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Numeri e acronimi

Numeri e acronimi

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 17 del 06/05/2017

numeri e acronimi

Il nuovo POTUS (President Of The United States; l’acronimo è modo normale di definirlo) stava disastrosamente calando negli indici di gradimento. Così, il 6 aprile, 59 TLAM (Tomahawk Land Attack Missiles) hanno raggiunto una base aerea siriana. Nel darne l’annuncio con un comunicato di 267 parole, dal suo luogo di villeggiatura di Mar-a-Lago, il POTUS ha nominato “Dio” ben 3 volte (come la parola attack; solo chemical e weapons, con 4 ricorrenze, sono termini più usati nel testo). Fonti russe dicono che i 59 non avrebbero fatto gran danni, che il giorno dopo aerei siriani sono regolarmente partiti in missione e che ci sarebbero solo 14 feriti, fra cui alcuni civili. Ma tant’è: un cronista della MSNBC sbrodolava entusiasmo descrivendo la bellezza dei missili lanciati dalla nave. 

Così il 13 aprile il POTUS ha fatto sganciare una MOAB (Massive Ordnance Air Blast Bomb, meglio nota come Mother Of All Bombs, con buona pace dei Moabiti biblici) in Afghanistan. Abbiamo quindi appreso che i talebani sono in rimonta – ma adesso li sistemiamo! I ribelli dicono che, a parte lo sconquasso, non ci sono morti, ma fonti governative afgane parlano ora di 94 combattenti uccisi. Come li abbiano contati, non si sa. Tuttavia, se un Tomahawk costa circa un milione di dollari e 59 hanno fatto 14 feriti, mentre con una sola MOAB (16 milioni) ne abbiamo uccisi 94, allora conviene! Infatti il POTUS è risalito nei sondaggi: la media generale rimane appena sopra il 40%, ma fra i sostenitori del GOP (Grand Old Party, i repubblicani) ha raggiunto l’86%. E quindi si va avanti. 

Il 20 aprile mi arriva una mail contenente un Emergency National Call: adesso il POTUS e il GOP vogliono abolire la Federal Insurance Contribution Act Tax, comunemente chiamata FICA (che qui, comunque, si pronuncia faica). Vorrei essere Crozza o la Littizzetto per tirar su il morale ai pazienti lettori di Adista, ma la questione della faica è serissima e grave. L’imposta, infatti, costituisce l’insieme dei contributi previdenziali e assistenziali che dipendenti e datori di lavoro versano alle casse federali dell’IRS (Internal Revenue Service, la nostra Agenzia delle Entrate), nella misura del 6,2% del reddito. Grazie ad essa c’è una Social Security (SS), che permette il pagamento delle pensioni pubbliche di anzianità, nonché Medicare e Medicaid, che garantiscono l’assistenza medica ai pensionati, ai portatori di handicap gravi, ai più poveri con le loro famiglie.

Purtroppo, l’imposta è calcolata su un tetto massimo di reddito di $118.500 (2016). Ciò significa che se nel 2016 ero un insegnante con buona anzianità e ho guadagnato $118.500, ho pagato il 6,2% cioè $7.886,40; se ero un CEO di un’industria farmaceutica e ho avuto un reddito di 20 milioni, ho comunque versato solo 7.886 dollari e 40 cent. Ora, il sistema di SS e Medicare è sull’orlo del collasso; se tutti pagassero in proporzione al reddito, i problemi svanirebbero e, anzi, si potrebbe abbassare la percentuale dell’imposta. Esiste persino una proposta di farla pagare soltanto ai redditi oltre $250mila, ma è troppo socialista/comunista per essere presa in seria considerazione.

Così ora vogliono abolirla e passare la patata agli Stati, già in cattive acque. Nel nostro (l’Illinois), da 3 anni non abbiamo un vero bilancio, ma si va avanti con disposizioni-tampone, mentre il governatore repubblicano (che nel ‘14 investì 50 milioni nella sua campagna elettorale) taglia assistenza, cultura, educazione, mense scolastiche. Si parla infatti di chiudere le scuole pubbliche con 3 settimane di anticipo, per risparmiare su gestione e stipendi dei precari.

Ho firmato anch’io la petizione, chiedendo al POTUS almeno di non sopprimere la faica, ma anzi di estenderla, se possibile, a tutti e in egual misura. 

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