
Riforma: prima gli italiani. Tranne quelli ammazzati all'estero da Paesi "amici"
Riforma, il settimanale delle Chiese evangeliche, battiste, valdesi e metodiste in Italia prende posizione sulle recenti dichiarazioni del ministro dell'Interno Matteo Salvini in merito al caso Regeni. Lo fa con un duro intervento di Riccardo Noury, Portavoce di Amnesty International Italia, pubblicato sul sito internet della rivista.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, spiega Noury, ripete spesso lo slogan “prima gli italiani”. Anche per questo, "ci sarebbe stato da alzare la voce anche nei confronti di un quarto governo, quello dell’Egitto: dove il cittadino italiano Giulio Regeni 28 mesi fa è stato sequestrato, torturato e ucciso ad opera di funzionari di quello stato.
Ce lo aspettavamo, dato che nella precedente legislatura l’allora leader dell’opposizione aveva incalzato i governi dell’epoca a essere più decisi nei confronti del Cairo.
E invece, da ormai quattro giorni ascoltiamo e leggiamo parole misere e meschine circa la richiesta di verità per il cittadino italiano Giulio Regeni.
Altro che governo del cambiamento. Come per l’ex ministro degli Esteri Angelino Alfano l’Egitto era un “partner ineludibile”, ora per il ministro Salvini l’Egitto è un “paese importante” con il quale “è fondamentale avere buone relazioni”.
Così come l’ex titolare della Farnesina, quello odierno del Viminale comprende bene la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni, figuriamoci! Però quella richiesta deve rimanere una pretesa privata e non un vincolo per la politica estera del governo. Altrimenti diventa un “problema”. Paradossalmente, cercare la verità sull’assassinio di Giulio dovrebbe essere un problema per le autorità egiziane, e invece lo è per le nostre.
“Prima gli italiani” evidentemente è uno slogan che non vale per gli italiani ammazzati all’estero nei paesi amici".
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