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Presentato il Manifesto Interreligioso dei Diritti nei percorsi d Fine Vita

Presentato il Manifesto Interreligioso dei Diritti nei percorsi d Fine Vita

ROMA-ADISTA. È stato presentato il 5 febbraio, nel Salone del Commendatore del Complesso Monumentale del Santo Spirito a Roma, il “Manifesto Interreligioso dei Diritti nei Percorsi di Fine Vita”, frutto di una particolare sensibilità nei confronti del dialogo interreligioso in ambito sanitario.

Promosso dalla ASL Roma 1, GMC - Università Cattolica del Sacro Cuore e dal Tavolo Interreligioso di Roma, è firmato da: Centro Islamico Culturale d’Italia, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, Hospice Villa Speranza–Università Cattolica del Sacro Cuore, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Unione Buddhista Italiana, Unione Comunità Ebraiche Italiane, Unione Induista Italiana, Unione Italiana Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno, Vicariato di Roma, AVO (Associazione Volontari Ospedalieri), CSV Lazio (Centro Servizio per il Volontariato), Cittadinanzattiva–Tribunale per i Diritti del Malato, un Operatore Socio Sanitario dell’Hospice Villa Speranza in rappresentanza della categoria.

Il documento - punto di arrivo di un percorso pienamente condiviso con le confessioni religiose - rende possibile la trasformazione dei nove diritti sottoscritti in procedure operative. In sintesi essi sono: Diritto di disporre del tempo residuo; Diritto al rispetto della propria religione; Diritto a servizi orientati al rispetto della sfera religiosa, spirituale e culturale; Diritto alla presenza del Referente religioso o Assistente spirituale; Diritto all’assistenza di un mediatore interculturale; Diritto a ricevere assistenza spirituale anche da parte di Referenti di altre fedi; Diritto al sostegno spirituale e al supporto relazionale per sé e per i propri familiari; Diritto al rispetto delle pratiche pre e post mortem; Diritto al rispetto reciproco.

Di seguito il “manifesto” nella sua integralità.

 “Manifesto Interreligioso dei Diritti nei Percorsi di Fine Vita"

1.      Diritto di disporre del tempo residuo

Ogni persona ha il diritto di conoscere ed essere reso consapevole del suo percorso di cura e del possibile esito, secondo i protocolli terapeutici più aggiornati, affinché possa gestire la propria vita in modo qualitativamente soddisfacente, anche in relazione alla propria spiritualità e fede religiosa.

2.      Diritto al rispetto della propria religione

Ogni persona ha il diritto di comunicare la propria fede religiosa alla struttura sanitaria affinché possa essere rispettata, in conformità alla normativa sulla privacy.

3.      Diritto a servizi orientati al rispetto della sfera religiosa, spirituale e culturale

Ogni persona ha il diritto di usufruire di servizi rispettosi  della sua sfera religiosa, spirituale e culturale, compatibilmente con le possibilità organizzative.

A tal fine la struttura sanitaria deve promuovere adeguati percorsi informativi e formativi per gli operatori.

4.      Diritto alla presenza del Referente religioso o Assistente spirituale

Ogni persona ha diritto di avere accanto il proprio Referente religioso o Assistente spirituale cui sia garantito l’accesso, compatibilmente con l’organizzazione dei servizi sanitari.

5.      Diritto all’assistenza di un mediatore interculturale

Ogni persona ha il diritto nel percorso di fine vita di potersi avvalere di un mediatore interculturale o altra persona competente autorizzata, il cui intervento viene favorito dalla struttura sanitaria.

6.      Diritto a ricevere assistenza spirituale anche da parte di Referenti di altre fedi

Ogni persona ha il diritto di chiedere, qualora l’Assistente spirituale della propria fede non fosse disponibile, l’assistenza da parte di un Referente di altra fede.

7.      Diritto al sostegno spirituale e al supporto relazionale per sé e per i propri familiari

Ogni persona ha il diritto di ricevere all’interno della struttura sanitaria il sostegno spirituale e il supporto relazionale per sé e per i propri familiari.

8.      Diritto al rispetto delle pratiche pre e post-mortem

Ogni persona ha diritto al rispetto delle pratiche pre e post mortem previste dalla religione di appartenenza. La struttura sanitaria è tenuta a conoscere tali pratiche, a formare adeguatamente il proprio personale e a creare le condizioni perché queste pratiche possano essere realizzate, in conformità con la normativa vigente.

9.    Diritto al rispetto reciproco

Ogni diritto porta come conseguenza il dovere di ognuno di rispettare il credo religioso degli altri, siano Presentaessi pazienti, familiari o personale di cura.

*Foto tratta da Pixabay License, immagine originale e licenza

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