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Chiese asiatiche: basta! Prioritario è lottare per l'ambiente

Chiese asiatiche: basta! Prioritario è lottare per l'ambiente

BANGKOK-ADISTA. Il dramma del riscaldamento climatico è stato al centro di un incontro, nella capitale thailandese, fra il 18 e il 20 agosto scorso, fra vari Paesi membri della Federazione delle Conferenze episcopali d'Asia (Fabc). Erano presenti – riferisce Eglises d'Asie (26/8/15) – vescovi e sacerdoti di Birmania, Cambogia, Laos, Malaysia, Pakistan, Singapore, Vietnam e, ovviamente, Thailandia. I partecipanti hanno innanzitutto  analizzato i dati, ovvero gli eventi climatici estremi di quest'estate: le forti ondate di calore in Pakistan, le inondazioni in Vietnam, i fumi soffocanti in Malaysia dovuti all'incendio di foreste, le piogge torrenziali in Birmania delle ultime settimane, ma anche nel nord-est dell'India e in Bangladesh. «Non è più sufficiente aiutare le vittime», comunque in forte aumento (oltre a morti e feriti, sono centinaia di migliaia in Asia le persone evacuate) ha dichiarato p. Allwyn D'Silva, segretario dell'Ufficio della Fabc che si occupa di ecologia, «dobbiamo lottare contro il riscaldamento climatico». Che è tutto effetto antropologico: «Le cause principali di questi incidenti climatici sono umane», ha spiegato il card. Charles Maung Bo, arcivescovo di Rangoun, in Birmania, indicandole soprattutto nella «deforestazione» e «costruzione di dighe». «E sono soprattutto i più poveri – ha osservato – che subiscono più direttamente le conseguenze di queste scelte».

E se in Birmania le inondazioni hanno riguardato più di un milione di persone, in Vietnam quest'anno si sono avuti contemporaneamente inondazioni in alcune zone e serie ondate di siccità in altre. «Siamo entrati in una fase di autodistruzione», è stata la considerazione di mons. Louis-Marie Ling Mangkhanekhoun, vescovo di Paksé, nel Laos. Sia nel Laos che in Cambogia, ha denunciato, le massicce operazioni di deforestazione orchestrate da grandi multinazionali in accordo con le autorità locali, provocando in più l'esodo di contadini ed abitanti di villaggi, e dunque ulteriori problemi socio-economici.

Il presidente di Caritas Thailandia, mons. Philip Banchong Chaiyara, ha richiamato tutti alla salvaguardia del Creato e ad impegnarsi a «sviluppare strategie per la cura della casa comune», come esorta anche papa Francesco nell'enciclica Laudato si'. «Prima – ha osservato p. Vincent Vu Ngoc Dông, presidente di Caritas Vietnam – la cooperazione fra le Chiese e le autorità locali in merito al cambiamento climatico era scarsa; ora però la Fabc vuole che diventi prioritaria». È perciò fondamentale moltiplicare iniziative locali. Un esempio, fra quelle già in atto: a Kuala Lumpur, in Malaysia, la Chiesa cattolica lavora con le comunità locali per sensibilizzare i fedeli all'ecologia e allo sviluppo sostenibile attraverso iniziative concrete come la riforestazione o l'utilizzo di prodotti “fatti in casa” e non tossici per l'ambiente. «Possiamo dimostrare quello che le buone intenzioni possono permettere di fare ogni giorno», è stato l'incoraggiamento di mons. Philip Banchong Chaiyara. 

*Foto di Garycycles, tratta dal sito Flickr, licenzaimmagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

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