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Oxfam: la Conferenza di Palermo ha ignorato la grave violazione dei diritti umani in Libia

Oxfam: la Conferenza di Palermo ha ignorato la grave violazione dei diritti umani in Libia

«Pochi passi avanti per processo di riconciliazione. Migliaia di migranti sono ancora vittime di torture, rapimenti e schiavitù. Appello urgente perché il tema diventi la priorità al tavolo dei negoziati e la precondizione per la legittimità internazionale». Questa, in sintesi, la valutazione di Oxfam Italia (Oxford Committee for Famine Relief, il nome esteso in inglese; "Insieme per vincere la poverta?", il lemma) a commento delle conclusioni del vertice (13 ottobre) tra il premier italiano Conte, il premier libico Al Serraj, il generale Haftar e gli altri leader libici. Nel titolo del comunicato il rilievo più importante: “Ennesima occasione persa per la difesa dei diritti umani in Libia”.

«Ogni tentativo da parte del Governo italiano di lavorare per la stabilizzazione della Libia ed un vero e pacifico percorso di riconciliazione, partendo dalla definizione di elezioni democratiche, non può che essere condivisibile», considera Paolo Pezzati, policy advisor di Oxfam Italia. «Ma ancora una volta - si legge nel comunicato - nel corso del summit di Palermo, si è deciso di girare la testa dall’altra parte, non assumendo nessun impegno concreto per il rispetto dei diritti umani di migliaia di migranti, uomini, donne e bambini, che ogni giorno sono vittime delle più orrende torture e di abusi nei centri di detenzione libici». Invece l’agenda della Conferenza «si è concentrata essenzialmente sulla formazione delle forze di sicurezza regolari libiche e sull’unificazione di alcune istituzioni economiche e finanziarie interne al Paese». 

«Serve un vero impegno da parte dell’Italia e di tutta la comunità internazionale, affinché sul tavolo dei futuri negoziati il tema della tutela dei diritti umani venga assunto come prima priorità», continua Pezzati. «Una significativa evoluzione normativa e degli standard umanitari per tutte le parti libiche - ritiene - deve essere la pre-condizione per una futura legittimazione internazionale. Lavorando su questa strada facciamo inoltre appello al ministro degli Esteri Moavero e alla vice-ministro Del Re a considerare la possibilità di coinvolgere sin da subito un’ampia rappresentanza della società civile e delle organizzazioni umanitarie italiane in un incontro con la società civile libica».

*Foto di http://www.eia.gov/ tratta da Wikimedia Commonsi immagine originale e licenza 

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