
Sul numero di settembre di Nigrizia la pace tra Etiopia ed Eritrea
È dedicata alla storica pace tra Etiopia ed Eritrea, siglata il 9 luglio scorso, la copertina del numero di settembre del mensile Nigriza, rivista dei missionari comboniani. Un evento sorprendente e impensabile anche solo qualche mese fa, dal momento che le tensioni tra i due Paesi erano altissime, dopo la guerra del 1998-2000.
«L’iniziativa è partita dal primo ministro etiopico Abiy Ahmed - spiega l'editoriale che apre il numero - nominato nell’aprile scorso, che ha teso la mano al presidente eritreo Isaias Afwerki accettando la sentenza della commissione internazionale che assegna ad Asmara la sovranità sulla località frontaliera contesa di Badme. Si sono così aperte le frontiere, sono riprese le comunicazioni tra i due paesi, spianando la strada a una nuova era di pace e amicizia. Per un approfondimento, Nigriziadedica a questi fatti dieci pagine di questo numero».
Dietro queste importanti novità emerge però «sempre più chiaramente il sospetto che l’opera di pace e di riforme di Abiy Ahmed sia parte di un piano orchestrato da tempo dagli Stati Uniti e dai regimi di Arabia Saudita ed Emirati Arabi per sottrarre l’Etiopia all’influenza economica (e non solo) della Cina e per ridefinire gli equilibri regionali». Inoltre, con l’ascesa al potere degli oromo, gruppo linguistico maggioritario, per l’80% di religione islamica e storicamente antagonista del governo a guida tigrina, «si è verificata una escalation di violenze nella regione al confine con la Somalia dove sono state bruciate delle chiese e alcuni preti sono stati uccisi. Scontri armati sono avvenuti anche nel sud, nelle regioni centrali e occidentali del paese. Il timore è reale, che possa innescarsi un conflitto di ampie proporzioni tra cristiani e musulmani».
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