
I vescovi europei invitano a firmare il Global Compact su immigrazione e rifugiati
ROMA-ADISTA. «Papa Francesco ribadisce che la nostra comune responsabilità, in quanto Chiesa cattolica in Europa, è accogliere, proteggere, promuovere e integrare migranti e rifugiati nelle nostre società. Questi non sono semplici numeri o tendenze, ma "soprattutto persone con un volto, un nome e una storia personale" e meritano di essere trattati in conformità con la dignità intrinseca della loro persona e dei loro diritti fondamentali. A tale riguardo, i principi della centralità della persona umana e dei suoi reali bisogni e del bene comune devono governare le politiche interne ed esterne dell'UE e degli Stati membri, anche in materia di migrazione». Introduce così il presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (Comece), il gesuita Jean-Claude Hollerich, la Dichiarazione sul Global Compact delle Nazioni Unite “per l'immigrazione e i rifugiati”, incoraggiando gli Stati membri dell’Unione a sottoscrivere l’accordo nella riunione che l’Onu terrà a Marrakech l’11 dicembre.
«Frutto di un'intensa negoziazione», scrive mons. Hollerich, questo “patto” in materia di migrazioni «riconosce la responsabilità condivisa delle autorità e delle società nei paesi di partenza, di transito e di arrivo per regolamentare e regolare la migrazione a beneficio di tutti gli individui e le comunità interessati. Mira a garantire la sicurezza e la protezione dei migranti e delle società di accoglienza promuovendo percorsi legali di migrazione, prevenendo così il traffico di esseri umani, i viaggi mortali, lo sconvolgimento familiare e la violenza».
In questa prospettiva, conclude la breve Dichiarazione, «la Comece incoraggia gli Stati membri dell'Unione europea di rendere il Global Compact una realizzazione per il bene comune di una comune umanità».
*Foto tratta da Creative Commons immagine originale e licenza
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