Nessun articolo nel carrello

Nuovo governo in Etiopia: la speranza è donna

Nuovo governo in Etiopia: la speranza è donna

Segni di speranza dall’Africa. È quanto si desume dal comunicato stampa del 17 ottobre dell’Associazione per i popoli minacciati (con sede a Bolzano) titolato: “Etiopia: il nuovo governo punta su donne e pace”. Il comunicato, che riproduciamo di seguito, è corredato di una lista di articoli sul Paese africano rintracciabili sul sito dell’Associazione. www.gfbv.it

 

«L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) saluta con speranza il nuovo governo etiope che dopo decenni di guerra, arbitrarietà, abuso di potere e corruzione sembra voler puntare in modo netto ed esemplare sul rinnovamento, sulla pace e sulla speranza. Invece di incaricare sempre le stesse élite con i soliti posti di potere, l'Etiopia punta ora su un rinnovo radicale occupando metà di tutti gli uffici governativi con donne, tra cui l'importante dicastero della difesa. Il Consiglio dei ministri è stato sensibilmente ridotto ma è stato istituito un ministero per la pace a indicare la nuova priorità posta dal governo per il Paese.

In Etiopia sembra essere in corso un cambiamento storico ed esemplare non solo per l'Africa. Il superamento del tradizionale ordine e della tradizionale distribuzione di potere preoccupa più di un Paese vicino. Il recente accordo di pace firmato dal nuovo premier Abiy Ahmed con lo storico nemico Eritrea e la susseguente apertura delle frontiere tra i due Paesi non sono stati accolti con entusiasmo da tutti i suoi vicini poiché di fatto ha causato un cambiamento negli equilibri di potere dei Paesi vicini. In particolare l'Uganda e il Sudan temono di perdere le loro tradizionali sfere di influenza.

In controtendenza con altri Paesi che contano un numero altissimo di ministri, come p.es. il Camerun - sempre più vicino a una guerra civile - che ha più di 60 ministri ben pagati, o il Sud Sudan - praticamente in bancarotta - che comunque mantiene 38 ministri, l'Etiopia ha ridotto i suoi ministeri da 28 a soli 20. Se nei governi precedenti le donne occupavano solamente cinque dicasteri, ora la metà dei ministeri verrà gestito da donne. Oltre al ministero per la Difesa il nuovo premier ha voluto incaricare una donna a capo del neonato ministero per la Pace per onorare così l'importante lavoro per la pace portato avanti in Africa occidentale prevalentemente da donne.

La nuova ministra per la Pace dovrà comunque affrontare un lavoro difficile poiché si dovrà occupare anche delle forze dell'ordine e dei servizi segreti. È probabile che si troverà ad affrontare diversi conflitti d'interesse e sarà interessante vedere se alla ricerca della pace sarà effettivamente data la priorità. A questo proposito molte organizzazioni per i diritti umani ricordano infatti la lunga storia di torture, sparizioni di persone e altre gravissime violazioni dei diritti umani dei servizi segreti etiopi».

*Foto tratta da ONU-Brasile immagine originale e licenza

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.