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Chi ha dissolto la famiglia?

Chi ha dissolto la famiglia?

Io le mie “ferie” amo passarle in casa. Libero da impegni di qualsiasi genere, ho più tempo a disposizione per stare con gli amici e con me stesso. Non ci sono tempi “morti” nella mia giornata, perché il tempo è sempre tempo “vivo”, che vivi anche in dialogo con te stesso, con la tua storia, interrogandoti sul chi sei non solo per gli altri, ma anche per te stesso.

Tempo vivo anche per letture e apprendimenti e conoscenze e approfondimenti…..

Oggi ho ripreso tra le mani il libro di Umberto Galimberti che avevo interrotto a pagina 278, e alle pagine 288 e 289 mi sono imbattuto in queste riflessioni sulla famiglia che voglio condividere con voi.

A dire il vero vorrei inviarle al ministro Fontana che, sono sicuro, le troverà “urticanti” e “comuniste” (perché, non so se lo sapete, oggi anche le parole che veicolano certi pensieri sono “comuniste”!).

«A dissolvere la famiglia non è stato il comunismo come un tempo si diceva, ma il capitalismo, sottraendo ai padri e alle madri quell'unica cosa necessaria alla cura e alla crescita emotiva che è il tempo. Il mito dell'efficienza, che all'inizio del secolo scorso Frederick Taylor aveva applicato alla catena di montaggio per eliminare i "tempi morti", oggi si è trasferito dalla fabbrica alla famiglia, dove gli adulti "non hanno tempo". (…) Spesso sentiamo parlare di famiglia, di difesa della famiglia, di aiuti per la famiglia e nessuno ci avverte che la famiglia è incompatibile con il modello capitalista, costretto a diventare turbo-capitalista per effetto della concorrenza globale. Oggi una famiglia media non ha abbastanza risorse economiche se non lavorano entrambi i genitori, e per giunta a quel ritmo che va tutto a scapito della cura». (Umberto Galimberti: I miti del nostro tempo; p.288-289).

 

 

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