanotrofio domenicano. I bambini nati al di fuori del matrimonio, secondo la dottrina del tempo, non potevano essere battezzati, e di conseguenza nemmeno sepolti in terra consacrata.

Che si trattasse di una prassi, quella della sperimentazione farmacologica sui piccoli, portata avanti segretamente, in modo che né il governo né le autorità locali ne venissero a conoscenza, è provato dal fatto che non ci sia traccia di questi esperimenti negli archivi degli uffici locali del Ministero della Sanità, né negli archivi dell’industria farmaceutica a Londra. Tuttavia, spiega Dwyer, «il fatto che i risultati di questi esperimenti fossero stati pubblicati sulle più autorevoli riviste mediche suggerisce che questo genere di sperimentazione umana fosse ampiamente accettata dai medici e agevolata dai vertici delle istituzioni residenziali infantili».

Sgomento è stato espresso dagli attuali vertici della Burroughs Wellcome, che ora si chiama Gsk. «Le attività descritte risalgono a più di 70 anni fa e se è tutto vero, sono sconvolgenti. Avremmo bisogno di ulteriori dettagli per indagare su ciò che è davvero accaduto, ma le pratiche emerse certamente non riflettono i protocolli delle moderne sperimentazioni cliniche». Una portavoce delle suore del Sacro Cuore di Gesù e Maria, la congregazione che gestiva l’istituto di Bessborough e l’abbazia Sean Ross, ha detto che un’inchiesta indipendente sarebbe accolta con favore. 

La Conferenza episcopale irlandese, riunita nella propria assemblea estiva a Maynooth, ha pubblicato una dichiarazione sulla creazione, da parte delle autorità di governo, di una commissione d’inchiesta sugli istituti per ragazze madri. A proposito delle rivelazioni emerse, i vescovi parlano di uno «shock» per il popolo irlandese. «Ci viene ricordato un tempo – scrivono – in cui le madri non sposate erano spesso giudicate, stigmatizzate e rifiutate dalla società e dalla Chiesa. Questa cultura di isolamento e di ostracizzazione sociale era dura e spietata»; «chiediamo perdono per il dolore causato dalla Chiesa in quanto parte di questo sistema». Di qui il pieno appoggio dei vescovi alla Commissione istituita dal governo: «Dobbiamo scoprire di più su questo periodo della nostra storia sociale e considerare l’eredità che ci ha lasciato come popolo. Soprattutto dobbiamo consentire a chi ne è stato direttamente colpito di ricevere riconoscimento e appoggio adeguato». Per questo motivo, i vescovi esortano «tutti coloro che hanno avuto una qualche responsabilità per aver creato, gestito o supervisionato gli istituti o le agenzie per l’adozione, a fornire qualsiasi documentazione o informazione che possa essere di aiuto. Noi lavoreremo a livello locale per garantire che i luoghi di sepoltura siano opportunamente contrassegnati, in modo tale che i defunti e le loro famiglie siano riconosciuti dignitosamente e non siano mai dimenticati». (ludovica eugenio)

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