
Vita pastorale: "Rilanciare un nuovo impegno dei cattolici in politica"
L'articolo pubblicato sul numero di marzo di Vita Pastorale "Rilanciare un nuovo impegno. La priorità per i cattolici è la cura della democrazia" di Francesco Occhetta, scrittore di Civiltà Cattolica costituisce una utile riflessione sull'unità dei cattolici, in un momento di massima disgregazione dei partiti e frammentarietà dei loro programmi, soprattutto in questa fase finale verso le elezioni politiche del 4 marzo.
«La priorità per ilmondo cattolico, oggi, non può che essere la cura della democrazia in tutte le sue forme: una cura da nutrire con i princìpi della Dottrina sociale della Chiesa e con i princìpi costituzionali. È la costruzione di una sorta di griglia di discernimento da cui far filtrare tutte le scelte. Questo è il nucleo su cui costruire l’unità dei cattolici. È urgente formare una presenza prepartitica, che stimoli e proponga ai partiti disegni di leggi e soluzioni di problemi, organizzi formedicontrollo, presenti un progettodi società e contribuisca a formarele giovani generazioni». Per quanto riguarda la presenza cattolica, scrive Ochetta, «l’irrilevanza politico-partitica non sarebbe tanto grave quanto un’irrilevanza prima di tutto di opinione e di idee. Il bene comune e la forza del lievito Non si tratta di un dettaglio. La democrazia procedurale verso cui si sta andando esalta la correttezza del metodo e delle regole, ma potrebbe giustificare azioni scorrette dal punto di vista etico». «La tradizione europea del personalismo cristiano ci ricorda una via feconda: la costruzione di comunità politiche che fanno dei cittadini una comunità di soggetti morali, liberi e pensanti. Il popolo, invece, è utilizzato strumentalmente dai potenti e dai prepotenti per i propri fini. L’antidoto per una rinnovata presenza sono le comunità che costruiscono bene comune e hanno la forzadellievito». D'altra parte, conclude speranzoso lo scrittore di Civiltà Cattolica, «ai nostri giorni non si può dire che non ci sia una foresta che cresce senza fare rumore. Sono quelle parrocchie e diocesi virtuose, che danno i loro uomini e donnemigliori alla politica e selezionano e formano i giovani, oppure i frutti sociali e politici che danno l’Azione cattolica, la Fondazione sussidiarietà, il Sermig, lo scautismo, la Comunità di Sant’Egidio, le Acli, Libera e tanti altri gruppi. Ciascuno nel proprio carisma, a volte da mettere in rete meglio. La vera sfida è curare e custodire meglio l’unità nel pluralismo».
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